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La storia del Presidente che ha commosso il mondo: ha donato ai poveri il 90% di tutti i suoi stipendi


il presidente che dona lo stipendio ai poveri

Jose Mujica è l’ex presidente dell’Uruguay ed è stato in carica dal 1º marzo 2010 al 1º marzo 2015 e politico fino al 2020.

Egli è diventato famoso per aver donato ai poveri il 90% del suo stipendio statale e per aver permesso ai senzatetto di dormire nella dimora presidenziale.

È stato definito il ‘presidente più povero del mondo’ e rappresenta il governatore perfetto che mette i bisogni dei cittadini dinanzi a propri.

Per vivere ha scelto una casetta di campagna molto modesta, dove ha sempre coltivato l’orto e condotto una vita semplice. Per anni ha combattuto a lungo per l’uguaglianza e la parità. La sua scelta di vita ne è la naturale conseguenza. Il suo esempio è stato da sempre un appello alla sobrietà.

La storia del presidente che ha commosso il mondo

Ex guerrigliero dei primi anni Sessanta, alla guida del Paese tra il 2010 e il 2015 ottenne la depenalizzazione dell’aborto, sostenne il riconoscimento dei matrimoni gay.

Di recente ha deciso di abbandonare del tutto la politica: a influire sulla sua decisione sono state la sua condizione di salute e anche il coronavirus: “Se non posso muovermi per svolgere la mia attività sarei davvero un cattivo senatore”.

Conosciuto pubblicamente come Pepe Mujica, è stato uno dei Presidenti più noti e ammirati al mondo. Il motivo? Aver donato il 90% del proprio stipendio alle persone più bisognose, oltre a rinunciare alla residenza presidenziale ed alla scorta.

Ha vissuto per tutta la durata del suo mandato con uno stipendio di soli 775 dollari al mese (circa 800 euro), abitando in una fattoria dove coltiva fiori assieme alla moglie Lucía Topolansky (vicepresidente del Paese dal 2017) e al suo cane.

Nessuna auto blu, né fiumi di denaro, ha sempre rifiutato tutto ciò.

Il Presidente dell’Uruguay durante il suo incarico di presidente ha sempre continuato a lavorare la terra, raccogliere l’acqua da un pozzo e stendere personalmente i suoi panni sui fili nel giardino. Quando militava tra i Tupamaros, un’organizzazione radicale marxista ispirata alla Revolución cubana, che rapinava le banche e distribuiva soldi e danaroai poveri, il suo nome di battaglia era “Pepe”.

Mujica ha spiegato: “ho vissuto in questo modo la maggior parte della mia vita. Posso vivere con quello che ho. Dicono che sono stato il presidente più povero, ma io non mi sono mai sentito povero.

Le persone povere – aggiunge il presidente – sono quelle che lavorano solo per mantenere uno stile di vita agiato e costoso, e vogliono sempre di più. È una questione di libertà. Se non possedete molto, non avete bisogno di lavorare come uno schiavo tutta la vostra vita per mantenere tutto quel che avete. E quindi avete più tempo per dedicarvi a voi stessi”.

Anche quando non era più presidente, ma è rimasto in politica, ha continuato a vendere i prodotti della sua terra in un mercatino popolare la domenica, odiando i social.

In diverse interviste ha dichiarato: La ricchezza complica la vita: «…viviamo in un mondo nel quale si crede che colui che trionfa debba possedere tanto denaro, avere privilegi, una casa grande, maggiordomi, tanti servitori, vacanze extralusso. Mentre io penso che questo modello vincente sia solo un modo idiota di complicarsi la vita. Penso che chi passa la sua vita a accumulare ricchezza sia malato come un tossicodipendente, andrebbe curato.»

«Non sprecate la vita nel consumismo, trovate il tempo di vivere per essere felici.»

«La mia idea di felicità è soprattutto anticonsumistica. Hanno voluto convincerci che le cose non durano e ci spingono a cambiare ogni cosa il prima possibile. Sembra che siamo nati solo per consumare e, se non possiamo più farlo, soffriamo la povertà. Ma nella vita è più importante il tempo che possiamo dedicare a ciò che ci piace, ai nostri affetti e alla nostra libertà. E non quello in cui siamo costretti a guadagnare sempre di più per consumare sempre di più. Non faccio nessuna apologia della povertà, ma soltanto della sobrietà.»

Politica a parte, Mujica resterà, per sempre e comunque, l’esempio di un servitore dello Stato che ha rinunciato ai suoi privilegi, preferendo a loro il suo popolo.

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