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Mentana sbotta contro chi ha offeso Silvia Romano: ”Con i soldi del riscatto potevate istruirvi, ignoranti”



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Duro attacco contro gli haters da parte di Enrico Mentana che ha difeso Silvia Romano dalle offese giunte nei suoi confronti.
Durante il tg in onda su La7, il direttore Enrico Mentana si è rivolto direttamente a tutti coloro che, in queste ore, stanno riversando odio e violenza su Silvia Romano, a causa della sua conversione all’Islam e della cifra che sarebbe stata pagata dallo Stato italiano, somma che secondo alcuni poteva servire ad aiutare molti cittadini in difficoltà economica da Coronavirus.

“Diciamocelo francamente – ha esordito il direttore Enrico Mentana – queste polemiche intorno a Silvia Romano non sono sconcertanti. Sono terribili, deplorevoli. Sono da condannare assolutamente. La libertà è la libertà”.

Probabilmente, molto infastidito dal comportamento di chi ha giudicato negativamente la ragazza ha affermato: “Non si può eccepire. O qualcuno può addirittura arrivare a dire ‘con i soldi del riscatto quante cose avremmo potuto fare?’. Sì, potevate fare qualcosa. Istruirvi! Perché queste cose sono da ignoranti della democrazia e della convivenza”.

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Per Silvia Romano sono giunte critiche e offese da Nord a Sud su molti canali social e per questo motivo il responsabile dell’antiterrorismo milanese, Albero Nobili ha aperto una indagine. L’ipotesi, contro ignoti, è di minacce aggravate.

Un consigliere comunale di Asolo (Treviso), Nico Basso  ha postato una foto di Silvia Romano e sotto ha scritto «impiccatela». Un post su Facebook che ha subito cancellato, ma che era accompagnato da altri messaggi di odio e offese volgari alla giovane cooperante italiana liberata in Somalia dopo 18 mesi di prigionia.

Le verità nascoste

I soldi del riscatto di Silvia Romano servono per finanziare la jihad. Così ha detto Ali Dehere, portavoce di Al Shabaab (l’organizzazione terroristica che ha sequestrato la cooperante italiana): «Perché mai avremmo dovuto maltrattarla? Silvia Romano rappresentava per noi una preziosa merce di scambio. E poi è una donna, e noi di Al Shabaab nutriamo un grande rispetto per le donne. Abbiamo fatto di tutto per non farla soffrire, anche perché Silvia Romano era un ostaggio, non una prigioniera di guerra».


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