Acquista all’asta giudiziaria dei mobili e li riconsegna ai proprietari: “Non era giusto portarli via a persone che li avevano comprati con tanti sacrifici”
Grande ammirazione e profondo rispetto per Enrico, protagonista di una vicenda che rappresenta un raro esempio di altruismo autentico e di straordinaria umanità. In un mondo dove troppo spesso prevalgono l’egoismo e l’interesse personale, il suo gesto ci ricorda che esiste ancora chi è capace di mettere il cuore davanti al portafoglio.
Tutto è iniziato quando Enrico ha deciso di partecipare a un’asta giudiziaria, dove venivano messi in vendita mobili e oggetti appartenenti a una famiglia in gravi difficoltà economiche. In queste circostanze, purtroppo, le famiglie coinvolte vedono finire all’asta beni a cui spesso sono legati profondamente, frutto di anni di sacrifici e fatiche. Enrico, consapevole di questo dolore silenzioso, ha deciso di agire in modo diverso: ha acquistato tutto, ma non per rivendere o guadagnarci, bensì per restituire ogni singolo oggetto ai suoi legittimi proprietari.
“Non era giusto portarli via a persone che li avevano comprati con tanto sudore”, ha dichiarato con semplicità, ma dietro queste parole si cela un atto di grande generosità e empatia. Enrico non conosceva quella famiglia, non aveva obblighi né vincoli morali. Eppure, ha deciso di intervenire per evitare un’ulteriore umiliazione a chi già stava vivendo un momento difficile.
Il suo gesto è diventato simbolo di solidarietà concreta, un esempio che dovrebbe far riflettere tutti noi sull’importanza di aiutare il prossimo senza attendersi nulla in cambio. In un’epoca in cui l’indifferenza spesso prevale, storie come quella di Enrico dimostrano che si può scegliere di fare la differenza, anche in silenzio, con azioni semplici ma potenti.
Il suo atto ha avuto un forte impatto non solo sulla famiglia coinvolta, che ha potuto riabbracciare pezzi della propria vita, ma anche su tutta la comunità, che ha riscoperto il valore dell’umanità disinteressata. Enrico ha insegnato a tutti noi che anche nel buio delle difficoltà può emergere la luce dell’altruismo, e che a volte basta un solo gesto, compiuto col cuore, per cambiare la giornata — e la vita — di qualcuno.
Spoleto, acquista mobili all’asta ma li riconsegna a chi erano stati sequestrati
Quella di Enrico Donnola, 30enne di Spoleto, è sicuramente una di quelle storie genuine ed esemplari. Sì, perché lui, appassionato delle aste giudiziarie, questa volta si è reso protagonista di un gesto di umanità pura e dettata dal cuore, nei confronti di due anziani signori di Terni a cui l’ufficiale giudiziario aveva pignorato tutti i mobili di casa.
Sì, perché dopo averli comprati all’asta, a un prezzo irrisorio di cui non vuol far menzione, Enrico Donnola, venuto a conoscenza della storia che stava dietro a tutta quella mobilia, ha deciso di lasciarne l’usufrutto a quelle persone a cui la vita, e non soltanto, stava togliendo le ultime cose, seppur materiali, rimaste.
“Nella vita le difficoltà le possiamo trovare tutti – dice il ragazzo – io, nonostante le aste giudiziarie le frequenti spesso, non accetto che simili provvedimenti vengano presi nei confronti di persone deboli”. I provvedimenti di legge, però, non fanno sconti a nessuno. Ma andiamo per ordine.
“Guardando tra le aste giudiziarie, ho visto una serie di mobili che avrebbero potuto interessarmi per arredare un immobile di mia proprietà e quindi ho pensato di partecipare, aggiudicandomeli – spiega Enrico Donnola – C’erano vetrine, sedie, tavolini da pranzo e tappeti. Prima di tutto ho telefonato alla signora che non è stata molto gentile, ma questo è comprensibile. Capito il problema ho chiesto agli organi preposti, visto che ormai me li ero aggiudicati, di bloccare il procedimento e di lasciare i mobili a queste persone”. Un gesto di grande umanità, anche se per qualcuno forse non troppo comprensibile.
“Mi è stato chiesto il perché di questa scelta – prosegue il trentenne spoletino – e io ho risposto che non solo non avrei voluto nemmeno vedere i mobili che avevo comprato, ma che non ritenevo neppure giusto portarli via a persone che magari li avevano comprati con tanti sacrifici. Persone che, tra l’altro, non stanno bene. Si tratta di una coppia dove lei è invalida e seguita dagli assistenti sociali e lui non sta molto bene in salute.
Quindi ho firmato, ho pagato, ho detto che avrei lasciato tutto al suo posto, come fosse una donazione di cui potranno usufruire finché vivono, altrimenti sarebbero stati passibili di un ulteriore pignoramento, e me ne sono andato. E credo che in questa scelta mi abbia aiutato anche mio padre Pompilio, che non c’è più da 7 anni ma che nel corso della sua vita questi valori me li ha insegnati”.
Un gesto che non ha lasciato indifferenti gli anziani coniugi ternani. “La signora mi ha chiamato e si è messa a piangere – conclude Donnola – mi ha ringraziato, raccontandomi anche la situazione di disagio in cui vive. A loro voglio solo augurare tanta salute, perché ne hanno davvero poca”.