Diritti e doveri

Come ricevere un assegno di 522 euro al mese con una semplice visita medica: in pochi lo sanno


Sono moltissimi i cittadini italiani che ogni giorno si trovano a dover affrontare percorsi complessi per il riconoscimento dell’invalidità civile, spesso senza avere informazioni chiare, precise e aggiornate. Riceviamo numerose richieste da parte dei lettori che, tra dubbi e incertezze, cercano di comprendere meglio i meccanismi che regolano indennizzi, percentuali e benefici correlati. Ed è proprio su questo punto che è importante fare chiarezza: la disinformazione, unita alla complessità della burocrazia, spinge spesso le persone a rinunciare o ad affidarsi a chi non ha sufficiente competenza in materia.

Uno degli errori più comuni riguarda l’idea che, per ottenere un assegno di invalidità, si debba presentare una sola patologia grave, quella predominante. In realtà, il sistema di valutazione dell’invalidità civile considera l’intero quadro clinico della persona. Questo significa che anche patologie minori, che da sole non inciderebbero in maniera significativa, possono contribuire al raggiungimento della soglia minima del 33%, necessaria per accedere ad alcuni benefici economici e assistenziali.

Il calcolo della percentuale d’invalidità non è aritmetico, ma segue un criterio medico-legale stabilito da tabelle ministeriali. Ogni patologia viene valutata singolarmente in base alla sua gravità, e poi le diverse invalidità vengono combinati secondo un metodo specifico, definito “criterio della riduzione della capacità lavorativa residua”. Ciò significa che non si sommano semplicemente le percentuali di invalidità, ma si valuta il peso complessivo delle condizioni sulla capacità della persona di svolgere una normale attività lavorativa.

Ad esempio, una persona con problemi cardiaci lievi (10%) e diabete (20%), potrà ottenere una percentuale complessiva superiore al 30% se presenta anche disturbi alla vista o difficoltà motorie. In determinati casi, l’insieme delle patologie può portare a superare il 74%, soglia che dà diritto all’assegno mensile di assistenza (se si rispettano anche i limiti reddituali previsti dalla legge). Con percentuali superiori al 75%, inoltre, si può richiedere l’iscrizione alle categorie protette, con possibilità di inserimento lavorativo tutelato.

È essenziale anche sapere che l’invalidità civile non coincide con l’invalidità lavorativa o previdenziale: sono istituti distinti, regolati da norme e criteri diversi, che danno diritto a prestazioni differenti. In molti casi, le persone che hanno già riconosciuta un’invalidità dall’INAIL o dall’ente previdenziale, scoprono che potrebbero ottenere anche altri benefici tramite l’INPS, presentando apposita domanda per il riconoscimento dell’invalidità civile.

Infine, non bisogna scoraggiarsi davanti a un primo esito negativo: è possibile presentare ricorso, oppure richiedere un aggravamento, qualora le condizioni di salute siano peggiorate. In ogni caso, documentazione medica dettagliata e aggiornata è fondamentale per facilitare il lavoro della commissione medica.

Facciamo un esempio: la signora Maria ha il DIABETE MELLITO TIPO 1° CON COMPLICANZE MICRO MACROANGIOPATICHE CON MANIFESTAZIONI CLINICHE DI MEDIO GRADO quindi, la percentuale di invalidità attribuita è 50%.

Ma la signora in questione, soffre anche di ANEMIA EMOLITICA AUTOIMMUNE che le assicura un ulteriore 41% di invalidità.

Va tenuto in considerazione che Maria ha anche una RINITE CRONICA ATROFICA che le da possibilità di ottenere il 10%. Quindi Maria, a causa dei suoi disturbi di salute, alcuni gravi, altri molto meno, può ottenere il 100% di invalidità (50 + 40 + 10).

Se Maria non supera un reddito familiare di € 16.982,49, può ottenere un assegno di invalidità di 650 euro mensili.

Molti cittadini, se pur con patologie, non raggiungono il 100% di invalidità però, possono ottenere cospicue somme se affetti dalle malattie che vi elencheremo di seguito.

Come ricevere un assegno di 522 euro al mese

Infatti, in molti pur avendo una malattia significativa non fanno richiesta dall’indennità di accompagnamento. Oppure, se ne fanno richiesta l’INPS la nega, ma è sempre possibile impugnare il verbale negativo.

Le patologie invalidanti che danno diritto all’assegno di 522 euro al mese sono tante e sono divise in base all’apparato: cardiocircolatorio, respiratorio, digerente, urinario, endocrino, osteoarticolare e locomotore, neurologico, psichico e visivo.

Le patologie più comuni sono:

a) diabete mellito;

b) trattamenti chemioterapici e cancro;

c) aritmie cardiache e cardiopatie gravi;

d) artrosi e artrite reumatoide in base alla gravità;

e) malattie invalidanti mentali (disturbo bipolare e schizofrenia);

f) sindrome di down;

g) malattie con disturbi del neurosviluppo (ad esempio l’autismo);

h) sclerosi multipla grave;

i) Alzheimer e Parkinson;

l) interventi che comportano menomazioni permanenti;

m) patologie nefrologiche (reni) e emodialisi;

n) tetraplegia o paraplegia.

Come ricevere l’assegno di accompagnamento di 522 euro al mese

L’indennità di accompagnamento nel 2021 è di 522,10 euro al mese per dodici mensilità, per un importo complessivo annuale di 6.265,20 euro (la tredicesima mensilità non spetta).

Inoltre, l’indennità è riconosciuta in misura fissa, a prescindere dei redditi personali o dai redditi del nucleo familiare. Infine, non si considera l’età del richiedente e l’assegno non è soggetto al pignoramento.

Per ottenere l’assegno di 522 euro al mese, è necessario essere affetti da una patologia grave che comporta l’assistenza continua di un familiare. A valutare la gravità della patologia è una Commissione medica INPS che considera vari aspetti. Nello specifico:

a) assistenza continua in quanto impossibilitato a svolgere atti di vita quotidiana;

b) quando non si può deambulare autonomamente e si ha bisogno di un supporto;

c) persone sottoposte a terapie oncologiche invalidanti.

Sulle patologie che richiedono terapie oncologiche, più volte è intervenuta la Cassazione, precisando che l’indennità spetta sia durante la fase avanzata della malattia che durante tutto il trattamento oncologico (chemioterapia o radioterapia).

La dicitura sul certificato medico introduttivo

Il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento di 522 euro al mese non è un percorso facile. Ma la prima cosa da fare è recarsi dal proprio medico curante e compilare il certificato medico introduttivo contenente la dicitura: “Persona impossibilitata a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore”. Oppure, la dicitura: “Persona che necessita di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”.

È importante barrare una delle due voci con le diciture sopra indicate, in quanto solo in questo modo, la Commissione medico legale potrà considerare l’indennità di accompagnamento. Inoltre, il medico nel certificato dovrà indicare tutte le patologie di cui è affetto il richiedente. Infine, nel caso di patologie oncologiche è possibile richiedere, attraverso il certificato medico, la procedura d’urgenza.

Il medico dovrà inviare il certificato introduttivo all’INPS in modalità telematica e dovrà consegnare il numero di protocollo al paziente.

Il paziente dovrà recarsi presso un patronato per presentare domanda indicando il numero di protocollo del certificato medico introduttivo.

L’INPS esaminerà la domanda e convocherà a visita il richiedente dinnanzi alla Commissione medica che dovrà valutare la patologia e il suo stato di gravità.