Coronavirus

Cina, torna l’incubo coronavirus: a Pechino nuovo lockdown e tracce sui taglieri al mercato del pesce


Anche se la Cina sembrava essere fuori dall’incubo Coronavirus, in realtà, ci sono diversi contagi che nell’ultima settimana stanno aumentando presso Pechino e la popolazione ha paura di una seconda ondata.

Oggi le autorità cinesi hanno annunciato 79 nuovi casi, 36 dei quali collegati dal mercato del pesce Xinfadi nel distretto sud-ovest del distretto di Fengtai. Il mercato è stato chiuso sabato dopo essere stato identificato come epicentro dei nuovi casi.

La capitale cinese entra ora in una “nuova fase straordinaria” di emergenza: “Il rischio di diffusione dell’epidemia è molto alto, quindi dovremmo prendere misure risolute e decisive”, ha detto oggi Xu Hejian, portavoce del governo della città in una conferenza stampa.

I nuovi casi registrati a Pechino hanno indotto le autorità a interrompere di nuovo le attività sportive e gli eventi culturali. Il divieto riguarda tutte le attività sportive e culturali al coperto. È stato anche bloccato l’arrivo di turisti e rimandato l’apertura di asili e scuole elementari. Intanto Pechino sta intensificando i controlli per affrontare il nuovo focolaio di Covid-19. Sarà rafforzata la disinfezione dello spazio pubblico e dovranno chiudere temporaneamente le strutture sportive e ricreative al coperto. Riprenderanno anche i controlli della temperatura, che erano stati sospesi.

I media statali parlano dell’adozione di misure da tempi di guerra per descrivere i blocchi e le restrizioni reintrodotti per fermare i contagi. Il mercato di Xinfadi è stato chiuso venerdì sera dopo che i primi test hanno trovato tracce di coronavirus sui taglieri usati per tagliare il salmone.

Le autorità cinesi affermano che il virus trovato è stato importato dall’Europa, anche se resta da capire come è iniziata esattamente la catena di infezione. Yang Peng, un epidemiologo del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Pechino, ha detto che forse le persone sono state infettate entrando in contatto con frutti di mare o carne contaminata venduti al mercato, o che una persona infetta abbia tossito o starnutito all’interno del mercato contagiando prodotti alimentari e ambiente circostante.

Il focolaio di Coronavirus nel più grande mercato asiatico di pesce

Il mercato Xinfadi è il più grande della capitale cinese e di tutta l’Asia, con una superficie di 1,12 milioni di metri quadrati e con circa 10.000 addetti. Attraverso la struttura, che è stata chiusa nella notte tra venerdì e sabato, transita circa l’80 percento dei generi alimentari destinati a Pechino: ogni giorno in media vengono scambiate 18.000 tonnellate di verdura e 20.000 tonnellate di frutta.

Si vendono inoltre carne e prodotti ittici. L’origine del focolaio di Xinfadi al momento non è chiara, ma autorità, scienziati e media di regime stanno insistendo sul concetto di contagio “importato” dall’estero.

Il virus è stato trovato sui taglieri usati per la lavorazione del salmone “importato” e le grandi catene di supermercati hanno rimosso gli articoli incriminati dagli scaffali. Intanto la chiusura del mercato ha generato timori di un aumento dei prezzi dei generi alimentari, anche se funzionari hanno assicurato di avere messo in campo “differenti misure e differenti canali per assicurare che le necessità quotidiane a Pechino siano garantite”.


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