Diritti e doveri

Per ricevere una pensione di 700 euro, quanti anni di contributi dovrò versare? Inps risponde


assegno pensione 700 euro

Arrivare alla pensione con un assegno di almeno 700 euro mensili è un obiettivo comune, soprattutto per chi ha svolto per anni lavori faticosi o mal retribuiti. Tuttavia, non tutti sanno che il calcolo della pensione non è automatico, e l’importo finale dipende da numerosi fattori: contributi versati, tipo di lavoro, sistema pensionistico applicato (retributivo, misto o contributivo) e retribuzione media durante la carriera.

Come funziona il calcolo della pensione

Nel sistema pensionistico italiano, dal 1° gennaio 1996 è entrato in vigore il sistema contributivo, che oggi si applica alla maggior parte dei lavoratori. Questo sistema si basa su un principio molto semplice: più contributi versi, maggiore sarà la pensione che riceverai.

Il meccanismo prevede che ogni anno il lavoratore versi una quota del proprio reddito (circa il 33% per i dipendenti) all’INPS. Questi contributi vanno a formare un “montante contributivo” che, al momento della pensione, viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione, legato all’età in cui si va in pensione.

Per ricevere una pensione di 700 euro, quanti anni di contributi dovrò versare? Inps risponde

Per poter andare in pensione a 67 anni, di norma, servono almeno 20 anni di contributi. 

Questi due requisiti sono sufficienti solo per chi ha iniziato a lavorare e versare contributi prima del 1996. Per chi, infatti, ricade interamente nel sistema contributivo puro (con contributi versati solo a partire dal 1996) le cose sono diverse.

In questo specifico caso, infatti, è opportuno rispettare anche un altro requisito che riguarda l’importo dell’assegno, che non può essere inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale INPS, che nel 2022 è pari a 468 euro circa.

Detto ciò è facile dedurre che per andare in pensione a 67 anni, il lavoratore potrà richiedere la pensione solo se l’importo dell’assegno sarà di 702 euro al mese.

Per chi ha anche contributi prima del 1996, il pensionamento a 67 anni è possibile anche con importi inferiori. Il limite dei 702 euro, infatti, è imposto solo in due casi:

-per chi ha iniziato a versare dopo il 31 dicembre 1995;
-per chi richiede la pensione con computo in Gestione Separata.

In tutti gli altri casi, in presenza di assegno anche basso, bastano i 20 anni di contributi per poter accedere al trattamento di vecchiaia. E se i redditi personali sono bassi si può sperare nell’integrazione al trattamento minimo, che porterebbe l’importo a 525 euro circa mensili.

Come determinare l’importo della propria pensione

Per determinare l’importo della propria pensione, è necessario capire a quanto ammonta il proprio stipendio personale al netto e al lordo.

Per avere una pensione che, nel sistema contributivo, restituisca un assegno mensile di 702 euro, è necessario aver versato almeno 164.000 euro di contributi. Perché il calcolo si gioca sul montante contributivo e non tanto sugli anni di contributi versati.

Per ottenere questo importo, è necessario aver versato 8.200 euro di contributi l’anno per almeno 20 anni. E, considerando che i contributi, per i dipendenti, sono pari al 33% dello stipendio lordo, per versare 8.200 euro di contributi è necessario avere uno stipendio di circa 25.000 euro l’anno ovvero 2.083 euro.

Ma cosa succede se il proprio stipendio è particolarmente basso? In questo caso, è inevitabile che si debbano accumulare più anni di contributi per poter raggiungere una pensione dignitosa. Prendiamo come riferimento un lavoratore con un reddito lordo annuo pari a 18.000 euro, una cifra piuttosto comune tra impieghi a tempo parziale, settori con bassa retribuzione o contratti meno stabili.

Con questo livello di reddito, ogni anno il lavoratore verserà all’INPS circa 5.940 euro di contributi previdenziali, che rappresentano una quota trattenuta direttamente dallo stipendio o versata dal datore di lavoro. Ora, per accedere a una pensione che garantisca un assegno mensile di 702 euro, è necessario accumulare nel proprio “salvadanaio previdenziale” un ammontare complessivo di 164.000 euro di contributi versati nel corso degli anni.

Facendo un semplice calcolo, se ogni anno si riescono a versare 5.940 euro, il tempo necessario per raggiungere quella soglia sarà di circa 27 anni e mezzo di lavoro continuativo. Questo significa che chi inizia a lavorare con uno stipendio basso dovrà affrontare un percorso più lungo rispetto a chi percepisce un reddito più alto, per arrivare a un livello minimo di pensione ritenuto adeguato a garantire una vita dignitosa in età avanzata.

Questa situazione evidenzia quanto il livello di reddito influisca direttamente non solo sul presente, ma anche sul futuro previdenziale. Per questo è importante essere consapevoli del proprio percorso contributivo, informarsi sulle alternative per integrarlo e pianificare per tempo il proprio futuro pensionistico.

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