Coronavirus

Partita la sperimentazione dell’eparina per la cura del Covid-19: parla il cardiochirurgo Salvatore Spagnolo VIDEO


Bologna: l’AIFA ha autorizzato la sperimentazione dell’eparina per la cura del Covid-19 e molti medici sono concordi sulla sua efficacia.

Abbiamo fin ora parlato di molti medicinali utilizzati come sperimentazione sui pazienti affetti da Coronavirus e nonostante molti abbiano avuto un gran successo, non possono essere considerati come medicinali che curano la malattia.

Ora si stanno facendo molti passi avanti, e in attesa di un vaccino che arriverà forse a Settembre, si cercano altre valide alternative che facciano da “tampone”. Si è arrivati così a sperimentare l’eparina, medicinale che forse molti di voi conoscono già.

Che cos’è l’eparina?

L’eparina, dal greco “ἧπαρ” (fegato) (fu inizialmente estratta dal fegato di cane), è un glicosaminoglicano altamente solfatato, è ampiamente utilizzato come farmaco iniettabile anticoagulante.

L’eparina è una molecola con attività anticoagulante naturale, prodotta nell’apparato di Golgi dei basofilociti e dei mastociti. L’eparina si lega naturalmente a un fattore del sangue, l’antitrombina III, un enzima inibitore che a seguito del legame con l’eparina stessa cambia conformazione esponendo il suo sito attivo.

L’eparina viene somministrata per via parenterale perché non viene assorbita dall’intestino, a causa della sua elevata carica negativa e di grandi dimensioni. Può essere iniettato per via endovenosa o sottocutanea (sotto la pelle); le iniezioni intramuscolari (nei muscoli) sono evitate a causa del potenziale per la formazione di ematomi. A causa della sua breve emivita biologica di circa un’ora, l’eparina deve essere somministrata frequentemente o come infusione continua.

La sperimentazione valuterà la sicurezza e l’efficacia dell’anticoagulante, somministrato a diversi dosaggi, nel migliorare il decorso della malattia. Ai 14 centri italiani coinvolti nello studio il farmaco sarà fornito gratuitamente dall’azienda Techdow Pharma, filiale italiana della Shenzen Hepalink Pharmaceutical Group.

Lo studio sarà coordinato da Pierluigi Viale, Ordinario di Malattie Infettive dell’Università di Bologna e Direttore dell’Unità Operativa Malattie Infettive del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi.
Coronavirus, l’appello ai bolognesi di Viale (S.Orsola): “Nelle prossime due settimane ci giochiamo il futuro del Paese”.

Ma come si è giunti a capire che l’eparina potrebbe essere efficace per guarire dal Coronavirus?

A spiegarlo è il cardiochirurgo Salvatore Spagnolo.

Le alterazioni della coagulazione e le complicazioni trombotiche nei pazienti Covid-19, rilevano gli esperti, hanno un ruolo significativo in termini di incidenza e di rilevanza clinica, rappresentando una delle più importanti variabili associate a mortalità.

Il dottor Spagnolo perciò ci spiega che, durante l’infezione da Coronavirus “ Si possono creare dei trombi nel polmone che non fanno circolare il sangue quindi si muore.

Pensare ciò mi ha permesso di chiarire proprio il meccanismo della trombosi in questi pazienti; questi virus possiedono una membrana superficiale e su di essa hanno dei sensori; quindi questo virus fa due cose contemporaneamente fa coagulare il sangue e crea infiammazione ed infezione. Sono stati gli stessi rianimatori a sottolineare una situazione strana dopo aver visionato le radiografie e da lì ho capito si trattasse di coaguli. Per questo l’eparina potrebbe salvare la vita di molti pazienti”.

Coronavirus, Aifa dà l’ok a studio su eparina

Un altro importante tassello del nostro armamentario terapeutico verso Covid-19 entra nella fase di sperimentazione clinica, quanto mai necessaria per capirne al meglio il ruolo e l’applicabilità – dichiara Viale, coordinatore dello studio -. Siamo grati ad AIFA per questa celere approvazione, che consentirà ai centri coinvolti di iniziare a lavorare per dimostrare il razionale di questa ipotesi scientifica. Abbiamo necessità di acquisire rapidamente evidenze e pertanto dobbiamo lavorare all’interno di trial clinici, associando alle nostre intuizioni e speranze il necessario rigore metodologico“.

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