Assegno pensione fino a 1.500 euro per chi assiste un familiare gravemente malato
Avete mai sentito parlare di “caregiver“?
Il termine caregiver indica una persona che si occupa in modo costante e continuativo dell’assistenza a un individuo non autosufficiente, a causa di malattia, disabilità o età avanzata. In moltissimi casi, si tratta di caregiver familiari, ovvero un membro della famiglia che, spesso senza alcuna formazione specifica, si prende cura di un parente che necessita di supporto quotidiano.
Il caregiver familiare può essere un figlio che si occupa dei genitori anziani o malati, un fratello che assiste una sorella con disabilità, o ancora un coniuge che si dedica completamente al partner con patologie invalidanti. Si tratta di un ruolo delicato, impegnativo e spesso svolto senza alcuna retribuzione, ma con profondo senso di responsabilità e amore.
Questo impegno può riguardare azioni quotidiane come l’igiene personale, la somministrazione di farmaci, la preparazione dei pasti, la gestione degli appuntamenti medici, ma anche il supporto emotivo e la compagnia. In molti casi, il caregiver svolge anche compiti organizzativi, burocratici e amministrativi, diventando un vero e proprio punto di riferimento per la persona assistita.
Essere caregiver comporta spesso un grande dispendio di energia fisica e mentale. Non è raro, infatti, che queste persone si trovino a trascurare la propria salute, il lavoro, la vita sociale o addirittura la propria famiglia, per garantire cure continue al proprio caro. È un ruolo che può portare a stress, isolamento, ansia e burnout, soprattutto se prolungato nel tempo e svolto senza il giusto supporto.
Proprio per questo, negli ultimi anni, il tema del riconoscimento giuridico del caregiver ha ricevuto maggiore attenzione. In Italia sono stati introdotti alcuni provvedimenti volti a tutelare i diritti dei caregiver, come permessi lavorativi, agevolazioni fiscali e contributi assistenziali, ma ancora oggi manca una normativa pienamente strutturata che riconosca il valore sociale ed economico di questo ruolo.
Il caregiver non è semplicemente “qualcuno che aiuta”: è spesso una figura indispensabile nella rete assistenziale, senza la quale molte persone fragili non potrebbero mantenere una minima autonomia o qualità di vita.
Quando nessun famigliare stretto decide di prendersi cura della persona malata, ci son due soluzioni: affidare il paziente ad una casa di cura o l’assunzione di un caregiver professionale.
Terza alternativa è abbandonare momentaneamente il proprio lavoro e offrire assistenza al proprio caro, usufruendo dei benefici e sussidi economici offerti dalla Stato.
Inoltre, i lavoratori che decidono di diventare “caregiver”, possono accedere alla pensione in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia con 67 anni di età e 20 anni di contributi. La misura che permette l’accesso anticipato si chiama APE Sociale, entrata in vigore con la legge di Bilancio 2017 e prorogata ogni anno.
Questa misura permette l’accesso anticipato anche ad altre tutele di lavoratori: disoccupati, invalidi al 74% e lavori gravosi.
I requisiti per farsi riconoscere come caregiver familiare
Attualmente, per ottenere le agevolazioni e farsi riconoscere come caregiver i requisiti sono i seguenti:
-L’assistenza deve essere svolta gratuitamente e per un periodo continuativo
-L’assistito deve essere riconosciuto come portatore di handicap grave (ai sensi della legge 104792 art. 3 comma 3)
-Il riconoscimento di caregiver può essere concesso ad un solo familiare dell’assistito
-L’assistente familiare deve essere nominato dall’assistito
Assegno pensione fino a 1.500 euro per chi assiste un familiare con legge 104
L’APE Sociale permette ai lavoratori che al momento della richiesta assistono un familiare con disabilità grave ai sensi della legge 104 art. 3 comma. I parenti sono il coniuge o un parente che convive di primo grado o un affine al secondo grado in mancanza del coniuge o del genitore, oppure, siano affetti da patologie invalidanti o abbiamo compiuto 70 anni di età.
L’APE Sociale si configura in un’indennità a carico dello Stato ed è erogata dall’INPS per dodici mensilità. Inoltre, l’importo dell’assegno mensile calcolato al momento dell’erogazione della prestazione non può superare il tetto massimo di 1.500 euro lordo al mese. Se il lavoratore ha contributi versati in più gestioni, il calcolo dell’assegno mensile è effettuato pro quota per ogni gestione in base ai rapporti maturati. Inoltre, saranno considerate le regole di ogni ordinamento e il calcolo sarà effettuato in base alle retribuzioni maturate dal lavoratore.
Il sussidio APE Sociale in effetti costituisce in un assegno erogato dall’INPS a carico dello Stato ed è calcolato in base al montante contributivo maturato nel tempo dal lavoratore. Il sussidio è erogato fino al perfezionamento dei requisiti anagrafici richiesti per la pensione di vecchiaia, che nell’anno corrente è di 67 anni.
Inoltre, durante il periodo di fruizione dell’APE Sociale non spetta la contribuzione figurativa. Questo, significa che il montante contributivo non cambia e ci sarà solo un passaggio da APE Sociale a pensione di vecchiaia.
Da considerare che questa misura che permette l’accesso alla pensione in anticipo, non è reversibile ai superstiti, quindi, in caso di morte del titolare del sussidio, gli eredi non hanno diritto alla quota pensione.
Inoltre, coloro che beneficiano dell’APE Sociale non hanno diritto alla corresponsione degli assegni del nucleo familiare o l’attuale assegno unico figli.
Come fare domanda
I soggetti che intendono presentare domanda di pensione con l’APE Sociale hanno a disposizione tre date, oltre le quali non si può più accedere alla misura. Nello specifico:
a) 31 marzo;
b) 15 luglio 2021;
c) non oltre al 30 novembre.
Il sussidio APE Sociale è una misura sperimentale e per tanto è deve essere prorogata ogni anno nella Legge di Bilancio. Quindi, chi ha i requisiti per accedere a questa misura deve fare in fretta, perché l’ultima data possibile per presentare la domanda è il 30 novembre 2021. Ricordiamo che questa prestazione è subordinata alla cessazione dell’attività lavorativa, quindi, chi ha già maturato tutti i requisiti, può presentare sia la domanda per il riconoscimento dei requisiti di accesso da parte dell’INPS, sia l’accesso alla prestazione.
Questo comporta tempi più brevi per l’elaborazione dell’istanza e il rateo pensionistico parte dalla data della presentazione della domanda. Le domande di pensionamento anticipato devono essere inoltrate alle sedi territoriali INPS di competenza, con modalità telematica utilizzando i canali telematici messi a disposizione dell’ente.
Le domande prima di essere rifiutate o accettate, devono seguire un apposito protocollo con le istruzioni di scambio di informazioni tra i vari enti: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, INAIL, INPS, INL e ANPAL. E in alcuni casi l’INPS può avvalersi del supporto dell’Ispettorato del Lavoro, per verificare le dichiarazioni del lavoratore.
Attraverso lo scambio di dati, l’ente potrà verificare se il richiedente ha i requisiti per accedere al sussidio APE Sociale a carico dello Stato
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