Hai mai sentito parlare della malattia dei campi magnetici? ecco i sintomi da non sottovalutare
Siamo nell’era della tecnologia che, se da un verso ci rende la vita più interessante e connessa con il resto del mondo, dall’altro verso sta danneggiando la nostra salute. Le malattie aumentano sempre di più e a tutte queste già esistenti si è aggiunta la malattia da campi magnetici. Ne hai mai sentito parlare? Ti spieghiamo in questo articolo di cosa si tratta.
Se oggi ci vantiamo tanto che la tecnologia ha fatto passi da giganti, c’è da valutare, nel tempo, quindi in futuro, se ci sta causando danno irreversibili di salute.
Ogni giorno utilizziamo in modo alquanto eccessivo, telefoni cellulari, wi-fi, computers, elettrodomestici, impianti elettrici delle abitazioni, siamo circondati da stazioni radiobase, radar, ripetitori radio-televisivi, ponti radio, elettrodotti e così via.
Continuamente, ad ogni ora del giorno, siamo pertanto circondati da campi magnetici. Tutto ciò, sarà dannoso per la nostra salute? Scopriamolo.
Malattia da campi magnetici: quando la tecnologia ci distrugge
Alcuni, più di altri, percepiscono il malessere generato dai campi magnetici che ci circondano. Questo disturbo, che prende il nome di elettrosensibilità (ES), genera i seguenti sintomi:
- formicolio,
- prurito,
- insonnia,
- mal di testa,
- debolezza,
- nausea,
- malessere generale
- disturbi di memoria
- bradicardia
- disturbi dell’umore
- sintomatologia dolorosa
Cosa fare?
Negli ultimi anni si è discusso molto della cosiddetta ipersensibilità ai campi elettromagnetici, una condizione conosciuta anche con la sigla EHS (Electro Hyper Sensitivity), che sta attirando crescente attenzione tra chi ne manifesta i sintomi e gli specialisti del settore sanitario e ambientale. Tuttavia, nonostante le numerose segnalazioni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) attualmente non riconosce ufficialmente questa sindrome come una malattia medica vera e propria. Secondo quanto affermato dall’OMS, gli studi scientifici disponibili non sono ancora riusciti a dimostrare in modo definitivo un rapporto causa-effetto tra i sintomi lamentati dai pazienti e l’esposizione ai campi elettromagnetici, generati da dispositivi come telefoni cellulari, router Wi-Fi, antenne, elettrodomestici e linee ad alta tensione.
Tuttavia, il quadro è molto diverso in alcuni Paesi del Nord Europa, come la Svezia, dove l’EHS è ufficialmente riconosciuta come una disabilità. In questi casi, i pazienti possono accedere a misure di supporto economico, come la pensione anticipata o di invalidità, e hanno diritto a vivere in ambienti protetti, con l’obiettivo di evitare o limitare l’esposizione a fonti di onde elettromagnetiche.
Chi soffre di questa condizione spesso riporta una vasta gamma di sintomi debilitanti: cefalee persistenti, vertigini, tachicardia, affaticamento cronico, problemi di concentrazione, disturbi del sonno, formicolii, irritazioni cutanee e sensazioni di malessere generale ogni volta che si trova in prossimità di dispositivi elettronici o infrastrutture radianti. Questi disturbi possono influire profondamente sulla qualità della vita, portando a isolamento sociale, depressione, ansia e in alcuni casi invalidità lavorativa.
Molti dei soggetti che si definiscono elettrosensibili sono costretti a modificare radicalmente il proprio stile di vita per cercare sollievo. Alcuni scelgono di trasferirsi in zone rurali, lontane dalle città, dove l’inquinamento elettromagnetico è minore. Altri installano nelle loro case barriere protettive, come vernici schermanti, tende antiradiazione o apparecchi di filtraggio per le reti elettriche domestiche. In alcuni casi estremi, si arriva perfino alla rinuncia totale all’uso di dispositivi elettronici, vivendo quasi in isolamento tecnologico.
Gli ambienti urbani densamente popolati, come stazioni, centri commerciali, aeroporti o uffici, rappresentano per queste persone una vera trappola: qui i livelli di radiazioni non ionizzanti possono raggiungere picchi elevati a causa dell’elevato numero di dispositivi presenti. Per questo motivo, chi manifesta sintomi compatibili con l’EHS viene invitato ad evitare ambienti affollati, soprattutto dove siano presenti molte fonti di emissione elettromagnetica.
Nonostante il dibattito scientifico sia ancora aperto, è innegabile che l’impatto psicologico e fisico di questa sindrome è reale per chi la vive ogni giorno. Molti esperti sottolineano come sia essenziale non sottovalutare la sofferenza soggettiva e propongono un approccio integrato, che combini attenzione medica, supporto psicologico e valutazioni ambientali. Alcuni centri medici stanno già sperimentando terapie orientate alla riduzione dello stress ossidativo, detossificazione e percorsi di rieducazione neurologica.
In definitiva, anche se l’ipersensibilità elettromagnetica non è ancora riconosciuta a livello globale, cresce la consapevolezza della necessità di approfondire la ricerca e trovare soluzioni efficaci per chi ne soffre. Intanto, la prevenzione passa attraverso una maggiore educazione all’uso consapevole delle tecnologie, il controllo dell’inquinamento elettromagnetico domestico e una riflessione seria su quanto l’iperconnessione stia influenzando, nel bene e nel male, la nostra salute.