Diritti e doveri

Ernia e depressione, due patologie molto comuni che danno diritto all’assegno di invalidità


Siamo sicuri di sapere che cos’è l’ invalidità civile e per cosa si ha diritto all’ assegno di invalidità?
L’invalidità civile indica una difficoltà a svolgere alcune funzioni che accompagnano la vita quotidiana pertanto si ha disagio fisico, psichico o intellettivo, della vista o dell’udito. L’ invalidità deve essere accertata da medici competenti e la malattia deve essere invalidante.

Per invalido civile pertanto si intende un individuo che a causa della sua patologia non può svolgere attività lavorativa poichè la malattia non glielo permette. A tal proposito ha diritto ad un assegno che possa coprire le sue necessità quotidiane. Coloro che possono avere invalidità civile devono avere un età compresa tra 18 e 65 anni.

Assegno di invalidità, diritti dell’ invalido civile

Quali sono i diritti dell’ invalido civile? Chi ha l’invalidità al 100% ha diritto a ricevere un assegno che possa coprire le spese di sostentamento visto la totale impossibilità di lavorare. Se l’invalidità non è totale, si offre una fornitura di protesi, presidi ed ausili; all’ esenzione parziale o totale dal pagamento del ticket sanitario per tutte le prestazioni mediche riguardanti la patologia invalidante (nel caso di invalidità pari o superiore al 67%); ad agevolazioni per le graduatorie delle case popolari.

Assegno di invalidità, a chi spetta

L’assegno di invalidità spetta solo a chi sia dichiarato invalido con una percentuale compresa tra il 74 e il 99%; inoltre, a differenza dell’indennità di accompagnamento, è necessario anche che il soggetto versi in uno stato di bisogno economico. La pensione di inabilità, invece, spetta solamente a chi viene riconosciuta un’invalidità pari al 100%.

Invalidità per ernia

Cosa è l’ ernia? Si parla di ernia quando un organo interno fuoriesce dalla parete del muscolo o del tessuto che lo contiene. A seconda della parte del corpo ove l’ernia si presenta, si potrà avere: l’ernia inguinale; l’ernia iatale; l’ernia femorale. Le cause dell’ernia sono dovute normalmente all’ indebolimento dei muscoli; i quali non riescono più a trattenere l’organo. L’ ernia può dar diritto al riconoscimento dell’ invalidità civile, sebbene non sia presente nelle tabelle ministeriali, dove vi è infatti solo un riferimento agli ‘ esiti di trattamento chirurgico per ernia diaframmatica congenità, con riconoscimento di invalidità dall’ uno al dieci per cento.

Come fare richiesta

Nelle linee guida dell’Inps sul riconoscimento dell’invalidità si parla di ernia iatale, inguinale, crurale, ipogastrica, epigastrica e ombelicale. Se, invece, l’ernia discale riguarda le vertebre lombari e il paziente viene sottoposto ad un intervento chirurgico di stabilizzazione del rachide lombare, la patologia può essere ricondotta all’anchilosi di rachide lombare e dar luogo al riconoscimento di un’invalidità dal 31 al 40%.
In ogni caso vale sempre il principio per cui chi fa richiesta ha la possibilità di dimostrare che la patologia è invalidante al punto da non consentirgli di svolgere le attività lavorative se è in età da lavoro o le attività quotidiane se ha meno di 18 anni e più di 65 anni.

Invalidità per depressione

La depressione è un disturbo dell’umore caratterizzata da un insieme di sintomi che variano a seconda del soggetto colpito e dell’intensità. La depressione può portare al totale isolamento sociale. Normalmente si manifesta secondo i seguenti sintomi:

-perdita dell’appetito e di energie;

-disturbi del sonno;

-stati ansiosi;

-difficoltà di concentrazione e di memoria.

I tipi di depressione

La depressione rientra tra le patologie previste dalla legge nelle apposite tabelle ministeriali al fine del riconoscimento dell’invalidità civile. In particolare, è prevista una percentuale di invalidità diversa a seconda della gravità della patologia, come di seguito indicato:

sindrome depressiva endoreattiva

-lieve: invalidità del 10%;

-media: invalidità del 25%;

-grave: invalidità dal 31 al 40%;

sindrome depressiva endogena

-lieve: invalidità del 30%;

-media: invalidità dal 41 al 50%;

-grave: invalidità dal 71 all’80%;

nevrosi fobico ossessiva

-lieve: invalidità del 15%;

-media: invalidità dal 21% al 30%;

-grave: invalidità dal 41% al 50%;

nevrosi ansiosa: invalidità del 15%;

psicosi ossessiva: invalidità dal 71% all’80%.

Come fare richiesta

Chi decide di fare richiesta deve dimostrare una riduzione della capacità lavorativa di almeno un terzo o l’ impossibilità di svolgere gli atti quotidiani della vita. Chi fa richiesta deve supportare la stessa con la documentazione medica in suo possesso dalla quale si evince la gravità della patologia, le cure a cui si è sottoposto, le conseguenze negative che comportano per la propria vita.

Tutto ciò è molto importante affinché la commissione esaminatrice possa valutare con giusta cognizione di causa le condizioni del potenziale invalido civile

Assegno di invalidità, l’iter necessario per la richiesta

Per chiedere l’invalidità civile si deve andare dal medico di famiglia per la compilazione online del certificato medico introduttivo, perché sia attestata la patologia invalidante. Bisogna poi trasmettere telematicamente il certificato medico all’Inps, accedendo direttamente alla propria area personale mediante codice PIN oppure tramite patronato o associazioni di categoria.
L’Inps provvederà a fissare la visita medica di accertamento presso la commissione ASL integrata da un medico Inps. La commissione medica dovrà valutare la gravità del ernia e la capacità di quest’ultima di ridurre la capacità lavorativa dell’invalido oppure di impedirgli gli atti della vita quotidiana. I parametri da seguire sono quelli indicati nella tabella ministeriale sopra richiamata.

Assegno di invalidità, come e a chi fare ricorso

In caso di mancato accoglimento della richiesta o parziale accoglimento della stessa è possibile presentare ricorso in tribunale. Ciò deve avvenire entro il termine di sei mesi dalla notifica dell’esito delle visita. Il ricorso va presentato al tribunale territorialmente competente. Consiste nella richiesta della nomina di un consulente tecnico d’ufficio ovvero di un medico legale che rivaluti le condizioni di salute del ricorrente.
È necessaria l’assistenza di un avvocato. Nel caso di ulteriore esito negativo, è ancora possibile impugnare la perizia sfavorevole entro trenta giorni. E procedere con un ricorso di merito nel quale bisogna contestare specificamente le risultanze della visita ed, eventualmente, chiedere al giudice il rinnovo delle operazioni peritali.

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