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Rai: “Bisogna pagare il canone Rai anche su smartphone e tablet”. La possibile novità


Il canone Rai che tanto odiano gli italiani e che paghiamo in bolletta, presto potrebbe raddoppiare. Nessuno sarà tanto felice di sapere che questa imposta, presto, sarà addebitata anche per chi possiede uno smartphone o un tablet, non solo per chi ha il televisore in casa.

La proposta che non piace: pagare il canone Rai su smartphone e tablet

Far pagare il canone Rai non soltanto per sugli apparecchi televisivi, ma estenderlo anche a smartphone e tablet. È la proposta avanzata dall’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, alla Commissione di vigilanza, per cercare di rimediare alla crisi di ricavi nella quale versa la televisione pubblica.

Durante l’audizione alla Camera dei Deputati del 12 ottobre scorso, il neo delegato ha esposto quali sono le gravi difficoltà nel bilancio dell’azienda, presentando quattro possibili soluzioni, una di queste sarebbe far pagare il canone anche a coloro che guardano i canali del servizio pubblico on-line, tramite i device.

Di fronte alla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Fuortes ha evidenziato la perdita per 702 milioni di euro di ricavi dal 2008 al 2020. Un calo del 22% in tredici anni riconducibile secondo l’ad “alla riduzione delle entrate pubblicitarie, per 609.8 milioni di euro, e di altre entrate commerciali”.

Ma non sarebbe solo questa la ragione della crisi nella quale si trovano le casse della rete pubblica. Tra i motivi esposti in commissione vigilanza, Fuortes ha elencato:

-la concorrenza delle televisioni via Internet (Netflix, Amazon Prime e le altre) che conquistano ascolti;
-la concorrenza dei social network, che fanno proprie fette crescenti della torta pubblicitaria;
-la concorrenza dei nuovi canali gratuiti del digitale terrestre;
-la crisi economica che ha attanagliato l’Italia a partire dal 2008.

Per l’amministratore Rai inoltre i 90 euro pagati all’anno per la televisione in Italia sarebbero troppo pochi, a fronte dei 200 chiesti in Germania, i 300 in Austria o i 312 in Svizzera.

Per questo Fuortes ha avanzato alla Commissione vigilanza queste quattro proposte:

-la cancellazione integrale della tassa di concessione governativa sul canone delle famiglie;
-la garanzia di affollamenti pubblicitari più alti dal 2022 (pari all’8 per cento per singola fascia);
-la restituzione alla Rai dei 110 milioni di euro che oggi vanno invece al Fondo per il pluralismo;
-il pagamento del canone anche in capo a chi usa solo dispositivi multimediali anche mobili.

In particolare quest’ultima soluzione sarebbe giustificata dal fatto che con l’integrazione dell’offerta della Rai con il servizio on-line Raiplay, molti telespettatori rinunciano alla TV per vedere i canali sui pc, smartphone e tablet, evitando di pagare il canone. Se la sua proposta entrerà in vigore, gli italiani pagheranno una tassa Rai un po insolita, semplicemente perchè anche attraverso questi dispositivi (pc, smartphone e tablet) è possibile vedere i canali della Rai.


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