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Denise Pipitone, testimonianza shock di una donna: “La bambina è morta”


Dopo molti anni di ricerche, Denise Pipitone non è ancora stata trovata e sono molti i dubbi intorno a questa vicenda: sarà ancora viva?

La storia di Denise Pipitone è una delle vicende più toccanti e misteriose che abbiano mai segnato l’Italia. La bambina, che all’epoca della scomparsa aveva appena quattro anni, svanì nel nulla mentre giocava a pochi metri da casa della nonna materna, in una tranquilla via di Mazara del Vallo, in Sicilia. Era una giornata di settembre del 2004, apparentemente normale, ma bastarono pochi istanti di distrazione perché accadesse l’impensabile. Da allora, la sua famiglia, in particolare la madre Piera Maggio, non ha mai smesso di cercarla, diventando simbolo di tenacia, forza e amore materno.

Quella mattina, Denise stava giocando con il cuginetto, quando, in un attimo, è scomparsa. Nessuno ha visto nulla di concreto, nessun urlo, nessuna corsa, solo il silenzio improvviso di una bambina che non c’era più. Le indagini partirono subito e si focalizzarono su piste familiari, ipotizzando che il movente potesse essere legato a rancori personali o a dinamiche complicate all’interno di una realtà familiare frammentata.

Nel corso degli anni sono emersi molti indizi, presunti avvistamenti, telefonate anonime, test del DNA e perfino segnalazioni da altri Paesi. Ogni volta si è accesa una nuova speranza, che però si è spesso spenta nel nulla. Le varie fasi del caso hanno visto momenti di grande clamore mediatico e altri in cui tutto sembrava fermo. Ma una cosa non si è mai spenta: la speranza che Denise possa essere ancora viva.

Nonostante il tempo passato, il volto della bambina continua a essere impresso nella memoria collettiva degli italiani. La madre ha sempre dichiarato di sentirsi legata spiritualmente alla figlia e di credere profondamente che sia ancora viva da qualche parte. Il caso, tuttora irrisolto, è diventato un simbolo non solo di una tragedia familiare, ma anche della necessità di giustizia e di una verità che ancora si fa attendere.

La storia di Denise Pipitone è molto più di un semplice fatto di cronaca: è il racconto di una madre che non si è mai arresa e di un Paese intero che, in silenzio o a voce alta, continua a chiedere: dov’è Denise?

Alcuni mesi fa, l’indagine sul caso di Denise Pipitone aveva aperto nuove prospettive che facevano intravedere una luce in questa storia oscura. Si ritiene che grazie alla moderna tecnologia di isolamento acustico, sia stato possibile eliminare i disturbi ambientali riscontrati nelle telefonate intercettate di Anna Corona, Jessica Pulizzi e Giuseppe Della Chiave. Il fatto che Anna Corona avesse fatto ristrutturare il garage della casa in cui abitava all’epoca della scomparsa di Denise, e che il suo alibi per il giorno della sparizione fosse improvvisamente caduto, hanno portato gli inquirenti a iscrivere la dona nel registro degli indagati.

Nonostante le indagini, non si riesce a comprendere che fine abbia fatto la bambina; sebbene dalle conversazioni emerga il “disprezzo” che Anna Corona e altri della sua famiglia provano nei confronti di Piera Maggio, in nessuna delle conversazioni è possibile trovare prova dell’atto criminale o comunque qualcosa di penalmente rilevante.

Rimane un mistero la testimonianza che una donna ha offerto all’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta. La donna lo ha contattato su Facebook dicendogli di avere delle informazioni importanti sulla bambina, di non aver trovato fino ad allora il coraggio di andare dalla polizia e di non volere che il suo nome venisse fatto al di fuori di un tribunale. L’unica informazione che è emersa sulla testimone è che si tratterebbe di una donna sposata con un dirigente veterinario.

Il legale ha riportato quanto la donna gli ha riferito in una lettera inviata alla Procura. Tra le frasi che Anna Corona gli avrebbe detto ce n’è una che ha particolarmente colpito: “A picciridda morse picchi io a Piera Maggio ci mangiu u cori” (la bambina è morta e io a Piera Maggio le mangio il cuore). Ma pare anche che alla donna Anna Corona avesse detto: “Venne messa nel magazzino di un signore che viveva all’estero e aveva un casa nella sua palazzina”.

Una versione differente da quella che ha dato la stessa donna ai pm. Per quanto riguarda la frase sulla bambina, la donna ha ribadito che quando le ha chiesto di Denise, Anna le rispose: “A picciridda morse“, ma poi ha riferito una seconda parte della frase differente: “A Piera Maggio le si deve bruciare il cuore”. Per quanto riguarda il magazzino, la donna ha anche specificato: “Non mi ha mai detto che la bambina era stata messa in uno specifico magazzino e meno che mai in quello di un signore che viveva all’estero e aveva una casa nella sua palazzina. Non ho mai sentito la Corona parlare di un anziano che viveva all’estero”.