Diritti e doveri

Come andare in pensione con 5, 15 e 20 anni di contributi nel 2022


E’ davvero possibile andare in pensione con 20 anni di contributi? e con 15? e con 5? Scopriamolo!

Come andare in pensione con 5, 15 e 20 anni di contributi nel 2022

Accedere alla pensione di vecchiaia in Italia è un traguardo che molti lavoratori attendono con trepidazione, ma che richiede requisiti ben precisi stabiliti dalla normativa vigente. In linea generale, il sistema pensionistico attuale prevede che per poter andare in pensione occorrano almeno 20 anni di contributi versati e un’età anagrafica di 67 anni. Questo è il requisito standard valido per la maggior parte dei lavoratori iscritti al sistema previdenziale pubblico, secondo quanto stabilito dalla riforma Fornero.

Tuttavia, esistono delle eccezioni che consentono di andare in pensione anche con meno contributi. Una di queste è la cosiddetta opzione contributiva, applicabile esclusivamente a coloro che sono iscritti al sistema interamente contributivo e non hanno alcun versamento precedente al 1° gennaio 1996. In questo caso, è possibile accedere alla pensione con soli 5 anni di contributi, ma a condizione che il soggetto abbia raggiunto l’età di 71 anni. Questa misura è pensata per tutelare quelle persone che, per varie ragioni, hanno avuto carriere discontinue o iniziate in età avanzata.

Un’altra possibilità interessante riguarda le deroghe alla legge Amato (legge 503/1992), che prevedono la possibilità di andare in pensione con 15 anni di contributi, ma solo se si rientra in particolari categorie tutelate. In totale, le deroghe Amato sono tre e ognuna risponde a condizioni specifiche:

  1. Deroga per anzianità contributiva: riguarda chi ha maturato i 15 anni di contributi prima del 1992.
  2. Deroga per lavoratori autorizzati al versamento volontario: valida per chi ha ricevuto l’autorizzazione ai versamenti volontari prima del 31 dicembre 1992.
  3. Deroga per lavoratori discontinui o con carriere deboli: prevista per chi ha almeno 25 anni di contribuzione complessiva ma non più di 10 anni effettivi lavorati (senza superare le 52 settimane annue).

Queste eccezioni, pur non così diffuse, rappresentano una via d’uscita per chi ha avuto percorsi lavorativi frammentati, permettendo l’accesso a un trattamento pensionistico anche in assenza del requisito ordinario dei 20 anni. È fondamentale però ricordare che in molti casi le pensioni erogate con queste modalità risultano piuttosto basse, motivo per cui è importante valutare attentamente ogni opzione con l’aiuto di un patronato o di un consulente previdenziale.

Analizziamo caso per caso:

Pensione con 5 anni di contributi

Iniziamo con la possibilità di accedere alla pensione con 5 anni di contributi. Si tratta della pensione di vecchiaia che prevede un’età anagrafica di 71 anni e un minimo di cinque anni di contributi.

Inoltre, i contributi devono iniziare dal 1° gennaio 1996. Questo significa che prima di tale data, il lavoratore non deve avere contributi versati. La pensione è calcolata con il metodo contributivo. Da dire che questa misura prevede un assegno molto basso, anche considerando il montante contributivo minimo.

Pensione con 15 anni di contributi

La pensione con 15 anni di contributi è prevista dalla Legge Amato che permette uno sconto di cinque anni rispetto alla pensione di vecchiaia.

Andando nel dettaglio, questa normativa in vigore dal 1992 permette di poter accedere alla pensione se il lavoratore rientra in almeno una di queste due condizioni:

– Deve aver maturato 15 anni di contribuzioni, cioè 780 settimane, entro il 31/12/1992; sono utilizzabili tutti i contributi versati da lavoro, i contributi volontari, quelli figurativi e da riscatto o ricongiunzione.
– Deve essere stato autorizzato ai versamenti volontari in data anteriore al 31/12/1992 e raggiungere, anche se successivamente a questa data, i 15 anni di contribuzione.

Nel caso di lavoratori dipendenti in possesso dei 15 anni di contribuzione ma in assenza di una delle due condizioni sopra elencate, è possibile accedere alla pensione se hanno maturato 25 anni di anzianità assicurativa e almeno 10 anni lavorati per periodi inferiori alle 52 settimane.

Una volta raggiunto uno di questi requisiti bisognerà comunque attendere l’età anagrafica di 67 anni della pensione di vecchiaia.

Pensione con 20 anni di contributi

La pensione con 20 anni di contributi è il primo tipo di pensione di vecchiaia con un’età pensionabile di 67 anni di età. La pensione di vecchiaia calcola l’assegno con il sistema misto e il requisito anagrafico si adegua all’aspettativa di vita.

Sono considerati tutti i contributi versati a qualsiasi titolo (obbligatori, da riscatto, volontari, eccetera).

Per chi ha contributi versati a partire dal 1996 oltre al requisito anagrafico di 67 anni e oltre al requisito contributivo di almeno 20 anni, è richiesto un terzo requisito che riguarda l’importo dell’assegno previdenziale che spetta al momento della quiescenza: se questo importo non supera di almeno 1,5 volte l’assegno sociale INPS (per il 2022 l’importo mensile dell’assegno sociale è di 460 euro circa e, quindi, per accedere alla pensione di vecchiaia è richiesto che l’importo sia pari o superiore a 690 euro mensili) l’accesso alla pensione viene negato fino al compimento dei 71 anni, quando basteranno soltanto il requisito anagrafico e quello contributivo.

Entra a far parte del nostro gruppo WhatsApp di Social Magazine, potrai leggere tutti i nostri articoli che pubblichiamo. Unisciti cliccando Qui