Aumenta la tua pensione con i “Diritti Inespressi”: fino a 300€ in più da richiedere all’INPS. Pochi lo sanno…
Molti pensionati non sanno di avere diritto a somme aggiuntive sulla loro pensione: si tratta dei cosiddetti “diritti inespressi”, cioè integrazioni economiche legate a situazioni personali o familiari, che però non vengono riconosciute in automatico dall’INPS. Per ottenerle, è necessario fare richiesta esplicita. Si tratta quindi di importi aggiuntivi che potrebbero migliorare sensibilmente la vita economica di chi è in pensione, ma che rischiano di andare persi se il diretto interessato non è informato a dovere.
Il motivo di questa mancanza è spesso di natura burocratica. Un tempo, ogni anno, l’INPS spediva ai pensionati il modello ObisM, un documento in cui erano indicati tutti gli elementi che componevano l’importo della pensione mensile. Questo strumento era molto utile per verificare se tutti i diritti venissero riconosciuti. Oggi, però, questo modello non viene più inviato in formato cartaceo: è disponibile esclusivamente online, consultabile sul sito dell’INPS tramite credenziali personali (SPID, CIE o CNS). Una procedura apparentemente semplice, ma che può risultare particolarmente difficile per molti anziani, soprattutto per chi non ha familiarità con il mondo digitale o non ha accesso a dispositivi connessi a internet.
Tra i diritti inespressi più comuni ci sono, ad esempio: le maggiorazioni sociali, gli assegni al nucleo familiare per pensionati, le detrazioni per carichi familiari, oppure integrazioni al trattamento minimo in caso di redditi bassi. Si tratta spesso di somme che, una volta riconosciute, vengono erogate anche con arretrati che coprono più anni, con cifre che in alcuni casi possono essere anche molto significative.
Per accertarsi di aver diritto a questi benefici e per evitare che spettanze legittime restino non riscosse, è consigliabile rivolgersi a un patronato, a un CAF o a un professionista abilitato, che possa analizzare il cedolino della pensione e confrontarlo con la situazione personale e reddituale. Un semplice controllo potrebbe rivelare che ci sono soldi non percepiti da anni, che potrebbero essere recuperati grazie a una richiesta mirata.
In definitiva, la mancanza di informazione e l’eccessiva digitalizzazione delle procedure rischiano di penalizzare proprio i più fragili. È quindi fondamentale fare informazione, sensibilizzare i cittadini, incoraggiare il controllo dei propri dati pensionistici, per non rinunciare a ciò che spetta di diritto.
Perché sono definiti diritti “inespressi”?
Perché non ne è prevista l’erogazione automatica da parte dell’Inps e se l’interessato non ne fa esplicita richiesta, il diritto è ignorato.
Chi ne ha diritto?
Tutti quei pensionati che abbiano già compiuto il sessantacinquesimo anno di età e che siano titolari di pensione minima, ma anche coloro a cui spetta l’assegno familiare per reddito basso e ai disabili al 100%.
Quali sono i casi più comuni?
La casistica è varia: dagli assegni familiari alle maggiorazioni sociali ed integrazioni al minimo, la quattordicesima mensilità, le prestazioni a favore degli invalidi civili. Molte volte le pensioni possono aumentare di importo in base a cambiamenti nelle condizioni del nucleo familiare, come la perdita di lavoro di un figlio o del coniuge o la sopraggiunta presenza di un invalido nel nucleo familiare.
Sono coinvolti i contribuenti con pensioni molto basse…
I pensionati che hanno un importo lordo di pensione inferiore a 1000 euro mensili, a specifiche condizioni previste, possono ottenere degli aumenti legati alle maggiorazioni di carattere sociale ed assistenziale. I pensionati che fanno parte di un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore ai parametri previsti dalla legge possono ottenere un aumento per liquidazione degli assegni al nucleo familiare. E nel caso in cui uno dei componenti della famiglia sia invalido al 100%, l’importo degli assegni al nucleo familiare ed i limiti di reddito per averne diritto sono più elevati. Inoltre, nel caso di pensionati soli con pensione di reversibilità, il diritto può esserci anche nel caso in cui il nucleo sia composto solo dal pensionato stesso invalido.
Ci sono termini temporali da rispettare?
La pratica può essere retroattiva e produrre il recupero delle somme anche per gli anni passati, ma nel limite dei 5 anni precedenti.
Come avviene la consegna dei documenti?
Esclusivamente per via telematica. Al Patronato seguiamo interamente l’iter burocratico previsto.
Che cos’è invece il ricalcolo della pensione per supplemento?
Se ci sono nuovi contributi versati esistono gli istituti del supplemento di pensione e della ricostituzione della pensione. Con il primo, si conteggiano i contributi versati successivamente alla decorrenza della pensione, mentre la ricostituzione riguarda invece il riconoscimento di contributi già maturati prima della pensione ma non conteggiati come, ad esempio, il Servizio militare.
E per chi non è ancora in pensione?
Il patronato di solito è organizzato per fare il calcolo delle previsioni pensionistiche, gli importi spettanti mensilmente dall’assegno pensionistico con le diverse soluzioni. Abbiamo assistito centinaia di lavoratori che chiedevano informazioni sulle differenze tra Quota 100 e la Riforma Fornero. La convenienza varia a seconda dei casi e del percorso svolto in ciascuna carriera lavorativa.
Come fare per rivalere i diritti inespressi?
Qualsiasi Caf sarà in grado di verificare i dati del pensionato e qualora ne avesse diritto, inoltrerà esso stesso la domanda, permettendo all’anziano di avvalersi dei suo diritti e di ricevere altri soldi che posano garantirgli una vita serena.