Salute

Cancro al seno: ecco cosa c’è da sapere per prevenirlo


Tanto temuto da tutte le donne, può essere evitato con una buona prevenzione e degli stili di vita sani.

Le statistiche parlano chiaramente: ogni anno sono poco più di 60.000 i nuovi casi di cancro al seno, una neoplasia aggressiva ma facilmente diagnosticabile. Le cellule maligne che aggrediscono la mammella di solito vanno successivamente ad intaccare anche gli organi circostanti e i tessuti e se non viene diagnosticato subito può portare al decesso.
Il seno rappresenta la parte del corpo che delinea la femminilità di ogni donna ma anche il suo essere madre e in quanto tale, il seno va curato e amato come qualsiasi parte del corpo.
L’AIRC è l’associazione italiana per la ricerca contro il cancro e ogni giorno attraverso i mass media mette in evidenza che l’unica arma per combattere i tumori è la prevenzione mentre il pudore e la paura sono i più grandi nemici.

La gravidanza protegge dal tumore al seno

Alcuni ricercatori hanno posto l’attenzione su alcuni dati che vedono ammalarsi di più donne che vivono in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte mentre la minore incidenza si registra al Sud Italia. A quanto pare c’è una stretta relazione tra gravidanza e insorgenza di tumori. La gravidanza svolge un ruolo di protezione nei confronti del carcinoma mammario e al Nord c’è un tasso di natalità molto minore che al sud. Ciò significa che avendo più gravidanze, si abbassa drasticamente la possibilità di avere una neoplasia mammaria poiché è proprio durante l’attesa che diminuiscono gli estrogeni e cala il rischio.

Alimentazione sana per prevenire

Altro fattore di rischio sembra essere una dieta non equilibrata, ricca di proteine animali, latticini, alcool, grassi saturi. E’preferibile pertanto una dieta ricca di fibre vegetali e proteine che provengono da legumi, frutta secca che a quanto pare hanno un’importante azione protettiva nei confronti dei tumori ed è per questo che sono identificati come “proteine nobili”.
Anche l’alcool aumenterebbe il rischio di sviluppare un carcinoma perciò è consigliabile assumerlo in dosi minime.

Farmaci, fumo, età e storia

Molti sono gli studi condotti e purtroppo la possibilità di ammalarsi di tumore al seno aumenta se si assumono contraccettivi orali per un periodo superiore a 10-15 anni. Nonostante le pillole contengono ora dosaggi ormonali molto bassi, il rischio è accertato.
Anche l’età rappresenta un fattore da non sottovalutare: difficilmente il tumore al seno colpisce sotto i 30 anni, infatti, si riscontra più tra le signore che hanno superato i 60 anni. Gli scienziati oltretutto si sono soffermati maggiormente sull’evoluzione e la durata del periodo fertile della donna: coloro che hanno avuto un menarca precoce o una menopausa tardiva, hanno maggiore possibilità di ammalarsi.
Inutile affermarlo visto che è già risaputo da sempre che, anche il fumo è un grave pericolo per la salute e che aumenta del 50 % la probabilità di qualsiasi tumore.

La famigliarità

Il fattore di rischio più importante tra tutti, secondo i ricercatori di tutti i paesi del mondo è la famigliarità. La presenza nella propria famiglia di casi di tumore alla mammella fa crescere il rischio. Avere madri, sorelle, zie, nonne, insomma una sequenza che sembra inverosimile ma tutte colpite da questo cancro, dovrebbe convincere la donna a sottoporsi a controlli periodici.

Il responsabile è una mutazione genetica in questo caso generata da un’anomalia del cromosoma 17 e dei geni BRCA1 e BRCA2.

Prevenire è meglio che curare

 

Se è pur vero che il tumore al seno è una malattia che ci corrode e ci toglie il coraggio per affrontare la malattia, è altrettanto importante ricordare che noi donne siamo delle guerriere e sappiamo quanto sia fondamentale fare prevenzione, quanto sia facile oltretutto diagnosticarlo.
Ogni tumore alla mammella ha ottime possibilità di essere curabile se preso in tempo, prima che raggiunga 1,5 cm di diametro o prima che intacchi i linfonodi.
L’OMS suggerisce di eseguire, a partire dai 20 anni, l’autopalpazione una volta al mese, nella settimana successiva al ciclo per capire attraverso il tatto se ci sono noduli, tumefazioni, secrezioni.
Dai 30 ai 40 anni è opportuno eseguire annualmente delle semplici ecografie della mammella e superati i 40 si suggerisce la mammografia e delle visite specifiche. Se ci sono noduli sospetti viene fatta una biopsia e in caso di massa densa si decide nel caso di optare per una risonanza o una tac.
E’sempre opportuno ricordare che la battaglia per la prevenzione passa e comincia soprattutto da noi!


error: Contenuto protetto da Copyright