Anche chi non lavora e non ha contributi andrà in pensione con un assegno INPS di 500 euro
Hai sempre lavorato saltuariamente, oppure ti sei occupato di famiglia, figli o di attività non regolarizzate, e oggi ti trovi senza una pensione perché non hai versato abbastanza contributi? Non sei solo. In Italia ci sono migliaia di persone che, per vari motivi, non sono riuscite a costruire una carriera lavorativa stabile o a raggiungere il numero minimo di contributi richiesto per ottenere una pensione tradizionale. Ma questo non significa essere abbandonati a se stessi: esiste una forma di tutela pensata proprio per chi si trova in queste condizioni di svantaggio.
Anche se non hai maturato i requisiti per la pensione contributiva, puoi comunque contare su un sostegno economico mensile garantito dallo Stato: si tratta del cosiddetto assegno sociale, una misura assistenziale erogata dall’INPS, del valore di circa 500 euro al mese, che mira a garantire un minimo di sussistenza a coloro che vivono in situazioni di disagio economico.
Non deve allarmarsi chi dunque giunge alla vecchiaia senza occupazione lavorativa e senza un’anzianità contributiva. Lo Stato italiano comunque garantisce un trattamento che non può dirsi previdenziale perché non è paragonabile ad un’effettiva pensione e non ne ha le caratteristiche. Tuttavia si tratta di una misura assistenziale che con cadenza mensile, sostiene economicamente chi non potrà percepire una pensione da contributi da lavoro.
Stessa situazione e sostegno per chi ha lavorato in nero una vita oppure non è riuscito ad ottenere il numero sufficiente di contributi minimi. Anche in assenza del minimo requisito contributivo pertanto l’INPS garantisce un sostengo economico che tutti conosciamo come assegno sociale. Vediamo in quali casi e a chi spetta tale importo di 500 euro come sostegno economico.
Pensione sociale, a chi spetta?
L’assegno sociale, è una prestazione economica, erogata a domanda, dedicata ai cittadini italiani e stranieri in condizioni economiche disagiate e con redditi inferiori alle soglie previste annualmente dalla legge. Dal 1° gennaio 1996, l’assegno sociale ha sostituito la pensione sociale.
A chi è rivolto
L’assegno sociale è rivolto ai cittadini italiani, agli stranieri comunitari iscritti all’anagrafe del comune di residenza e ai cittadini extracomunitari/rifugiati/titolari di protezione sussidiaria con permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. I beneficiari devono percepire un reddito al di sotto delle soglie stabilite annualmente dalla legge.
Requisiti per ottenerla
Per accedere e beneficiare della Pensione Sociale è necessario presentare i seguenti requisiti economici del richiedente.
Con riferimento all’anno 2022, il limite di reddito annuo per accedere alla pensione sociale è pari a 6.035 euro, mentre nel caso di istante coniugato il limite di reddito familiare è pari a 12.170 euro.
Il diritto alla prestazione fa riferimento al reddito personale per i cittadini non coniugati e al cumulo del reddito con il coniuge nel caso in cui il soggetto istante dell’assegno sociale sia legalmente sposato.
Per beneficiare della pensione sociale sono esclusi dal computo del reddito:
- il reddito della casa di abitazione,
- i trattamenti di fine rapporto e ogni loro eventuale anticipazione,
- le competenze arretrate soggette a tassazione separata,
- gli arretrati di lavoro dipendente prestato all’estero,
- gli assegni vitalizi erogati agli ex combattenti di guerra,
- eventuali indennità di accompagnamento associate a condizioni di invalidità
Per beneficiare dell’importo della pensione sociale sono considerati ai fini del calcolo del reddito:
- redditi esenti da imposta;
- redditi assoggettabili all’IRPEF, al netto dell’imposizione fiscale e contributiva;
- redditi di terreni e fabbricati;
- rendite vitalizie erogate dall’INAIL;
- redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta;
- pensioni e gli assegni erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi;
- redditi soggetti a imposta sostitutiva come interessi postali e bancari, interessi dei CCT e di ogni altro titolo di stato;
- pensioni di guerra;
- assegni alimentari corrisposti a norma del codice civile
Non è una pensione, ma una forma di tutela
È importante chiarire che l’assegno sociale non è una pensione vera e propria. Si tratta, invece, di un aiuto assistenziale, concesso dallo Stato a chi è privo dei requisiti contributivi minimi per accedere alla pensione di vecchiaia. Tuttavia, per chi non ha mai potuto contare su un impiego stabile o regolare, rappresenta un fondamentale sostegno economico per affrontare la terza età con un minimo di dignità.
Cosa fare per richiederlo?
La domanda va presentata all’INPS, esclusivamente per via telematica:
-
tramite il portale INPS (con SPID, CIE o CNS),
-
tramite patronato o intermediari abilitati,
-
oppure contattando il numero verde INPS.
Sarà necessario allegare i documenti che attestano la situazione reddituale, anagrafica e, se stranieri, anche quelli relativi alla regolare permanenza in Italia.
Conclusione
Chi raggiunge la vecchiaia senza contributi lavorativi sufficienti, per motivi personali, familiari o legati a contesti economici svantaggiati, non viene dimenticato. Lo Stato italiano riconosce il diritto a una forma minima di assistenza economica, per assicurare a tutti un livello di vita dignitoso. L’assegno sociale rappresenta un faro nella nebbia per tanti anziani che, pur avendo vissuto una vita piena di sacrifici, non possono accedere a una pensione tradizionale. Conoscere questo diritto e sapere come richiederlo è fondamentale per garantire sicurezza e rispetto a chi ha bisogno di un aiuto concreto.
Fonte: INPS
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