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Vescovo affronta il Papa: “i migranti sono irriconoscenti, stiamo esagerando, la cittadinanza non è un regalo”.


Abbiamo più volte affrontato questo argomento, ovvero la volontà di Papa Francesco di accogliere i migranti nel nostro paese. Molti sono contrari, altri ben favorevoli sull’accoglienza.

Il monsignor Ignazio Zambito non si lascia intimorire dalla nota posizione del Papa ed esplicita il suo pensiero su immigrazione e Ius Soli.

Il vescovo si dichiara assolutamente contrario alla legge:

È inopportuna anche per il momento in cui viene proposta. Ci sono cose molto più urgenti. La reputo una scelta sciagurata. Non possiamo regalare la cittadinanza che, invece, si guadagna, si merita, si ottiene con fatica, sposando totalmente e per davvero i principi, le regole e le leggi del Paese che ospita. Oggi mi pare che questo non avvenga”.

Il rischio, per giunta, è quello di un arrivo smisurato di donne gravide che vorranno partorire il proprio figlio in Italia.

Pertanto lo ribadisce: “la cittadinanza non è un regalo”.

Certamente per chi fa parte della Chiesa non è facile prendere decisioni di questo genere come non lo è dover discutere sul futuro di questa povera gente.

Ma il vescovo tiene a spiegare la differenza: “Una cosa è l’ atteggiamento dell’ uomo di fede il quale risponde sempre al principio dell’ amore verso tutti, anche chi ci odia ed è nostro nemico (…) Ma esiste un altro aspetto, quello politico. Il governante saggio ha il dovere di vigilare su chi viene, perché arriva, chi è.

Abbiamo esagerato con l’accoglienza e penso alla insensatezza di togliere i crocefissi dalle aule o alla cancellazione dei concerti di Natale per non urtare l’ altrui sensibilità religiosa. Ritengo che occorre non chiedere, ma pretendere reciprocità. I musulmani vogliono, con ragione, professare la loro fede. Bene, ma questo diritto sia assicurato ai cristiani nelle loro terre”.

Le sue parole suonano chiare e forti: perchè trascurare gli italiani per lasciare il posto a migranti che pretendono tutto e non sono riconoscenti di nulla?

Queste parole sono destinate a fare clamore.


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