Amici pelosi

Tortura il suo cane procurando ferite, ustioni e ossa rotte. Giudice lo condanna a 55 anni di carcere


Uomo tortura il suo cane e riceve 55 anni di carcere: questa è l’unica sentenza, passata alla storia, in cui il giudice finalmente, ha dato giusta pena per le azioni violente nei confronti di un animale. Ricordiamo cosa è successo.

Nonostante sono trascorsi quasi 2 anni dalla sentenza, la notizia continua a rimbalzare sui tabloid internazionali, a causa dello scalpore suscitato durante la decisione del giudice, che ha sconvolto tutti. Non importa se le torture inflitte hanno come protagonista un uomo o un animale, il colpevole dovrà pagare la sua pena, allo stesso modo, poichè è grave, in entrambi i casi, per ciò che è stato commesso.

Sentenza storica: 55 anni di carcere per un uomo che torturava i cani

La vittima di violenza  è un cane, trovato agonizzante. Riverso su un marciapiede a Quincy negli Stati Uniti. Il veterinario che l’ha soccorso non credeva ai suoi occhi: ferite profonde, lividi, tagli, ustioni e numerose ossa rotte. Su quel povero corpo martoriato i segni spaventosi della furia di un folle, sadico, assassino. Danni irreversibili e una sofferenza fortissima hanno costretto il medico ad addormentarlo per sempre.

In altri paesi, compresa l’Italia, la storia sarebbe finita lì e non ci sarebbe stata giustizia per quella povera creatura, martoriata. Ma la vicenda di Quincy questa volta ha lasciato a bocca aperta proprio tutti: il torturatore è stato condannato a 55 anni di carcere, cinque anni per ciascuno dei 11 capi accusa.

L’uomo fu arrestato dalla polizia si chiama Radoslaw Czerkawsky, immigrato polacco senza documenti che lavorava prendendosi cura di una anziana della sua stessa nazionalità. All’imputato, che si è dichiarato non colpevole, è stata imposta una cauzione di un milione di dollari e gli è stato ritirato il passaporto. Una pena severissima anche perché la storia del cucciolo Doe (questo era il nome) ha avuto enorme eco sulla stampa degli Stati Uniti e addirittura più di 70.000 persone hanno prima chiesto l’arresto del torturatore e poi hanno seguito da vicino il processo.

A completare la particolarità del caso c’è stata l’indagine della polizia, che è avvenuta con tutti i crismi, proprio come se si dovesse dare la caccia a un serial killer. Infatti gli agenti hanno trovato tracce di peli e di sangue nella casa del sospettato e accertato che questi coincidevano con quelli del cane, secondo il test del Dna. Quindi il processo e la super condanna.

E’ giusto che ci sia giustizia per le torture ricevute e i nostri animali meritano il nostro affetto, non le violenze. Chi sbaglia, deve pagare, sempre e a caro prezzo.

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