Sapevi che a 67 anni l’assegno di invalidità viene sostituito dalla pensione sociale? Ecco il misero importo e a chi spetta
Cattive sorprese per gli invalidi: l’assegno di invalidità viene sostituito dalla pensione sociale a 67 anni, ma di importo minore!
È vero, in molti si domandano che fine facciano le pensioni di invalidità al compimento dei 67 anni e se tale sostegno sia garantito per tutta la vita. In realtà, ciò che molti ignorano è che l’assegno di inabilità civile non è a vita, bensì cessa automaticamente al compimento dei 67 anni di età. Da quel momento in poi, non si parla più di pensione di invalidità, ma di un altro tipo di trattamento economico: l’assegno sociale sostitutivo.
Cosa succede a 67 anni?
Nel sistema previdenziale italiano, l’assegno mensile di invalidità viene riconosciuto a coloro che hanno un’invalidità riconosciuta pari al 100% e si trovano in condizioni economiche disagiate. Tuttavia, al raggiungimento dei 67 anni, la normativa vigente prevede che l’invalido civile venga equiparato a tutti gli altri cittadini anziani in condizione di bisogno, e quindi l’assegno di invalidità viene sostituito automaticamente dall’assegno sociale.
Il problema sorge nel confronto tra i due importi: l’assegno sociale, pur rappresentando una misura di tutela, ha un valore inferiore rispetto alla pensione di inabilità. Ad oggi, l’assegno sociale si aggira intorno ai 534 euro mensili per 13 mensilità, contro i circa 650 euro della pensione di invalidità totale. Un taglio netto, che molti ritengono ingiusto, considerato che si tratta di persone con disabilità conclamate.
Il motivo della sostituzione
Secondo l’INPS, questo cambiamento è giustificato dal fatto che, con il raggiungimento dell’età pensionabile, tutte le misure di carattere assistenziale per invalidi vengono unificate sotto l’ombrello delle prestazioni per anzianità, nello specifico, appunto, l’assegno sociale. Questo passaggio, però, non tiene conto della gravità della disabilità e spesso penalizza proprio le persone che avrebbero bisogno di un aiuto maggiore nella vecchiaia.
67 anni: stop all’assegno di invalidità
Al compimento del 67° anno di età cessa l’erogazione della pensione di inabilità, dell’assegno mensile, in sostituzione è concesso l’assegno sociale.
L’assegno sociale è destinato agli invalidi civili titolari di assegno mensile, ai titolari di pensione di invalidità totale e ai sordi titolari di pensione non reversibile: questi soggetti acquisiscono automaticamente il diritto all’assegno sociale erogato dall’INPS.
Non si tramutano invece in assegno sociale la pensione per ciechi assoluti e la pensione per ciechi parziali che vengono erogate anche dopo i 65 anni e 7 mesi di età.
REQUISITI
– avere più di 67
– rispettare i requisiti di reddito previsti;
– avere cittadinanza italiana, o iscrizione all’anagrafe del comune di residenza per i cittadini stranieri comunitari, o titolarità del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo per i cittadini stranieri extracomunitari;
– avere residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni nel territorio nazionale.
Nel caso in cui si sia ricoverati in un istituto la cui reta è a carico dello Stato o enti pubblici, l’assegno sociale viene ridotto:
a) del 50% se la retta è a totale carico dello Stato
b) del 25%se la retta versata dall’interessato o suoi familiari è di importo inferiore alla metà dell’assegno Se la retta comporta una spesa superiore al 50% dell’assegno, l’assegno viene erogato nella sua totalità, senza riduzioni.
Bisogna distinguere due casi:
1) SE SI ERA GIÀ RICONOSCIUTI INVALIDI PRIMA DEI 67 ANNI
Come detto l’assegno sociale spetta automaticamente a chi è già stato riconosciuto invalido civile. Per la determinazione dei limiti di reddito ci si riferisce a quelli previsti per la liquidazione dei rispettivi trattamenti di invalidità di cui si godeva e si considerano soltanto i redditi personali (e non quelli del coniuge). Ciò significa che i requisiti reddituali sono gli stessi che determinano la concessione delle prestazioni per invalidità civile.
2) SE SI VIENE RICONOSCIUTI INVALIDI DOPO I 67 ANNI
Si applica la stessa normativa riguardante la generalità dei cittadini ultra 65enni, con gli stessi limiti reddituali previsti per l’assegno sociale o la pensione sociale, però in questo caso verranno calcolati i redditi personali sommati a quelli del coniuge.
Per maggiori informazioni sui redditi conteggiati e quelli esclusi consigliamo la pagina dedicata del sito dell’INPS.
QUOTA E DURATA
Nel dettaglio, nel 2023 l’importo dell’assegno sociale è di 503,27€ per 13 mensilità, corrispondenti dunque a 5.983,64€ annui. Ci sono dei casi, però, in cui l’importo dell’assegno sociale è soggetto a maggiorazione, con un valore che a seconda dei casi può raggiungere i 651,51 euro. L’assegno non è soggetto alle trattenute IRPEF.
L’assegno sociale NON è reversibile.
DOMANDA
La domanda si presenta all’INPS tramite il servizio apposito disponibile online oppure rivolgendosi presso enti di patronato e uffici affini.
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