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Sbagliano la radioterapia a bimbo di 6 anni. Riceve dose 200% superiore: danni cerebrali

Grave errore medico a danno di un bambino di soli 6 anni. Il piccolo, colpito da una grave forma di leucemia, era stato sottoposto alla radioterapia alla testa presso l’ospedale di Perugia. La somministrazione di radiazioni ionizzanti è risultata 200 volte superiore a quella realmente utile al bambino. Ad accorgersi dell’errore medico è stata la madre, dopo strani sintomi.

In base alla ricostruzione del pm il trattamento avrebbe provocato nel bambino una patologia cerebrale dalla quale è scaturita “una grave regressione nelle capacità di cognizione e di ragionamento e un notevole deficit di coordinazione“. A notare i primi problemi nel piccolo, è stata la madre, poi in seguito a vari esami e controlli era stata accertata la nuova patologia. La famiglia ha così sporto denuncia-querela attraverso l’avvocato Laura Modena.

Nel capo d’accusa nei confronti del fisico medico si parla di “macroscopico errore di determinazione e calcolo della dose di irradiazione precauzionale encefalica” per il bambino. Indicata in 4,5 Gray a seduta “per un’irradiazione complessiva di 36 Gray (in forza di otto sedute), così da discostarsi e sostanzialmente aumentare del 200 per cento la dose di radioterapia prescritta al minore dal medico che lo aveva in cura” che aveva prescritto “una dose pari a 1,5 Gray per ogni seduta”.

L’allora dirigente medico della struttura complessa di radioterapia oncologica è stata invece citata in giudizio in quanto “essendo titolare di una posizione di garanzia” nei confronti del bambino “ometteva di controllare e verificare che l’esecuzione del trattamento radioterapico fosse effettuata nei termini e nelle dosi rigorosamente indicati, così da contribuire causalmente all’insorgenza della patologia cerebrale che non si sarebbe verificata ove avesse compiutamente controllato la correttezza del trattamento radioterapico”.