Diritti e doveri

A chi spetta l’indennità di 1.500 euro al mese dopo i 63 anni e fino alla pensione? Scopriamolo


A chi spetta dai 63 anni in su un’indennità fino a 1.500 euro al mese, fino alla pensione? Molti non lo sanno e siamo qui per discutere dettagliatamente di questo sussidio conosciuto da pochi.

La Legge di Bilancio 2021, oltre a prevedere un pacchetto sostanzioso di sussidi per famiglie ed imprese, ha prorogato al 31 dicembre 2021 anche l’Ape sociale.

Hai mai sentito parlare di Ape Sociale?

L’APE sociale agevolato è un sussidio economico introdotto dall’articolo 1, co. 179 della legge 232/2016 (legge di bilancio 2017) che accompagna al raggiungimento della pensione di vecchiaia nel regime pubblico obbligatorio, a partire dal 1° maggio 2017, alcune categorie di lavoratori meritevoli di una particolare tutela da parte del legislatore a condizione di avere raggiunto il 63° anno di età unitamente ad almeno 30 o 36 anni di contributi.

Le principali novità che riguardano questo tipo di agevolazione, sono contenuti nei commi 339 e 340.

Esaminiamo, dunque, in quali casi dai 63 anni di età è possibile ottenere un’indennità fino 1.500 euro al mese.

Ape sociale

Come abbiamo già accennato tale sussidio è rivolto a determinate categorie di lavoratori. A partire dai 63 anni di età fino alla pensione di vecchiaia.

L’importo dell’indennità, che viene corrisposta mensilmente per dodici mesi, è pari all’importo della pensione calcolato al momento in cui si accede all’Ape sociale.

Se l’importo calcolato è superiore a 1.500 euro, al beneficiario spetterà un’indennità di 1.500 euro al mese. Se l’importo, invece, è inferiore a 1.500 euro, al beneficiario spetterà quanto calcolato.

I beneficiari dell’indennità

Da quanto previsto dall’attuale Legge di Bilancio 2021 per il corrente anno, può essere richiesto dai lavoratori con 63 anni di età, iscritti a una o più gestioni INPS, che cessino l’attività lavorativa autonoma, parasubordinata o dipendente. E non siano titolari di pensione.

Tra i beneficiari anche i soggetti disoccupati che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta.

Possono accedervi anche i “caregiver” ovvero coloro che si prendono cura naturalmente di tutti i familiari e che quindi assistono un loro congiunto ammalato e/o disabile.

Per ottenere ciò è necessario che l’assistenza sia superiore a 6 mesi. Esso può essere un parente di primo grado convivente con handicap grave, oppure un parente o un affine di secondo grado convivente.

Anche i lavoratori con un’invalidità civile di almeno il 74% accertata dall’INPS con trent’anni di anzianità contributiva.

Così come i lavoratori che svolgono lavori gravosi da almeno sette anni negli ultimi dieci. Oppure da almeno sei anni negli ultimi sette con un’anzianità contributiva di almeno 36 anni.

Inoltre per quanto riguarda le donne, è prevista una riduzione dei requisiti contributivi richiesti per l’accesso all’APE sociale, pari a 12 mesi per ciascun figlio, nel limite massimo di 2 anni (cd. APE sociale donna).

Come richiedere il sussidio

Per accedere al sussidio il lavoratore deve inoltre cessare qualsiasi attività lavorativa sia dipendente che autonoma fermo restando la possibilità di cumulare l’indennità con piccoli redditi da lavoro dipendente o parasubordinato nei limiti di 8.000 euro annui (4.800 euro nel caso di lavoro autonomo).

I lavoratori interessati che possono usufruire dell’indennità devono presentare la domanda per il loro riconoscimento entro il 31 marzo 2021. Ovvero il 15 luglio 2021 per chi matura i requisiti nel 2021.

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