Alessia Pifferi riceve una proposta di matrimonio da un suo fan: “Ti amo e ti sposerò”
Alessia Pifferi accetta una proposta di matrimonio dal carcere: “Ti amo e ti sposerò”. Una vicenda che divide l’opinione pubblica
Il caso di Alessia Pifferi continua a scuotere profondamente l’opinione pubblica italiana.
Condannata all’ergastolo per aver lasciato morire la figlia di appena 18 mesi, Diana, abbandonandola in casa da sola per una settimana, oggi torna a far parlare di sé per un evento altrettanto sconvolgente: ha accettato una proposta di matrimonio ricevuta durante la detenzione.
Il tragico caso: la morte della piccola Diana
Il 20 luglio 2022, la polizia rinveniva il corpo senza vita della piccola Diana, figlia di Alessia Pifferi, all’interno dell’abitazione di famiglia. La bambina era stata lasciata sola per sette giorni senza acqua né cibo, mentre la madre si trovava a Milano per motivi personali, secondo quanto riferito dalla stessa donna agli inquirenti. Inizialmente, Alessia avrebbe affermato di credere che la figlia fosse in grado di “provvedere a sé stessa”, ma questa giustificazione è apparsa subito inconsistente.
Le successive indagini hanno chiarito l’estrema gravità del gesto, qualificandolo come omicidio volontario aggravato dall’abbandono di minore. Le condizioni in cui è stata lasciata Diana – senza alcun tipo di assistenza, in piena estate, in un ambiente privo di ogni risorsa – hanno rappresentato per la giustizia italiana un atto consapevole e deliberato. La corte ha ritenuto che Alessia Pifferi avesse accettato il rischio della morte della figlia pur di non rinunciare ai propri desideri personali.
Il processo e la condanna all’ergastolo
Nel maggio 2024, Alessia Pifferi è stata condannata in primo grado all’ergastolo, dopo un processo durato mesi e fortemente seguito dai media. Il suo caso ha generato dibattiti su genitorialità, salute mentale, responsabilità penale e sui limiti del sistema di tutela dei minori. La difesa ha tentato di far valere una possibile infermità mentale parziale, parlando di deficit cognitivi e fragilità psicologica, ma le perizie del tribunale l’hanno ritenuta capace di intendere e volere al momento dei fatti.
Ora si attende l’inizio del processo di secondo grado, previsto per il 29 gennaio 2025, che potrebbe eventualmente rivalutare la posizione della donna alla luce di nuovi elementi peritali.
La lettera choc e la proposta di matrimonio
Ma a riaccendere l’attenzione sulla vicenda è stata, in queste ore, la scoperta di un carteggio privato destinato a entrare negli atti giudiziari. Il 24 agosto 2024, Alessia Pifferi ha ricevuto una lettera da uno sconosciuto che ha suscitato sgomento. Il mittente, un uomo mai identificato pubblicamente, le ha scritto esprimendo un sentimento inquietante: “Hai fatto bene a lasciar morire tua figlia, e per questo mi sono innamorato di te“.
Nella stessa lettera, l’uomo ha formalizzato una proposta di matrimonio, dichiarando:
“Ti scrivo per dirti che hai fatto bene a lasciar morire la tua piccola Diana in quel modo e quando ho saputo ho avuto una goduria estrema e mi sono innamorato di te. E adesso ti volevo fare la proposta di matrimonio. Alessia: mi vuoi sposare? Io ti amo Alessia, sono innamorato di te.”
La risposta della donna non ha tardato ad arrivare. In una lettera manoscritta, Alessia ha accettato la proposta scrivendo:
“La mia risposta alla tua proposta di matrimonio è… sì! Voglio sposarti, voglio diventare tua moglie.”
La sua risposta non menzionava mai la figlia scomparsa, né esprimeva rimorso per quanto accaduto. Ha invece manifestato affetto verso l’autore della proposta, chiedendogli aiuto per uscire dal carcere.
Implicazioni psicologiche e strategia difensiva
L’avvocata difensore di Alessia Pifferi, Alessia Pontenani, ha sottolineato la portata inquietante del carteggio, sostenendo che la sua assistita mostra segni evidenti di deterioramento cognitivo. La legale ha dichiarato che, sebbene la donna non sia più in isolamento, si trova in uno stato psicologico estremamente fragile, facilmente influenzabile e vulnerabile.
Secondo la difesa, la vicenda della proposta di matrimonio potrebbe dimostrare un’incapacità di discernimento emotivo, utile alla riapertura del dibattito per una nuova valutazione psichiatrica. Tuttavia, Pontenani ha anche ammesso di non essere ottimista rispetto all’esito di una nuova perizia, vista la posizione già espressa nel primo grado di giudizio.
Il contesto: una donna già segnata
La storia personale di Alessia Pifferi è complessa: cresciuta in un contesto difficile, con un passato affettivo e familiare tormentato, ha vissuto negli anni una profonda instabilità affettiva ed emotiva. Nel luglio 2024, ha perso il marito Franco, da cui non era legalmente separata, evento che ha preceduto di poco la ricezione della lettera.
Il comportamento attuale della donna – come il consenso a un matrimonio con un individuo che glorifica la morte della figlia – aggrava il senso di smarrimento morale e sociale attorno a questa figura. Per molti, è il segno di una mente spezzata; per altri, di un’assenza totale di coscienza e rimorso.
📌 Conclusione
Il caso di Alessia Pifferi si configura oggi non solo come un processo penale, ma come un dramma umano e psicologico che solleva questioni inquietanti sul senso di colpa, la salute mentale e i limiti della giustizia nel gestire la complessità di certi crimini.
La proposta di matrimonio e l’accettazione da parte della donna potrebbero diventare parte integrante del prossimo dibattimento giudiziario, influenzando la valutazione della sua capacità di giudizio e, forse, la stessa pena.
Nel frattempo, l’opinione pubblica resta divisa tra sgomento, rabbia e un doloroso senso di impotenza davanti alla storia di una madre che ha perso tutto, ma che sembra non esserne consapevole.