Non riesci ad alzarti dal letto la mattina appena sveglia? Non è pigrizia, ma una malattia
Quanti di voi hanno provato la sensazione di non riuscire ad alzarsi dal letto la mattina? Il vostro partner vi avrà considerati come pigroni ma in realtà non è cosi.
Si tratta di clinomania ed è un disturbo che può colpire in primis le mamme con bimbi molto piccoli, ma anche essere il campanello d’allarme per patologie come ansia cronica e depressione
Esiste un disturbo, chiamato clinomania, condizione patologica conosciuta anche con il nome di disania, che spinge le persone a restare a letto tutto il giorno. Ovviamente non parliamo della normale esitazione mattutina ad alzarsi, si tratta infatti di un disturbo che non ha niente a che vedere con la pigrizia, con l’essere dormiglioni, e nemmeno con la sindrome da stanchezza cronica. Per chi soffre di clinomania, infatti, le coperte diventano un vero e proprio rifugio dalla realtà, un modo per sfuggire alle responsabilità, tenendosi al riparo dal mondo esterno. La clinomania, quindi, che non è riconosciuta a livello medico, può essere definita come un’incapacità cronica a lasciare il letto
Questo disturbo si genera da questioni psicologiche che non danno all’individuo la forza di iniziare la giornata.
Clinomania, quando succede?
La clinomania quindi ci costringe a restare a letto non per il bisogno di dormire di più, ma perché le coperte diventano come una sorta di grembo materno, nel quale sentirsi sicuri e protetti. Una forma non patologica di clinomania si manifesta addirittura nel 70% delle persone che, nell’arco della propria vita ne hanno sofferto in seguito a situazioni di stress
La clinomania può nascere da uno stato di forte ansia e le cause possono essere diverse: può comparire se si soffre di depressione post partum, condizione che rigurda spesso le neo mamme e che necessita di essere seguita da uno specialista. Altre cause sono di origine psicologica: bassa autostima, paura delle relazioni sociali, paura di fallire. Spesso, poi, la clinomania, può essere un sintomo della depressione, associata a fobie e ipocondria. Le persone più esposte alla clinomania, quindi, sono quelle che soffrono di depressione e quelle tendenzialmente ansiose
Come uscirne cambiando le proprie abitudini
La clinomania, ovvero l’impulso incontrollabile a rimanere a letto, può sembrare in apparenza un semplice bisogno di riposo, ma se diventa una condizione persistente e cronica, può rappresentare un vero campanello d’allarme per la salute mentale. Quando questa inclinazione ad isolarsi nel letto, anche in assenza di sonno, si protrae per giorni o settimane, interferendo con il lavoro, i rapporti sociali e la vita quotidiana, è essenziale ricorrere all’aiuto di un professionista.
In presenza di clinomania cronica, lo psicologo o lo psichiatra può avviare un percorso di psicoterapia personalizzata, utile per indagare le cause profonde del problema e individuare le strategie più adatte per affrontarlo. Se viene diagnosticata una forma depressiva, che spesso si nasconde dietro a questo comportamento, lo specialista potrà valutare l’eventuale utilizzo di terapie farmacologiche, come antidepressivi o ansiolitici, da affiancare a un lavoro psicologico strutturato.
Tuttavia, esistono anche forme non patologiche di clinomania, che si manifestano in risposta a periodi particolarmente stressanti, faticosi o emotivamente complessi. In questi casi, non si parla di un disturbo clinico, ma di una reazione fisiologica temporanea al sovraccarico mentale. Quando ci si trova in questa situazione, è possibile adottare delle strategie pratiche per ristabilire un equilibrio e migliorare la qualità della vita.
Un primo passo fondamentale è regolare il ciclo sonno-veglia, cercando di dormire un numero adeguato di ore, preferibilmente tra le 6 e le 9 ore per notte. Non esistono regole rigide valide per tutti, ma l’aspetto cruciale è mantenere una certa costanza negli orari di addormentamento e risveglio. Anche il modo in cui ci si prepara al sonno gioca un ruolo essenziale: rituali rilassanti come un bagno caldo, una tisana a base di erbe come camomilla, melissa o passiflora, oppure esercizi di stretching dolce o yoga, possono favorire un rilassamento profondo, facilitando un riposo più rigenerante.
Inoltre, è utile evitare l’uso di dispositivi elettronici prima di andare a dormire. La luce blu emessa da smartphone, tablet e computer interferisce con la produzione di melatonina, l’ormone del sonno, alterando così la qualità del riposo. Se possibile, è consigliabile non tenere questi dispositivi in camera da letto, per creare un ambiente più favorevole al relax.
Anche l’intimità gioca un ruolo sorprendente: una regolare attività sessuale contribuisce a ridurre lo stress e ad aumentare la produzione di endorfine e serotonina, neurotrasmettitori che migliorano l’umore e favoriscono il benessere generale, influenzando positivamente anche il sonno.
In conclusione, se la tendenza a restare a letto si trasforma da piacere momentaneo a comportamento ricorrente e invalidante, è importante non sottovalutarla. La clinomania può nascondere disagi più profondi e complessi che meritano attenzione. Agire per tempo, chiedere aiuto e prendersi cura del proprio corpo e della propria mente con piccoli ma significativi cambiamenti quotidiani, può fare una grande differenza nel recuperare energia, motivazione e qualità della vita.