Diritti e doveri

Puoi richiedere all’INPS l’anticipo della pensione se hai queste malattie croniche e patologie


Andare in pensione il prima possibile è il sogno di tutti ma, l’Inps, non regala anni di contributi, tranne se c’è una giusta causa. Infatti, andare in pensione in anticipo si può: se il contribuente ha seri problemi di salute e patologie contro cui lotta quotidianamente e da cui derivano disturbi fisici e/o psichici, ha diritto a pensione anticipata. Le difficoltà e le limitazioni che tali soggetti devono affrontare ogni giorno rendono sempre meno sopportabili i ritmi e la fatica che il lavoro impone.

Andare in pensione in anticipo, a causa di malattie debilitanti, diventa pertanto una necessità e non un agevolazione garantita senza relativo o fondato motivo. Molte patologie si aggravano nel corso del tempo, con l’avanzare dell’età, pertanto sarebbe impossibile per taluni categorie di lavoratori, affrontare lo sforzo fisico in presenza di malesseri accentuati.

Di qui il desiderio di smettere di lavorare e condurre uno stile di vita più rilassante e meno frenetico. Per i lavoratori che hanno problemi di salute cui far fronte quotidianamente il momento del pensionamento equivale ad una tregua permanente. Ovviamente si desidera l’approdo pensionistico proprio nella misura in cui aumenta la compromissione delle proprie condizioni di salute. Conviene dunque scorrere l’elenco delle patologie presenti nelle tabelle dell’INPS in cui risulta la percentuale di inabilità che corrisponde a ciascun disturbo.

Con quali malattie croniche e patologie invalidanti si può chiedere all’INPS la pensione anticipata?

Per accedere all’anticipo pensionistico non è sufficiente soffrire di una malattia cronica. La possibilità di andare in pensione prima dell’età pensionabile dipende dal livello di inabilità lavorativa che l’INPS riconosce al richiedente. Matura il diritto a percepire l’assegno pensionistico con qualche anno di anticipo unicamente il lavoratore cui una specifica Commissione sanitaria INPS accerta un’invalidità superiore al 74%.

Quando il lavoratore presenta una riduzione della capacità lavorativa ha dunque possibilità di abbandonare l’impiego 3 anni e 7 mesi prima. Ciò è possibile con la misura previdenziale “Ape sociale” che consente un anticipo pensionistico con 30 anni di contribuzione. In presenza di una percentuale di invalidità pari all’80% il lavoratore può presentare domanda di pensionamento all’età di 60 anni e 7 mesi.

Tale requisito anagrafico vale per gli uomini, mentre le donne accedono al prepensionamento a 55 anni e 7 mesi. Il requisito contributivo necessario prevede il possesso di un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. Se invece il soggetto presenta una riduzione della capacità lavorativa pari ad un terzo allora scatta il diritto all’assegno ordinario di invalidità. Pertanto non esistono specifiche patologie che conferiscono diritto al prepensionamento. Piuttosto è possibile anticipare la pensione per il lavoratore che a causa di malattie e patologie presenta una riduzione dell’abilità professionale.


error: Contenuto protetto da Copyright