Oncologo decide di paga i debiti dei suoi pazienti malati di cancro

Un medico, precisamente un oncologo dell’Arkansas ha deciso di fare un regalo davvero speciale ai suoi pazienti: oltre a curarli con dedizione e amore,  ha deciso di pagare i loro debiti.

Il dottor Omar Atiq ha chiuso la sua clinica oncologica dopo tre decenni di attività, riferisce Fox News.

Durante il processo di chiusura della sua clinica, ha contattato l’azienda che si occupa della fatturazione del paziente. Ha capito quante persone non potevano pagare.

“Così io e mia moglie, come famiglia, abbiamo deciso di pagare tutti i debiti di questa gente che ha tanto sofferto“, afferma il dott. Atiq.

“C’è sempre stato un elemento di dubbio nella mia mente sui nostri concittadini, esseri umani che devono preoccuparsi di pagare per i servizi quando sono malati“, dice il medico e padre di quattro figli. “Ma sfortunatamente è così che funziona il nostro sistema. La maggior parte dei pazienti fortunatamente ha qualche assicurazione sanitaria, un modo per pagare tutti i servizi e le medicine che sono terribilmente costosi, ma alcuni no.”

Un medico dal cuore d’oro

L’importo totale era di $ 650.000 (536 mila euro) e interessava circa 200 pazienti. L’oncologo afferma inoltre di non aver mai rifiutato pazienti malati e non assicurati.

“Nel corso degli anni ho visto pazienti che non avevano nulla o che sarebbero andati in bancarotta cercando di pagare per i loro trattamenti. Mi sembrava una situazione completamente ingiusta ”, aggiunge il medico.

La società di fatturazione, RMC of America, ha riferito che è stato un “gesto molto ammirevole”, che va premiato con un grazie anche da parte di chi non ha ricevuto direttamente il beneficio.

“Spero solo di aver dato loro un sospiro di sollievo e di aver reso loro la vita più facile in modo che possano affrontare le altre sfide della loro vita, come la malattia e il cancro in primis”, conclude il dott. Atiq.

I soldi con cui sono stati pagati i debiti dei poveri malati, derivano pertanto dalla vendita della clinica che per tanti anni ha ospitato uomini, donne e bambini di qualsiasi età, che hanno lottato con il dolore della malattia: alcuni sono riusciti a salvarsi, altri purtroppo hanno perso la loro battaglia.

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