Come ottenere l’aumento della pensione di reversibilità, non tutti lo sanno
La pensione di reversibilità: un sostegno per chi resta
La pensione di reversibilità rappresenta una delle principali misure di protezione sociale messe in atto dallo Stato italiano. Si tratta di una prestazione economica erogata dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) destinata ai familiari superstiti di un lavoratore o pensionato deceduto. È un supporto concreto pensato per tutelare economicamente le persone che, oltre al lutto, si trovano ad affrontare la perdita di un reddito fondamentale per il mantenimento del nucleo familiare.
Questo trattamento previdenziale nasce con l’obiettivo di non lasciare soli i congiunti del defunto, garantendo loro una certa stabilità economica anche in assenza del sostegno diretto del familiare venuto a mancare. In una società in cui le spese quotidiane pesano sempre di più sui bilanci familiari, la pensione di reversibilità rappresenta un’ancora di salvezza per migliaia di persone, soprattutto per le categorie più fragili, come le vedove anziane, i figli piccoli o i disabili.
L’importo della pensione di reversibilità dipende dalla pensione che percepiva, o avrebbe percepito, il defunto. Il coniuge superstite, ad esempio, ha diritto al 60% della somma, percentuale che può aumentare con la presenza di figli a carico. Tuttavia, se il beneficiario ha un reddito proprio, sono previste delle decurtazioni in base a determinate soglie di reddito, per cui l’importo effettivo può risultare più basso.
Accedere alla reversibilità non è automatico: è necessario presentare una domanda all’INPS corredata da documentazione che attesti il legame con il defunto e la condizione economica. È un passaggio delicato, spesso affrontato in un momento emotivamente difficile, ma importante per garantire un minimo di stabilità economica.
In un sistema sociale che deve sempre più tutelare le persone fragili, la pensione di reversibilità resta uno strumento essenziale. Non è solo un’eredità economica, ma un riconoscimento del contributo che il lavoratore ha dato durante la sua vita, trasformato in supporto per chi rimane.
La pensione di reversibilità è pari ad una quota percentuale della pensione del dante causa.
La pensione indiretta è riconosciuta nel caso in cui l’assicurato abbia perfezionato 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva o 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente la data del decesso.
Analizziamo come ottenere l’aumento della pensione di reversibilità, perchè non tutti lo sanno.
Possono fare domanda le vedove o i vedovi per ottenere un aumento pari a 676 euro in più all’anno
Se ti piacerebbe aumentare la tua pensione di reversibilità di 676 euro all’anno, ecco cosa devi fare:
-inviare in modalità telematica all’inps la richiesta per il beneficio
-contattare il patronato che può offrire una consulenza più ampia del calcolo della pensione.
I beneficiari sono i vedovi e vedove. Spetta a coloro che hanno perso il coniuge e sono inabili allo svolgimento di attività lavorativa.
Si tratta di una maggiorazione di 52,91 euro mensile che viene aggiunta sull’assegno della pensione di reversibilità, per un aumento totale annuo di 676 euro.
Sono riconosciuti inabili al proficuo lavoro solo se sono in possesso dei requisiti di invalidità al 100% o sono titolari di indennità di accompagnamento.
Se non si posseggono uno di questi requisiti, l’inabilità la può certificare anche il medico di famiglia con un certificato specifico: il modello SS3.
L’INPS dopo aver effettuato le verifiche, contatterà il medico di famiglia che ha redatto il certificato, chiedendo spiegazioni riguarda l’accertamento. Di solito questo non succede e l’INPS accoglie e conferma la certificazione medica.
Limiti di reddito per l’aumento dell’assegno
Un altro requisito richiesto è legato al reddito familiare. Ecco i limiti previsti dalla normativa per come ottenere l’aumento della pensione di reversibilità, non tutti lo sanno. In effetti si tratta di un assegno familiare, riconosciuto per i seguenti redditi:
a) redditi del nucleo familiare fino a 28.659,42, assegno totale di 52,91 euro;
b) per redditi da 28.659,42 fino a 32.148,87 l’assegno si riduce in 19.59 euro;
c) l’assegno non spetta se il reddito supera 32.148,88 euro.
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