Salute

Sconfitto il tumore al pancreas grazie ad una cura sperimentale: 38enne salva dalla forma cancro più aggressiva


Laura Rosi, una donna italiana di 38 anni, a cui è stata diagnosticato un cancro al pancreas terminale e inoperabile nel maggio del 2019.

Tuttavia, grazie a una nuova terapia sperimentale sviluppata dal professor Davide Melisi, ricercatore Airc e responsabile dell’Unità di terapie sperimentali in oncologia al policlinico di Borgo Roma a Verona, è completamente guarita dalla malattia dal 2 agosto del 2022. Questo è probabilmente il primo caso in Italia di un paziente affetto da cancro al pancreas che ha raggiunto una “risposta completa” al trattamento.

Secondo Melisi, la terapia ha coinvolto uno studio clinico su Laura utilizzando farmaci sperimentali combinati con chemioterapia, tra cui un inibitore di Tgfbeta, sviluppato con fondi della ricerca Airc.

Anche se Laura ha risposto bene per circa un anno e mezzo, la malattia è tornata. Melisi e il suo team hanno quindi deciso di utilizzare una nuova tecnologia chiamata “Ngs”, che legge il genoma del tumore e identifica le mutazioni nel gene Ret. Questo ha portato alla scoperta di una nuova terapia che consiste nell’assunzione di pillole senza l’ausilio della chemioterapia. In soli due mesi, questa terapia ha raggiunto la remissione completa del tumore, il che significa che tutte le cellule cancerose sono state eliminate e distrutte.

Melisi sottolinea che questa nuova terapia è ancora sperimentale e non ancora approvata per l’uso diffuso. Tuttavia, ha già mostrato risultati promettenti in altri pazienti affetti da cancro alla tiroide. L’aspetto eccezionale del caso di Laura è che la mutazione Ret non era stata precedentemente identificata nel cancro al pancreas.

Melisi e il suo team sono entusiasti del successo di questa nuova terapia e del suo potenziale intervento che darebbe speranza ai pazienti affetti da cancro. Credono che utilizzando l’oncologia di precisione e personalizzata, si possano identificare specifiche mutazioni e sviluppare trattamenti mirati per aiutare più pazienti a raggiungere la remissione completa. Questa scoperta innovativa offre un raggio di speranza ai pazienti affetti da cancro e ai loro cari e potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti in futuro.

Cosa sapere sul tumore al pancreas

Il tumore al pancreas è una delle forme di cancro più temute e difficili da individuare precocemente. Viene spesso definito “killer silenzioso” per la sua capacità di svilupparsi senza sintomi evidenti nelle fasi iniziali. Questo tumore colpisce il pancreas, un organo fondamentale situato dietro lo stomaco che svolge funzioni cruciali per la digestione e il controllo della glicemia. Esistono diversi tipi di tumori pancreatici, ma il più comune è l’adenocarcinoma duttale, che si sviluppa nei dotti pancreatici. Meno frequenti, ma degni di nota, sono i tumori neuroendocrini, che originano dalle cellule endocrine dell’organo.

La principale difficoltà legata a questo tipo di cancro è la diagnosi tardiva. I sintomi, quando si presentano, tendono a essere generici: dolore nella parte superiore dell’addome o alla schiena, perdita di peso improvvisa, ittero (colorazione giallastra della pelle e degli occhi), feci chiare e urine scure, oltre a una profonda stanchezza. Spesso, quando questi segnali diventano evidenti, la malattia è già in fase avanzata.

Tra i fattori di rischio riconosciuti ci sono il fumo di sigaretta, la pancreatite cronica, il diabete di lunga durata, l’obesità e alcune predisposizioni genetiche. Nonostante ciò, in molti casi, non è possibile identificare una causa chiara. La diagnosi si basa su indagini come la TAC, la risonanza magnetica e l’ecoendoscopia, confermate eventualmente con una biopsia.

Le possibilità di cura dipendono dallo stadio del tumore. La chirurgia, se praticabile, rappresenta l’unica chance di guarigione definitiva, ma solo una minoranza dei pazienti può sottoporvisi. In alternativa, si ricorre a chemioterapia, radioterapia e terapie mirate, con l’obiettivo di rallentare la malattia e migliorare la qualità della vita.

Oggi, nonostante i progressi della ricerca, la prognosi resta sfavorevole. Tuttavia, la prevenzione e una maggiore consapevolezza possono fare la differenza. Riconoscere i segnali del corpo, effettuare controlli regolari e mantenere uno stile di vita sano sono passi fondamentali per combattere, o almeno anticipare, questa malattia così subdola.