Diritti e doveri

Attenzione: revoca definitiva della pensione di reversibilità per chi non presenta questo documento entro il 15 Settembre


Settembre porta con sè cattive sorprese per i detentori della pensione di reversibilità:  l’Inps infatti, ha deciso dapprima di sospenderle e poi di revocarle ad alcuni pensionati.

Cosa è necessario fare per evitare di perdere tale prestazione prima del 15 Settembre?

Pensione di reversibilità: presenta subito il modello Red

Anche se questo mese sarà ricco di una serie di appuntamenti, cambiamenti e scadenze da parte del Fisco, non bisogna dimenticare quella del 15 settembre.

Questa è la scadenza entro la quale alcuni pensionati dovranno presentare idonea documentazione  per evitare l’annullamento delle prestazioni previdenziali. Se da un lato la pensione è un diritto acquisito e quindi non modificabile, dall’altro, in determinate circostanze, il pagamento dell’INPS può essere sospeso o revocato.

A vacillare sono le pensioni in tutto in parte collegate al reddito e tra queste rientrano le pensioni ai superstiti.

Nel mirino quindi finiscono anche le pensioni di reversibilità e in particolare quelle dei beneficiari che non hanno ancora fornito all’Inps la documentazione richiesta.

I pensionati che non hanno presentato il modello RED entro il 31 marzo avranno una trattenuta del 10% sull’importo della pensione. Entro il prossimo 15 settembre dovranno presentare domanda di ricostituzione reddituale evitando così la revoca definitiva della prestazione in pagamento.

Il modello RED è una dichiarazione della situazione reddituale annuale che deve essere inviata telematicamente all’INPS, al fine di non vedersi sospendere la pensione e ricevere tutte le prestazioni INPS previste dalla legge. In caso di mancata presentazione bisognerà presentare domanda di ricostituzione reddituale all’Inps o presso un Patronato.

Si tratta di una dichiarazione obbligatoria per chi ha altri redditi, oltre alla pensione: seconde abitazioni di proprietà o case concesse in locazione, maggiorazioni sociali, altre pensioni o redditi di lavoro dipendente conseguiti in Italia o all’estero.

Pertanto, il pensionato è tenuto a verificare annualmente se deve comunicare i redditi dell’anno precedente, per continuare a percepire la pensione e per continuare a ricevere la quattordicesima e le maggiorazioni sociali.

Chi deve presentare il modello RED

Sono tenuti per legge a presentare la dichiarazione reddituali all’INPS:

  • i pensionati che negli anni precedenti a quello oggetto di verifica non hanno avuto altri redditi, oltre a quello da pensione, se la situazione reddituale è variata rispetto a quella dichiarata l’anno precedente;
  • titolari di prestazioni collegate al reddito che non comunicano integralmente all’amministrazione finanziaria tutti i redditi influenti sulle prestazioni, perché non devono essere comunicati all’Agenzia delle Entrate con la dichiarazione dei redditi (modello 730 o REDDITI PF);
  • coloro che sono esonerati dall’obbligo di presentazione all’Agenzia delle Entrate della dichiarazione dei redditi e in possesso di redditi ulteriori a quelli da pensione. Per esempio coloro che hanno un reddito da pensione e un reddito da abitazione principale;
  • i titolari di alcune tipologie di redditi rilevanti ai fini previdenziali e che si dichiarano in maniera diversa ai fini fiscali all’Agenzia delle Entrate (modelli 730 o REDDITI PF), come per esempio, i redditi derivanti da collaborazione coordinata e continuativa o assimilati e lavoro autonomo, anche occasionale.

Requisiti

Come anticipato, l’invio del mod. RED 2021 è obbligatorio quando il pensionato, oltre alle pensioni, ha conseguito, ad esempio, i seguenti redditi:

  • lavoro dipendente prestato all’estero;
  • lavoro autonomo;
  • interessi bancari, postali, BOT e altri titoli di Stato;
  • arretrati da lavoro dipendente riferiti ad anni precedenti;
  • TFR;
  • pensioni dirette erogate da stati esteri;
  • pensioni estere per infortuni sul lavoro, ecc.

gennaio 2021 l’Inps ha inviato una lettera ai destinatari dove comunicava che non risultava pervenuto negli archivi dell’ente di previdenza nazionale “la comunicazione relativa ai redditi percepiti nell’anno 2017/2018 dal pensionato e/o dai componenti del suo nucleo familiare”, quindi li invitava a presentare la dichiarazione RED entro il 31 marzo.

Coloro che non hanno provveduto ad adempiere a tale obbligo, nei mesi di giugno/luglio, si sono visti recapitare un avviso da parte del’Istituto con il quale comunicava che, al fine di evitare la sospensione della prestazione pensionistica nei mesi di agosto e settembre, sarebbe stata applicata una trattenuta del 10% sull’importo pensionistico lordo in pagamento. Pertanto, entro il 15 settembre i pensionati dovranno presentare domanda di ricostituzione reddituale evitando così la revoca definitiva della prestazione in pagamento.

Fonte


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