Coronavirus

Coronavirus, ecco cosa succede ai polmoni dopo 4 giorni dai primi sintomi: lo studio dello Spallanzani di Roma


Il Coronavirus sappiamo che colpisce i polmoni, determinando, nella forma più grave,  polmonite interstiziale: da qui i sintomi più comuni come febbre e difficoltà respiratoria.

Per capire cosa accade al nostro corpo dopo essere stati contagiati dal virus, i ricercatori dell’Istituto Spallanzani di Roma hanno messo in mostra lo stato dei polmoni nei pazienti colpiti dall’infezione da Coronavirus.

Gli esperti hanno analizzato le radiografie e le tac effettuate su una coppia di turisti cinesi, i primi ad essere stati contagiati in Italia. L’attenta analisi ha messo in evidenza lo stato di deterioramento polmonare.

Cosa succede ai nostri polmoni?

Tutti ormai sappiamo quali sono i sintomi del Coronavirus: i primi segnali assomigliano molto a quelli dell’influenza e delle sindromi para-influenzali, ma cambiano da persona a persona. Tra i principali campanelli d’allarme ci sono: febbre, tosse secca e difficoltà respiratorie. Se si presentano questi 3 disturbi, si è in presenza di una situazione di allerta pertanto è importante chiamare il numero di assistenza o il 112. In alcuni casi, in presenza di complicanze, il virus porta alla morte.

Ma perchè si arriva alla morte?

Il peggioramento dei sintomi preannuncia che è in atto una grave patologia respiratoria, con sindromi da distress respiratorio o la polmonite interstiziale. Quando il virus penetra nei polmoni, li danneggia molto rapidamente e in maniera altrettanto devastante.

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani di Roma ha mostrato al pubblico le radiografie dei pazienti contagiati, evidenziando quanto il virus sia aggressivo.

I polmoni mostrano un deterioramento rapidissimo: riversamento di liquido negli spazi aerei polmonari, l’allargamento dei vasi sanguigni polmonari che toglie spazi al passaggio dell’aria e il loro repentino indebolimento.

Il soggetto, dopo il periodo di incubazione del virus, inizia ad avvertire febbre e malessere. Subito dopo i primi segnali, si viene sottoposti a tamponi rinofaringei e orofaringei.

Dopo quattro giorni c’è possibilità che si sviluppi insufficienza respiratoria progressiva e una sindrome da distress respiratorio che costringerà i medici ad intubare il soggetto e a trasportare il paziente in terapia intensiva.

Nella radiografia  si noterà opacità polmonare, detta “a vetro smerigliato” oltre all’ipertrofia dei vasi polmonari e a quella che viene definita “pavimentazione pazza”.

Le complicanze

Inspessimento: Nei pazienti colpiti da Coronavirus  in forma aggressiva, si evidenzierà l’ inspessimento della parete degli alveoli polmonari. Gli spazi nei polmoni saranno riempiti da liquido, che può essere pus, sangue o acqua. I polmoni saranno ricoperti da macchie bianche dando l’effetto di un vetro opacizzato.

Ipertrofia: I  vasi sanguigni che dal cuore trasportano il sangue ai polmoni risulteranno atrofizzati. Ovvero si vedrà l’aumento delle dimensioni di questi vasi che, di conseguenza, faticano nella loro funzione di trasporto di sangue e ossigeno. I polmoni aumentano di volume, mettendo in difficoltà gli organi a lavorare.

Pavimentazione pazza: Si tratta di un ispessimento del setto intralobulare dei polmoni che sono in grado di indebolire in modo sostanziale le prestazioni degli organi.

 

Fonti consultate “2019-novel Coronavirus severe adult respiratory distress syndrome in two cases in Italy: An uncommon radiological presentation” pubblicato sull’International Journal of Infectious Diseases, il 26 febbraio 2020; AdnKronos


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