Diritti e doveri

La mazzata di Natale: oltre ad IMU e TARI, arriva la tassa sul conto corrente e sarà salata


A dicembre milioni di italiani pagheranno le rate IMU e TARI sugli immobili, a seconda della natura del fabbricato e del Comune di residenza. Inoltre a fine anno, ci sarà da pagare l’imposta di bollo sul proprio conto. Insomma, un mese denso di appuntamenti con il Fisco, anche se la mazzata finale potrebbe arrivare da tutt’altro fronte.

Altro che IMU e TARI, la mazzata di Natale arriverà sul conto corrente è farà male

Sicuramente, sarà capitato a molti di imbattersi nella lettura della rendicontazione di fine anno che il proprio istituto di credito invia al cliente. Tra le varie voci di spesa, molti avranno notato quella che reca la dicitura “imposta di bollo”. Che cos’è? Nel 2011 con il D.L. n. 201/2011 il Governo Monti, con il decreto Salva Italia introduceva l’imposta di bollo sui depositi. In seguito alle successive modifiche, il legislatore ha fissato un importo fisso a tale imposta che corrisponde a 34,20 euro all’anno.

Tale pagamento si applica laddove la giacenza media su un conto corrente o libretto di risparmio di persona fisica superi il valore di 5.000 euro. Questo significa che, tutti coloro che hanno depositato un importo maggiore dovranno pagare questa somma obbligatoriamente.

Differente è l’importo che devono corrispondere soggetti diversi dalle persone fisiche. In tal caso l’ammontare dell’imposta di bollo per i conti intestati a società o imprese coincide con il valore di 100 euro annui. Questo secondo quanto disciplina l’art. 19 del D.L. n. 201/2011, all’art. 13, parte prima, comma 2-bis del D.P.R. n. 642/2972. Gli istituti di credito solitamente trattengono l’importo a fine anno, oppure decurtano periodicamente una quota commisurata al periodo di riferimento.

Questo tipo di imposta viene applicato anche in caso di conto cointestato ma non si raddoppia, in quanto si addice all’intera somma, non al singolo soggetto.

Attenzione perché l’imposta non si applica a tutti i conti correnti. Chi ha una giacenza media sotto i 5.000 euro, come prevedibile, non la paga. Inoltre, alcuni specifici conti parimenti non la devono pagare. Stiamo parlando dei correntisti con ISEE sotto i 7.500 euro che si escludono dalle spese bancarie.

Dicembre quindi si arricchisce della tredicesima, che presto sarà “risucchiata” da tasse che saremo costretti a pagare, tra cui appunto, la tassa sui conti. “Poveri” noi italiani!


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