Puoi richiedere all’INPS l’anticipo della pensione se hai queste malattie croniche e patologie
Andare in pensione anticipata per gravi motivi di salute: tutto ciò che c’è da sapere
Il sogno di molti lavoratori è quello di poter andare in pensione il prima possibile, lasciando alle spalle anni di fatica, stress e ritmi serrati. Tuttavia, è bene chiarire che l’INPS non concede pensionamenti anticipati in maniera automatica o su semplice richiesta. Per ottenere un accesso anticipato alla pensione occorre che vi sia una causa fondata e documentata, riconosciuta come tale secondo criteri stabiliti dalla legge. Tra queste, rientrano le condizioni di salute gravemente compromesse, che rendono difficile o addirittura impossibile la prosecuzione dell’attività lavorativa.
Per molti lavoratori, purtroppo, sopraggiungono nel corso della vita malattie croniche o invalidanti, che peggiorano progressivamente e riducono la capacità fisica e mentale. Quando queste patologie iniziano a interferire in modo sostanziale con la vita quotidiana e con la produttività sul lavoro, si crea una situazione in cui continuare a lavorare non è più sostenibile. In questi casi, la pensione anticipata non è un privilegio, ma una necessità concreta dettata dal bisogno di tutelare la propria salute fisica e psichica.
Molte di queste patologie invalidanti peggiorano con l’avanzare dell’età, rendendo sempre più arduo affrontare le sollecitazioni fisiche e mentali tipiche di molte professioni. È per questo motivo che il sistema previdenziale italiano ha previsto alcune forme di tutela per i lavoratori fragili, tra cui la possibilità di accedere alla pensione anticipata tramite percorsi specifici.
Quando si ha diritto alla pensione anticipata per motivi di salute?
Per andare in pensione prima del raggiungimento dell’età anagrafica prevista per la pensione di vecchiaia, non basta semplicemente essere affetti da una malattia cronica. È fondamentale che l’INPS riconosca ufficialmente un grado di invalidità lavorativa, stabilito attraverso una Commissione Medica che valuta la documentazione sanitaria e lo stato generale del richiedente.
In particolare, per poter presentare domanda di pensione anticipata per invalidità, è necessario che venga accertata un’invalidità pari o superiore al 74%. A partire da questa soglia, infatti, si possono attivare una serie di diritti previdenziali, tra cui:
- Permessi lavorativi (come previsti dalla Legge 104);
- Esonero parziale da turni notturni o mansioni gravose;
- Pensione anticipata, a determinate condizioni, soprattutto se la patologia è inserita nelle tabelle INPS che definiscono il grado di inabilità in percentuale.
Per invalidità ancora più gravi, ad esempio pari o superiori all’80%, è possibile anticipare l’età pensionabile: il lavoratore può andare in pensione già a 60 anni e 7 mesi, a fronte del raggiungimento di determinati requisiti contributivi.
Ape Sociale: uno strumento fondamentale per i lavoratori con problemi di salute
Una delle principali misure previste dall’attuale normativa è l’APE SOCIALE, un tipo di anticipo pensionistico introdotto per venire incontro ai lavoratori in situazioni di fragilità. Si tratta di una prestazione economica a carico dello Stato, erogata fino al conseguimento dell’età per la pensione di vecchiaia, che può essere richiesta da:
- Lavoratori con almeno 30 anni di contributi;
- Persone in condizioni di invalidità pari o superiore al 74%;
- Soggetti che si trovano in condizioni di disoccupazione, o che assistono un familiare con disabilità grave.
L’Ape Sociale permette di uscire dal lavoro con 3 anni e 7 mesi di anticipo, rispetto ai requisiti ordinari. Una possibilità concreta e accessibile per coloro che non riescono più a sostenere l’attività lavorativa per via di condizioni fisiche o mentali compromesse.
Quali malattie danno diritto al pensionamento anticipato?
L’INPS dispone di tabelle medico-legali ufficiali che indicano il grado di inabilità lavorativa associato a ciascuna patologia. Tra le malattie croniche o degenerative che più frequentemente danno diritto all’anticipo pensionistico troviamo:
- Malattie cardiovascolari gravi, come insufficienza cardiaca cronica o ischemie;
- Patologie oncologiche, in particolare se in fase avanzata o con metastasi;
- Morbo di Parkinson, sclerosi multipla e altre malattie neurologiche degenerative;
- Disturbi psichici cronici come la schizofrenia o i disturbi cognitivi severi;
- Malattie respiratorie invalidanti, come la BPCO allo stadio avanzato;
- Insufficienza renale cronica, specie se in dialisi;
- Diabete mellito con gravi complicanze a livello visivo, renale o vascolare.
Tuttavia, ogni caso è valutato singolarmente e non è sufficiente il solo nome della malattia: è fondamentale che emerga in modo chiaro il grado di compromissione della capacità lavorativa, misurato attraverso esami clinici e relazioni specialistiche aggiornate.
Come fare domanda
Per accedere al pensionamento anticipato per motivi di salute, il lavoratore deve:
- Richiedere il riconoscimento dell’invalidità civile presso l’INPS;
- Attendere la convocazione dalla Commissione Medica, che valuterà la documentazione;
- Una volta ottenuta la certificazione con invalidità superiore al 74%, potrà fare domanda per:
- Pensione anticipata per invalidi (se l’invalidità è dell’80%);
- APE SOCIALE (se ha 30 anni di contributi e invalidità del 74%);
- Eventuali agevolazioni lavorative o riduzioni dell’orario.
Una scelta necessaria, non un privilegio
È importante comprendere che l’anticipo pensionistico per motivi di salute non rappresenta un vantaggio ingiustificato, ma una misura di giustizia sociale, pensata per chi affronta ogni giorno una lotta silenziosa contro malattie debilitanti. In queste condizioni, l’abbandono del lavoro diventa una forma di tutela personale e un’opportunità per condurre uno stile di vita più adatto alle proprie esigenze fisiche e psicologiche.
Dunque, se da un lato il sistema previdenziale non concede regali o scorciatoie, dall’altro lato offre strumenti concreti per sostenere chi davvero ne ha bisogno. L’importante è essere informati, rivolgersi a professionisti competenti o a CAF e patronati, e non rinunciare a un diritto che può restituire dignità e serenità a chi ha già pagato il suo prezzo alla vita lavorativa.
Tale requisito anagrafico vale per gli uomini, mentre le donne accedono al prepensionamento a 55 anni e 7 mesi. Il requisito contributivo necessario prevede il possesso di un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. Se invece il soggetto presenta una riduzione della capacità lavorativa pari ad un terzo allora scatta il diritto all’assegno ordinario di invalidità. Pertanto non esistono specifiche patologie che conferiscono diritto al prepensionamento. Piuttosto è possibile anticipare la pensione per il lavoratore che a causa di malattie e patologie presenta una riduzione dell’abilità professionale.