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Anziana ruba 13€ al supermercato, denunciata dai cassieri: “Ho sbagliato, ma vivo con 425 euro al mese”.


La povertà resta uno dei problemi sociali più gravi e diffusi del nostro tempo, e tra le fasce più colpite troviamo proprio gli anziani, spesso dimenticati e vulnerabili. Con l’avanzare dell’età, molte persone si trovano a dover affrontare grandi difficoltà economiche, senza le risorse né le possibilità per migliorare la propria situazione. Questo accade perché, a differenza di altre categorie sociali, gli anziani non hanno sempre la forza fisica o le condizioni di salute necessarie per inserirsi nuovamente nel mondo del lavoro.

Per molti di loro, la pensione rappresenta l’unica fonte di reddito, ma spesso si tratta di un importo insufficiente a coprire tutte le spese quotidiane, come affitto, bollette, medicine e generi alimentari di prima necessità. Chi ha lavorato per anni in condizioni precarie o con contratti discontinui riceve pensioni minime, che non permettono di vivere con serenità. E con l’aumento del costo della vita, la situazione è diventata ancora più difficile: molte persone in età avanzata si trovano costrette a fare scelte dolorose, come rinunciare a cure mediche, mangiare meno o vivere in case non riscaldate.

A peggiorare la condizione degli anziani in povertà contribuisce anche un altro fattore: la solitudine. Molti di loro vivono da soli, senza una rete familiare o sociale su cui contare. In questi casi, non solo manca il sostegno economico, ma anche quello emotivo, fondamentale per affrontare le difficoltà quotidiane. L’isolamento può aggravare problemi psicologici come l’ansia, la depressione o la perdita di motivazione, riducendo ulteriormente la qualità della vita.

In questo contesto, diventano fondamentali le politiche pubbliche volte al sostegno del reddito, come le pensioni minime garantite, i sussidi per l’assistenza domiciliare e le agevolazioni per le spese sanitarie. Ma è anche importante promuovere una cultura della solidarietà intergenerazionale, dove i più giovani e le istituzioni locali possano offrire supporto pratico e umano a chi ha contribuito alla società per una vita intera.

Affrontare il problema della povertà nella terza età significa riconoscere il diritto di ogni anziano a una vecchiaia dignitosa, libera dal bisogno e dalla paura del domani. Solo così una società può definirsi davvero giusta e inclusiva.

La storia che stiamo per raccontarvi, fa tanta tenerezza: rubare per il semplice fatto di non riuscire a mangiare.

Una vicenda che fa riflettere e scuote le coscienze arriva da Padova, dove una donna di 75 anni, pensionata, è stata denunciata per furto dopo essere stata sorpresa a sottrarre alcuni generi alimentari da un supermercato. Il fatto si è consumato in modo rapido ma drammaticamente eloquente: la signora, come confermato dalle forze dell’ordine, aveva nascosto nella borsa una bottiglia d’olio, un pezzo di formaggio, del burro e un sacchetto di pistacchi. Il valore complessivo della merce non superava i 13 euro.

Giunta alla cassa, l’anziana ha cercato di confondersi tra gli altri clienti, ma il personale della sicurezza aveva già notato un comportamento sospetto. Invitata a svuotare tasche e borsa, è emersa la verità: i prodotti erano stati nascosti con l’intenzione di non pagarli. A quel punto, la direzione del punto vendita ha deciso di non accettare spiegazioni e ha chiamato le forze dell’ordine, procedendo con una denuncia formale per furto.

Di fronte agli agenti, la donna non ha negato l’accaduto, ma ha fornito un racconto umano e doloroso che ha lasciato attoniti i presenti: “Vivo con 425 euro al mese – ha dichiarato – e non riesco più a fare la spesa. Non rubo per vizio, ma per necessità. Non so come arrivare a fine mese, ho fame, ho freddo e non ho nessuno che mi aiuti”.

Queste parole pongono l’accento su una realtà troppo spesso invisibile, quella della povertà silenziosa che colpisce molte persone anziane, soprattutto chi vive da sola e si trova a fare i conti con pensioni minime, spese mediche e l’aumento del costo della vita. La donna non ha precedenti penali, e secondo quanto emerso, fino a pochi anni fa conduceva una vita modesta ma dignitosa. Ora, come tanti altri, si trova costretta a scegliere tra mangiare e sopravvivere.

Il caso ha sollevato polemiche e dibattiti sui social, dove molti utenti hanno espresso solidarietà alla pensionata, criticando la rigidità della direzione del supermercato e invocando maggiori tutele per gli anziani in difficoltà.

Ho sbagliato, ma ho rubato perché con la mia pensione non riesco ad arrivare a fine mese” ha detto l’anziana alla polizia. “È dura campare con 425 euro, non arrivo a fine mese”.

“Gli aiuti sono pochi e quando torno a casa, piegata dai dolori, non mi resta che piangere. É un lavoro pesante alla mia età, lo sarebbe anche se fossi in salute”.

Volevo risparmiare qualche euro, ne avevo già spesi 32 per altri prodotti e speravo che nessuno se ne accorgesse. Quando mi hanno fermato, volevo dare la differenza” ha aggiunto l’anziana. “Mi hanno trattata come una criminale, sono rimasta chiusa per due ore in uno stanzino al freddo. Ho sbagliato, ma ero disperata e ho agito d’impulso” ha detto la 75enne al Mattino di Padova.