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Peste suina in Germania: ora è allarme anche in Italia


Si spera che la peste suina, che ha coinvolto la Sassonia, possa essere fermata in tempo e che in Italia non generi danni, perchè ciò sarebbe come la ciliegina sulla torta, in una situazione che già è eccessivamente critica a causa della pandemia.

Il pericolo è che ora la malattia, che è innocua per l’uomo, possa arrivare fino ai maiali di allevamento. In Italia la Ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova ha proposto un nuovo piano di controllo dei cinghiali: “Non possiamo farci trovare impreparati”.

Attualmente il contagio da peste suina, registrato per la prima volta in Africa, si è diffuso in Germania, mettendo a rischio gli elevamenti del Paese.

L’istituto Friedrich Loeffler infatti ha confermato che il 27 ottobre un cinghiale ucciso nel distretto di Görlitz è risultato infettato. Il pericolo è che ora la malattia, che è innocua per l’uomo, possa arrivare fino ai maiali di allevamento generando una catastrofe per gli allevatori che potrebbero essere messi in ginocchio  in un momento già molto particolare con l’emergenza covid in corso. Gli animali colpiti infatti di solito muoiono entro pochi giorni.

lo stesso allarme già scattato in altri Paesi europei, sia quelli al confine con la Germania che altrove come l’Italia. Sul caso infatti è intervenuta anche la Ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova dopo le richieste degli allevatori italiani. “Ho deciso di proporre un decreto legge per disporre l’adozione del Piano regionale di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiali da parte delle Regioni, con le finalità di prevenire la diffusione della peste suina africana” ha spiegato la ministra . “Per affrontare responsabilmente la situazione, ho assunto un’iniziativa concordata con il Ministero della Salute, che ha la responsabilità di presentare ogni anno alla Commissione Europea un piano di intervento per il contrasto della Peste Suina Africana”, ha proseguito Bellanova, “anche perché non è ancora risolto il problema in Sardegna dove la PSA è presente dal 1978 oltre al fatto che la malattia si sta pericolosamente avvicinando ai nostri confini, dopo i recenti casi in Belgio, quelli incerti in Francia e gli ultimi in Germania. Se dovesse arrivare in Italia non possiamo farci trovare impreparati”.


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