Diritti e doveri

La pensione di invalidità si trasforma in assegno sociale a 67 anni, ma diminuisce l’importo: vantaggi e svantaggi


Al raggiungimento del 67° anno di età, la normativa italiana prevede un cambiamento importante nel sistema delle prestazioni assistenziali. In particolare, per coloro che fino a quel momento percepivano la pensione di inabilità o l’assegno mensile di assistenza per invalidità civile, l’erogazione di tali trattamenti cessa automaticamente. Tuttavia, non si tratta di un’interruzione senza tutele: in sostituzione, il beneficiario ha diritto – previa verifica dei requisiti – a ricevere l’assegno sociale, una misura economica destinata a garantire un minimo sostegno a chi si trova in condizioni economiche disagiate.

L’assegno sociale, infatti, non è concesso in automatico: bisogna presentare apposita domanda all’INPS e dimostrare di possedere un reddito personale (o coniugale, se si è sposati) inferiore a soglie stabilite annualmente dalla legge. Inoltre, è richiesto il requisito della residenza stabile e continuativa in Italia da almeno 10 anni, oltre alla cittadinanza italiana o a uno status equiparato.

Questo passaggio da una prestazione assistenziale legata all’invalidità a una legata all’età e al reddito ha l’obiettivo di riorganizzare il sistema di protezione sociale in base alle esigenze della persona anziana, che ormai non è più considerata inabile in senso lavorativo, ma bisognosa di supporto economico in quanto anziana senza mezzi sufficienti.

Va precisato che l’importo dell’assegno sociale non è necessariamente uguale alla pensione di inabilità precedentemente percepita, e può variare anche in base alla composizione del nucleo familiare. Per evitare interruzioni nell’erogazione, è consigliabile informarsi con anticipo e avviare le pratiche burocratiche prima del compimento dei 67 anni, così da garantire continuità nel sostegno economico.

L’assegno sociale è destinato agli invalidi civili titolari di assegno mensile, ai titolari di pensione di invalidità totale e ai sordi titolari di pensione non reversibile: questi soggetti acquisiscono automaticamente il diritto all’assegno sociale erogato dall’INPS.
Non si tramutano invece in assegno sociale la pensione per ciechi assoluti e la pensione per ciechi parziali che vengono erogate anche dopo i 65 anni e 7 mesi di età.

Requisiti

– avere più di 67

– rispettare i requisiti di reddito previsti;

Trasformazione di invalidità in pensione sociale: solo dopo i 67 anni

L’assegno ordinario di invalidità, riconosciuto a causa di un’infermità, ha una durata massima di tre anni ed è rinnovabile dall’interessato; se viene confermato per tre volte, trascorsi quindi 9 anni, diventa definitivo. L’ordinamento prevede che l’assegno ordinario di invalidità si trasformi in pensione di vecchiaia al perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla nuova Legge 214/2011 (Legge Monti–Fornero).

L’importo della pensione trasformata da assegno ordinario di invalidità in pensione di vecchiaia non potrà essere inferiore a quello dell’assegno in pagamento al momento della trasformazione. Inoltre l’importo della pensione di vecchiaia, calcolato secondo le norme comuni, deve essere posto a confronto con l’importo dell’assegno di invalidità. La pensione di vecchiaia sarà quindi Costituita dal maggiore dei due importi.

La trasformazione da assegno ordinario di invalidità a pensione di vecchiaia comporta due vantaggi da non trascurare:

1) Il pensionato potrà cumulare senza alcun limite la pensione con eventuali redditi da lavoro sia dipendente sia autonomo. L’assegno di invalidità è infatti cumulabile solo parzialmente con eventuali redditi da lavoro attraverso un meccanismo di decurtazione della pensione stessa.

2) In caso di decesso del pensionato, gli eredi avranno diritto alla pensione di reversibilità (solo se vi sono contributi da lavoro e relativa pensione inerente ad essi)

L’assegno di invalidità non è infatti reversibile nei confronti degli eredi. Questi ultimi in caso di decesso del lavoratore titolare di AOI, dovranno verificare la sussistenza dei requisiti contributivi per la pensione indiretta.

La trasformazione della pensione di invalidità in pensione di vecchiaia avviene automaticamente senza la necessità di presentare la domanda. Sarà compito dello stesso Istituto che, al momento dell’età pensionabile, dovrà verificare la sussistenza dei requisiti contributivi (20 anni) e, in caso di accertamento positivo, a provvedere alla trasformazione dell’assegno. In alternativa va presentata la domanda di trasformazione entro 120 giorni dal raggiungimento del requisito d’età previsto.

I periodi di godimento dell’assegno per i quali non è stata prestata attività lavorativa devono essere considerati utili ai fini del perfezionamento dei requisiti di contribuzione e di assicurazione.

Quota e durata

L’importo dell’assegno per il 2023 è pari a 503 euro per tredici mensilità. Per l’anno in corso il limite di reddito è pari a 6.085,30 euro annui e 12.170,60 euro, se il soggetto è coniugato. L’assegno non è soggetto alle trattenute IRPEF.
L’assegno sociale NON è reversibile.