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Tumore al colon, il legame shock con la dieta: ecco cosa manca nel piatto di chi si ammala


Un nuovo studio clinico, unico nel suo genere, ha rivelato ulteriori dettagli sui pazienti di età inferiore ai 35 anni affetti da tumore al colon, ai quali viene diagnosticata sempre più spesso questa malattia. Sebbene siano stati ampiamente riportati dati sui soggetti under 50 anni – considerati ad “esordio precoce” – i ricercatori che hanno condotto quest’ultima ricerca hanno deciso di abbassare ulteriormente l’età presa in considerazione nei test.

Il rapporto ha rilevato che i tassi di malattia tra le persone sotto i 35 anni sono quasi raddoppiati dal 1990 al 2019, passando da 21.000 a 41.000 casi, mentre i decessi sono aumentati del 25%. Lo studio, pubblicato sulla rivista Neoplasia, ha stabilito che tre fattori di rischio sono fortemente associati alla malattia: il consumo eccessivo di alcol, l’obesità e la carenza di calcio.

Fattori di rischio

Sorprendentemente, l’attività fisica, il fumo e l’assunzione di fibre hanno avuto scarsi effetti sul rischio di cancro al colon, nonostante gli studi abbiano collegato tutti e tre alla malattia. Il team di ricerca ha scoperto che i casi di cancro al colon in Nord America tra gli under 35 sono aumentati da 1.800 a 2.400, con un incremento del 25 percento. «I risultati di questo studio potrebbero aumentare la vigilanza dei medici e dei giovani adulti nei confronti dei dati clinici degli individui di età inferiore ai 35 anni, fornire inoltre un riferimento scientifico per l’elaborazione delle politiche di controllo e aiutare nell’allocazione delle risorse mediche per la prevenzione e la gestione della malattia in tutto il mondo».

Diete, fumo, alcol e obesità

A livello mondiale, un decesso su cinque per cancro al colon è legato a diete povere di calcio, il fattore di rischio più significativo. L’alcol è il secondo fattore di rischio più elevato, responsabile del 13 percento dei decessi, mentre l’obesità ne è responsabile di uno su 10. Nei campioni presi in considerazione in Nord America, il 22 percento dei decessi per cancro al colon è legato al consumo di alcol, seguito dall’obesità con il 18 percento e dalle diete povere di calcio con il 12 percento. Lo studio segue un rapporto appena pubblicato dall’American Cancer Society, secondo cui quest’anno oltre 154.000 americani saranno colpiti dal cancro al colon e poco meno di 53.000 sono a rischio decesso.

Calcio e latte

I ricercatori hanno valutato i dati sul cancro al colon provenienti da 204 paesi. A livello mondiale, le diete povere di calcio sono quelle maggiormente correlate alla malattia. Un decesso su cinque nel mondo è dovuto a una dieta povera di latte e di altri alimenti ricchi di calcio, come formaggio, salmone, verdure a foglia verde e yogurt. Si ritiene che il calcio si leghi agli acidi biliari e agli acidi grassi liberi nel colon, riducendone così gli effetti potenzialmente cancerogeni. All’inizio di questo mese, uno studio pubblicato su Nature Communications ha scoperto che 300 mg di calcio in più al giorno potrebbero ridurre il rischio di cancro al colon del 17 percento. È più o meno la stessa quantità di calcio contenuta in una grande tazza di latte.

Sintomi

Come riporta il portale mypersonaltrainer, le più comuni manifestazioni sono:

– Cambiamento delle abitudini intestinali (es: alternanza diarrea-stipsi, variazioni nella consistenza delle feci ecc.);

– Sanguinamento rettale;

– Sangue nelle feci;

– Dolore addominale;

– Crampi addominali;

– Gonfiore addominale;

– Sensazione di incompleto svuotamento dell’intestino, dopo la defecazione;

– Anemia;

– Debolezza e facilità all’affaticamento;

– Perdita di peso senza motivo;

– Dispnea.

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