La puntura di una zanzara può trasmettere il coronavirus? E il sudore? Risponde il virologo Pregliasco
Molti si sono chiesti se le zanzare possono trasmettere il Coronavirus. Scopriamo la risposta che ha fornito il dott. Fabrizio Pregliasco.
La puntura di una zanzara può trasmettere il coronavirus?
Con l’arrivo della stagione calda e il ritorno delle tanto temute zanzare, molti si domandano se questi fastidiosi insetti possano diventare veicolo di trasmissione del coronavirus, così come lo sono per altri virus, come quelli della dengue, della malaria o del virus Zika. È una domanda più che lecita, soprattutto perché il timore di contagio da SARS-CoV-2, il virus responsabile del Covid-19, ha generato una serie di dubbi e preoccupazioni anche sui mezzi più improbabili di trasmissione. Tuttavia, secondo le attuali evidenze scientifiche, la risposta è no: la puntura di una zanzara non è in grado di trasmettere il coronavirus all’essere umano.
A chiarirlo sono stati diversi istituti di ricerca e organizzazioni sanitarie internazionali, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha confermato che non ci sono prove che il virus possa sopravvivere all’interno del sistema digestivo della zanzara, né tantomeno essere replicato o trasmesso tramite la sua saliva. La trasmissione del coronavirus, infatti, avviene principalmente attraverso il contatto diretto con goccioline respiratorie emesse da una persona infetta, ad esempio tramite tosse, starnuti o parole pronunciate a distanza ravvicinata. Un meccanismo del tutto diverso da quello con cui virus come la malaria vengono veicolati dalle zanzare.
È importante sottolineare che il virus necessita di specifici recettori cellulari per attaccarsi e replicarsi, recettori che le zanzare non possiedono. Inoltre, anche se pungessero una persona infetta, il virus verrebbe rapidamente neutralizzato nel loro apparato digerente, senza alcuna possibilità di arrivare alle ghiandole salivari, da cui normalmente partono i virus che riescono davvero a infettare tramite puntura.
Detto questo, non bisogna sottovalutare le zanzare in generale: esse restano portatrici di altre malattie infettive gravi, soprattutto in certe aree del mondo. Ma per quanto riguarda il Covid-19, possiamo stare tranquilli: la fastidiosa puntura estiva può causare prurito, gonfiore e disagio, ma non rappresenta un rischio per il contagio da coronavirus. È sempre bene comunque continuare a proteggersi, sia dalle zanzare che dal virus, usando le precauzioni adeguate in entrambi i casi.
Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, rassicura tutti: “No, è assolutamente escluso. Questa domanda rientra tra quelle che i pazienti ci rivolgono più spesso, legata soprattutto all’arrivo dell’insetto in questa stagione, ma la medicina ha escluso qualsiasi connessione».
E tramite il sudore?
«No, anche il sudore è da escludere. L’unico mezzo di trasmissione sono le goccioline respiratorie che fuoriescono dalla bocca o dal naso, soprattutto tramite starnuti o tosse».
Non ci sono altri veicoli?
«Esiste un rischio rarissimo di trasmissione fecorale: vale a dire con il contatto con le feci. Va da sé che, in base al nostro stile di vita, questo contatto è inesistente. Potrebbe capitare in ambienti ospedalieri, in caso di assistenza a pazienti contagiati. Ma comunque mi sento di escluderlo perché in queste occasioni vengono prese tutte lue misure di sicurezza possibili».
Anche l’influenza tradizionale si trasmette per via fecorale?
No, non è possibile che tutti i tipi di coronavirus si trasmettano attraverso le feci. In realtà, questa modalità di trasmissione riguarda solo alcune varianti, tra cui il nuovo coronavirus responsabile del Covid-19. Tuttavia, è importante sottolineare che, anche in questo caso, si tratta di un evento estremamente raro. Secondo quanto riportano gli esperti, tracce del virus sono state talvolta individuate nel materiale fecale di persone infette, ma la probabilità che ciò rappresenti un rischio concreto di contagio è davvero bassissima.
Gli studi condotti finora hanno evidenziato che, sebbene il SARS-CoV-2 possa essere presente nell’apparato digerente, non ci sono prove convincenti che la via oro-fecale sia una delle principali fonti di diffusione del virus. Il meccanismo prevalente resta quello del contagio respiratorio, ovvero tramite le goccioline emesse da naso e bocca quando si tossisce, si starnutisce o si parla a distanza ravvicinata.
In conclusione, anche se esiste una possibilità teorica di trasmissione attraverso le feci, essa viene considerata dai medici un rischio trascurabile, soprattutto se si seguono adeguate norme igieniche come lavarsi bene le mani dopo essere andati in bagno. La prevenzione, come sempre, resta la migliore arma per tutelare sé stessi e gli altri.