Chi ha la pressione alta può andare in pensione prima
Pressione alta e diritto alla pensione anticipata: cosa sapere
La pressione alta, o ipertensione arteriosa, è una delle patologie croniche più diffuse nel mondo moderno. Spesso sottovalutata, questa condizione può però avere ripercussioni molto serie sulla salute generale dell’individuo, soprattutto se trascurata o mal gestita. In molti si chiedono se chi soffre di ipertensione possa accedere anticipatamente alla pensione, ed è giusto dire che sì, è possibile, ma a determinate condizioni.
Cos’è realmente l’ipertensione?
La pressione arteriosa è la forza con cui il sangue viene pompato dal cuore verso le arterie. Quando questa pressione supera costantemente i valori considerati normali (solitamente 120/80 mmHg), si parla di ipertensione. Se non controllata, può danneggiare in modo progressivo il cuore, i reni, i vasi sanguigni e persino il cervello.
Tra le complicanze più comuni troviamo:
- Infarto del miocardio
- Ictus cerebrale
- Insufficienza renale
- Scompenso cardiaco
Queste condizioni non solo rappresentano un serio pericolo per la salute, ma possono anche influire negativamente sulla capacità lavorativa di una persona.
Quando l’ipertensione permette l’accesso alla pensione anticipata?
Nel nostro ordinamento, esistono specifici canali previdenziali che consentono di accedere alla pensione anticipata per motivi di salute. Chi soffre di una patologia cronica invalidante, come un’ipertensione severa, può presentare domanda per il riconoscimento dell’invalidità civile o dell’inabilità al lavoro.
Nel caso in cui l’ipertensione abbia già causato danni permanenti agli organi o comporti un elevato rischio di complicanze, il lavoratore potrebbe ottenere:
- un riconoscimento di invalidità superiore al 74%,
- l’assegno ordinario di invalidità (AOI),
- o addirittura l’assegno di inabilità, che comporta la pensione anticipata.
Ovviamente, ogni situazione è valutata singolarmente da apposite commissioni mediche dell’INPS. È fondamentale allegare alla domanda tutta la documentazione sanitaria e i certificati specialistici che attestino la gravità della patologia e la riduzione della capacità lavorativa.
Un problema sottovalutato
Molte persone convivono con la pressione alta senza nemmeno rendersene conto. I sintomi, quando presenti, sono spesso generici: mal di testa persistente, affaticamento, nausea, disturbi della vista. Eppure, è essenziale monitorare la pressione regolarmente e adottare uno stile di vita sano: alimentazione equilibrata, attività fisica moderata, riduzione dello stress e controlli medici periodici.
Che cos’è la pressione sanguigna
Quando il cuore batte, produce il pompaggio di sangue attraverso le arterie in ogni angolo del corpo. Affinché questo sia possibile, deve esserci una forza che guida il sangue attraverso i vasi sanguigni. Questa forza è conosciuta come pressione sanguigna.
In altre parole, la pressione sanguigna è la forza esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie che attraversa, che verrà determinato dal pompaggio del sangue dal cuore.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia a tutte le persone di mantenere livelli sani di pressione sanguigna, soprattutto dopo i 45 anni di età.
L’ipertensione può pertanto essere considerata pericolosa e una vera e propria malattia.
Quindi, il lavoratore che ha la pressione alta ha diritto ad assentarsi e al riconoscimento di una percentuale invalidante o di handicap.
Le percentuali per l’invalidità
Come sopra specificato, il lavoratore con la pressione alta può fare richiesta per il riconoscimento dell’invalidità civile. Le linee guida dell’INPS prevedono le percentuali per chi soffre di ipertensione in base alla gravità della patologia:
a) il 10% per ipertensione arteriosa non complicata;
b) dall’11 al 20% per ipertensione arteriosa non controllata da terapia medica;
c) dal 21 al 30% per ipertensione arteriosa con iniziale impegno cardiaco;
d) dal 31 al 50% per cardiopatia ipertensiva con impegno cardiaco medio;
e) dal 51 al 70% per cardiopatia ipertensiva con impegno cardiaco medio-severo;
f) dal 71 al 80% per cardiopatia ipertensiva con impegno di grado severo;
g) dal 81 al 100% per cardiopatia ipertensiva scompensata.
In base alla gravità è possibile chiedere anche la Legge 104, che con una situazione di handicap grave (art. 3 comma 3), permette di ottenere i permessi Legge 104 e il congedo per cure.
Con la pressione alta si può anticipare la pensione?
Se la pressione alta comporta una riduzione della capacità lavorativa almeno di un terzo, permette di ottenere l’assegno ordinario di invalidità, che dopo tre rinnovi si trasforma in automatico in pensione di vecchiaia.
Altre misure pensionistiche che permettono di anticipare la pensione per l’invalidità sono:
a) per il 2021 (salvo eventuale proroga) il sussidio APE Sociale con una percentuale invalidante uguale o superiore al 74%, 64 anni di età e 30 anni di contributi;
b) pensione lavoratori precoci (Quota 41) con una percentuale invalidante uguale o superiore al 74%, un anno di contributi versati prima del 19° anno di età e 41 anni di contributi;
c) pensione di vecchiaia anticipata con una percentuale invalidante di almeno l’80%, con 60 anni di età per gli uomini e 55 anni per le donne e 20 anni di contributi (1040 settimane).
Quindi, con la pressione alta si può anticipare la pensione? La risposta è positiva. Infatti, abbiamo evidenziato in breve le varie forme. La prima cosa da fare è richiedere il riconoscimento dell’invalidità civile, poi, in base alla percentuale invalidante, si può verificare a quale forma pensionistica aderire.
Conclusione
L’ipertensione non deve essere vista solo come un fastidio da controllare con qualche pasticca quotidiana, ma come una patologia che, in casi seri, può avere effetti invalidanti. Se gestita male, può rendere difficile o addirittura impossibile lavorare. Per questo motivo, il nostro sistema previdenziale riconosce la possibilità di accedere a tutele come la pensione anticipata in presenza di certificata inabilità.
Rivolgersi a un medico specialista e a un patronato può essere il primo passo per valutare diritti e possibilità concrete.