Diritti e doveri

Anche il Comune potrà sapere quanto hai sul conto corrente


A partire dal 2020, una nuova normativa ha profondamente modificato i poteri degli enti locali in materia di riscossione dei tributi. Oggi, anche il Comune ha la possibilità di verificare la situazione patrimoniale dei propri cittadini, accedendo a informazioni delicate come il saldo del conto corrente. Questo potere, prima attribuito quasi esclusivamente all’Agenzia delle Entrate, è stato esteso anche agli enti locali, che possono così intervenire più rapidamente ed efficacemente nella riscossione delle imposte locali non versate.

I nuovi poteri dei Comuni

L’innovazione è arrivata con l’introduzione dell’accertamento esecutivo, una procedura che consente al Comune di attivare le azioni di recupero del credito senza dover attendere ulteriori autorizzazioni da parte del giudice. In pratica, l’atto di accertamento stesso ha già valore di titolo esecutivo, e può essere utilizzato per avviare immediatamente il pignoramento di beni, stipendi, pensioni e conti correnti.

Questo significa che se un cittadino ha un debito nei confronti del Comune, ad esempio per il mancato pagamento di IMU, TARI, o multe, quest’ultimo può procedere direttamente con le misure coercitive, come farebbe l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Accesso ai dati bancari

Uno degli aspetti più rilevanti di questa riforma riguarda l’accesso ai dati finanziari. Attraverso specifici strumenti di cooperazione tra enti, il Comune può accedere al database dell’anagrafe tributaria per conoscere informazioni dettagliate sui movimenti bancari, sulle giacenze medie e su altri dati finanziari rilevanti. In questo modo può valutare la reale capacità economica del contribuente e agire di conseguenza.

L’obiettivo: ridurre l’evasione

Il fine principale di queste nuove misure è contrastare più efficacemente l’evasione fiscale a livello locale, che rappresenta da sempre una voce critica per i bilanci comunali. Attraverso strumenti più incisivi e una burocrazia snellita, i Comuni possono oggi recuperare le somme dovute in tempi molto più rapidi, garantendo al contempo maggiore equità tra i contribuenti.

Cosa deve sapere il cittadino

Chi ha debiti con il Comune farebbe bene a regolarizzarli quanto prima. Le sanzioni, gli interessi e i costi delle procedure esecutive possono infatti far lievitare in maniera significativa l’importo da versare. Inoltre, ignorare gli avvisi di accertamento può comportare il blocco del conto corrente, il fermo amministrativo del veicolo o il pignoramento diretto dello stipendio.

In sintesi, è cambiato il rapporto tra cittadino ed ente locale: il Comune non è più un semplice spettatore nella lotta all’evasione, ma un soggetto attivo, dotato di poteri ispettivi ed esecutivi molto incisivi, che rendono il rispetto delle norme fiscali ancora più importante.

Come riportato da La legge per tutti, si tratta dello stesso mezzo riconosciuto all’Agenzia delle Entrate. In pratica, l’atto che accerta l’omesso versamento delle imposte è di per sé stesso “titolo”: significa cioè che non necessita più della successiva cartella di pagamento per avviare il pignoramento. Risultato: con un passaggio in meno, l’esecuzione esattoriale diventa più celere e pericolosa. Ma non solo. Ad aumentare i rischi per il contribuente moroso ci sarà la possibilità, per l’ente locale, di consultare l’Anagrafe tributaria e, con essa, anche l’archivio dei rapporti finanziari. In questo modo, il fisco locale saprà quanto hai in banca e quali redditi percepisci.

Non ci sarà più bisogno della notifica della cartella esattoriale prima del pignoramento, quindi.

L’accesso all’Anagrafe tributaria e i pignoramenti

Come oggi possono fare l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, il Comune avrà accesso all’Anagrafe tributaria. Questo significa che sarà più semplice individuare gli istituti di credito con cui il contribuente ha rapporti, al fine di promuovere il pignoramento presso terzi.

Nessun abuso, nessuna sorpresa: nel momento in cui avete aperto un conto in banca, avete già messo in conto che presso di esso siano possibili pignoramenti presso terzi.

Dovete anche sapere che Agenzia Entrate, Guardia di Finanza, Enti Locali e persino il debitore mediante istanza rettamente motivata possano essere messi a conoscenza dell’esistenza di beni aggredibili.

Ricordiamo che L’Agenzia dell’Entrate ha da lunga pezza un’anagrafe dei conti correnti: un elenco  di movimentazioni e saldi bancari di ciascuno di noi.

Anagrafe che può essere consultata dai debitori dietro parere dell’autorità competente: per i privati ciò solitamente accade con una richiesta in Tribunale una volta accertata l’esistenza di un credito nei confronti di un soggetto.

Sarebbe stato illogico quindi negare agli Enti Locali quello che l’Amministrazione a livello Nazionale può fare, e anzi può fare anche il comune cittadino.