Green Pass: se non lo possiedi, non potrai ritirare la pensione e percepire il Reddito di cittadinanza dal 1° Febbraio
Regole sempre più dure quelle del Governo italiano, che ha imposto il Green Pass o certificazione verde per poter accedere anche a servizi essenziali per il cittadino.
Dal 1° Febbraio inoltre, le restrizioni diventano sempre più severe: vi illustriamo in ordine cosa cambierà nei prossimi giorni.
Si cambia!
20-gen | Scatta l’obbligo di green pass di base (valido anche il tampone) per i clienti di parrucchieri e barbieri. Pass verde di base anche nei centri estetici |
01-feb | Scatta la sanzione di 100 euro per gli over 50 che non si sono vaccinati |
Obbligo di avere il green pass di base (valido anche tampone) per entrare negli uffici pubblici, alla posta, in banca o in uffici finanziari e nelle attività commerciali (ossia i negozi), con l’eccezione di quelle necessarie per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona | |
Durata green pass vaccinale ridotta a 6 mesi | |
Obbligo vaccinale per tutto il personale delle università | |
15-feb | Obbligo di Green Pass rafforzato per tutti i lavoratori (pubblici e privati) e i liberi professionisti di almeno 50 anni.
Chi non è ancora vaccinato dovrà effettuare la prima dose del vaccino entro il 31 gennaio per ottenere un Green Pass rafforzato valido a partire dal 15 febbraio (il certificato verde è rilasciato subito dopo la prima dose ma è attivato il quindicesimo giorno successivo alla somministrazione) |
Quindi per i possessori del Reddito di Cittadinanza sarà fondamentale disporre del Green Pass a partire dal 1 febbraio 2022 e anche per tutti coloro che ritirano la propria pensione alle Poste. Vediamo per quale motivo questi due strumenti saranno in qualche modo correlati
Reddito di cittadinanza e Green Pass
Tra coloro che dovranno disporre tassativamente del pass vaccinale ci sono anche i percettori del Reddito di Cittadinanza. Ma cosa c’entra il certificato verde con il sussidio ideato nel 2019 in favore delle famiglie disagiate?
Con le modifiche apportate dal Governo Draghi al RDC, coloro che ne usufruiscono devono obbligatoriamente recarsi almeno una volta al mese presso il centro per l’impiego per la ricerca attiva del lavoro. Dal 1 febbraio 2022 l’accesso agli uffici pubblici sarà garantito solo ai possessori del Green Pass (quantomeno quello base), quindi i titolari di RDC che ne sono sprovvisti non potranno entrare negli appositi centri preposti e di conseguenza rischiano di perdere la ghiotta opportunità di avere il sussidio e di trovare un nuovo lavoro.
Ancor peggiore lo scenario per coloro che hanno più di 50 anni, che come previsto dal decreto devono sottoporsi obbligatoriamente alla vaccinazione contro il covid-19. In quel caso scatterebbe anche la sanzione per non aver osservato la disposizione appena entrata in vigore (100 euro una tantum).
Naturalmente ciò riguarda anche coloro che non si avvalgono del Reddito di Cittadinanza, ma che per cercare una nuova occupazione si recano presso i CPI. Insomma, indirettamente il RDC e la disoccupazione potranno rivelarsi degli alleati nei controlli del Green Pass.
Niente pensione se non hai il Green Pass
Secondo quanto previsto nel decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri alla vigilia dell’Epifania, dal 1° febbraio 2022 per andare alla sportello postale, accedere negli uffici pubblici, entrare in banca o negli uffici di servizi finanziari sarà obbligatorio il green pass base, che si ottiene facendo un tampone o avendo completato il ciclo vaccinale. Questo significa che non puoi recarti all’Ufficio Postale se non possiedi il Green Pass e quindi, non potrai ritirare la pensione, tranne se ti viene effettuato l’accredito su carta.
Quali stati europei hanno adottato il Green Pass
Negli ultimi anni, in seguito all’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, l’Unione Europea ha introdotto un sistema comune per facilitare la libertà di movimento tra i paesi membri e garantire maggiore sicurezza durante gli spostamenti: il Green Pass europeo, noto ufficialmente come Certificato COVID digitale dell’UE. Questo documento digitale, o cartaceo, ha avuto un ruolo fondamentale nella gestione della pandemia, consentendo ai cittadini di dimostrare la propria vaccinazione, l’avvenuta guarigione dal virus, oppure l’esito negativo di un test molecolare o antigenico.
Tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea hanno adottato questo strumento in maniera coordinata a partire dall’estate del 2021. Tra questi troviamo paesi come Italia, Francia, Spagna, Germania, Grecia, Olanda, Portogallo e molti altri. Il Green Pass è stato utilizzato sia per i viaggi internazionali, agevolando l’accesso tra confini europei senza obbligo di quarantena, sia in ambito nazionale, dove è stato richiesto per accedere a luoghi pubblici come ristoranti, cinema, palestre, mezzi di trasporto e perfino luoghi di lavoro in alcuni paesi.
Oltre agli Stati dell’UE, anche diverse nazioni extraeuropee hanno scelto di aderire al sistema del Green Pass europeo, stipulando accordi di reciprocità e riconoscimento. Tra queste ci sono la Svizzera, la Norvegia, l’Islanda, il Liechtenstein, nonché piccoli stati come San Marino e la Città del Vaticano. Inoltre, alcune nazioni dei Balcani e dell’Est Europa, come la Macedonia del Nord, la Turchia e l’Ucraina, hanno ottenuto l’integrazione nel circuito europeo, garantendo così la validità del proprio certificato Covid anche nei paesi dell’UE.
Il Green Pass ha rappresentato una delle misure più concrete di cooperazione sanitaria europea, consentendo non solo di tenere sotto controllo l’andamento del virus, ma anche di riattivare gradualmente turismo, lavoro e istruzione in sicurezza. Con la riduzione dei contagi e l’evoluzione delle misure sanitarie, l’obbligo di Green Pass è stato progressivamente allentato o sospeso in molti paesi, ma il sistema resta comunque una base pronta all’uso in caso di nuove emergenze future. Il suo successo ha mostrato l’importanza di una risposta coordinata e digitale su scala europea.