Tiroidite di Hashimoto: quando il sistema immunitario attacca la tiroide. Codice esenzione 056 per questa malattia
Avete mai sentito parlare di tiroidite di Hashimoto? E’ buna sindrome che colpisce un gran numero di persone circa 1 su 20, e non è facilmente diagnosticabile.
Scopriamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
Tiroidite di Hashimoto, quando la tiroide “ti distrugge”
Molto spesso, coloro che soffrono di questa sindrome e non lo sanno, si rivolgono al medico perchè sentono un senso di stanchezza continuo, tachicardia, sonnolenza, insonnia, ingrossamento della parte esterna del collo.
Il proprio medico, dopo una prima analisi al tatto, prescriverà gli esami del sangue per valutare il dosaggio degli ormoni tiroidei (TSH, FT3, FT4).
Quando siamo vittime di questa sindrome, significa che il nostro stesso sistema immunitario attacca la nostra stessa tiroide, come se la considerasse un pericolo, un nemico da sconfiggere. A quel punto la tiroide inizia a produrre una gran quantità di ormoni. In questa situazione pertanto, il nostro sistema immunitario sta attaccando il nostro organismo stesso.
La tiroide inizia a non funzionare come dovrebbe e risulterà sempre infiammata.
I sintomi
Allo stato iniziale è un pò difficile riconoscere i sintomi. Ma mano che la patologia arriva ad uno stadio più avanzato, i sintomi saranno:
-rigonfiamento al collo
-stanchezza continua
-aumento di peso inspiegabile
-dolori muscolari e alle ossa
-ciclo irregolare
-umore altalenante
-aumento battiti cardiaci
-ittero e continua sensazione di freddo
Se soffri di questi sintomi, è opportuno consultare il medico.
Come capire se si tratta della sindrome di Hashimoto
Per ottenere un accurata diagnosi, si esegue un prelievo di sangue, per valutare il dosaggio degli ormoni tiroidei. In una fase successiva, il medico prescriverà una terapia ormonale sostitutiva ovvero, il paziente dovrà assumere per tutta la vita un farmaco, la tiroxina, che andrà a rimpiazzare gli ormoni che non vengono più prodotti.
Come prevenire
Per prevenire qualsiasi disturbo legato alla tiroide, è opportuno eseguire una dieta ricca di iodio che si prende cura della nostra tiroide e la protegge.
Possiamo pertanto acquistare del sale iodato, oppure assumere alimenti più ricchi di iodio come crostacei, pesce di mare, molluschi, latte vaccino, uova.
I cibi che invece vanno evitati sono: soia, cavoli, rape, fagioli e cavolfiori.
Chi è più a rischio di ammalarsi
Diversi studi scientifici hanno affermato che 8 donne su 10 hanno maggiore possibilità di soffrire delle Tiroidite di Hashimoto e ad essere maggiormente a rischio sono coloro di età compresa tra 30 e 60 anni.
Ci sono condizioni che però ne aumentano la possibilità ovvero:
-avere un parente che ne soffre
-essere stati esposti a radiazioni
-avere altre malattie autoimmuni
Esenzione con codice 056 per chi soffre di questa patologia
Tutti coloro che soffrono di questa patologia, hanno diritto ad un codice di esenzione, 056 che da diritto ad effettuare in modo del tutto gratuito gli esami di controllo per monitorare la malattia.
L’esenzione sarà rinnovata ogni 18 mesi.
Tra gli esami che vengono riconosciuti gratuiti troviamo:
-Visita di primo accesso con esperto endocrinologia
-ALANINA AMINOTRANSFERASI (ALT) (GPT) [S/U]
-ASPARTATO AMINOTRANSFERASI (AST) (GOT) [S]
-TIREOTROPINA (TSH)
-TIROXINA LIBERA (FT4)
– TRIODOTIRONINA LIBERA (FT3)
-EMOCROMO: Hb, GR, GB, HCT, PLT, IND. DERIV., F. L.
– PRELIEVO DI SANGUE VENOSO
-ecografia capo e collo
– ecografia ghiandole salivari, collo per linfonodi, tiroide-paratiroidi
Vivere con la sindrome di Hashimoto
Vivere con la sindrome di Hashimoto può sembrare inizialmente una sfida complessa, soprattutto nei primi momenti dopo la diagnosi. Tuttavia, è importante sapere che, pur essendo una patologia cronica autoimmune, non impedisce affatto di condurre una vita serena e attiva. È vero: guarire completamente dalla sindrome di Hashimoto non è possibile secondo le conoscenze mediche attuali. Ma questo non significa che non si possa convivere con essa in modo positivo. Anzi, molte persone imparano a gestirla con equilibrio, adattando il proprio stile di vita e seguendo i consigli degli specialisti.
Questa patologia colpisce la tiroide, compromettendone gradualmente la funzionalità e portando, nella maggior parte dei casi, a una condizione di ipotiroidismo. I sintomi più comuni includono stanchezza persistente, variazioni di peso, pelle secca, intolleranza al freddo e difficoltà di concentrazione. Tuttavia, grazie a terapie farmacologiche mirate – come l’assunzione quotidiana di levotiroxina – è possibile ristabilire i livelli ormonali e migliorare notevolmente la qualità della vita.
Ciò che fa davvero la differenza nella gestione dell’Hashimoto è la consapevolezza. Imparare ad ascoltare il proprio corpo, adottare una dieta equilibrata, ridurre lo stress, dormire adeguatamente e fare attività fisica regolare sono tutte abitudini che possono aiutare a mantenere la malattia sotto controllo. Inoltre, è utile sottoporsi periodicamente a esami del sangue per monitorare il valore degli ormoni tiroidei e regolare la terapia, se necessario.
L’aspetto forse più importante da comprendere è che la sindrome di Hashimoto non definisce chi la vive. Non è una condanna, né un ostacolo insormontabile. Con il giusto approccio e il supporto medico adeguato, è del tutto possibile affrontare le giornate con energia, serenità e progettualità. In altre parole, anche se non si può guarire, si può vivere bene. E questo, per molti, rappresenta già una forma di vittoria.