Coronavirus

Coronavirus: la virologa Gismondo e il rischio denuncia. Ecco perchè


Abbiamo sentito parlare di molti virologi in questo periodo di pandemia e tra questi anche della virologa Gismondo, che spesse volte ha detto cose inesatte sul Coronavirus.

La direttrice di laboratorio dell’ospedale Sacco di Milano, è stata accusata dai suoi colleghi per aver definito all’inizio pandemia, il Covid-19 poco più di un’influenza e di aver detto che il virus che circola in Lombardia potrebbe avere subito mutazioni rispetto a quello “originale” cinese: per lei diffidata a rettificare.

L’agenzia Adnkronos Salute ci informa che l’associazione Patto trasversale per la scienza (Pts) ha inviato alla dottoressa Gismondo una diffida legale “per le gravi affermazioni ed esternazioni pubbliche sul coronavirus, volte a minimizzare la gravità della situazione e non basate su evidenze scientifiche”.



Le dichiarazioni incriminate

Rischia denuncia la dott. Gismondo, che, nonostante esperta del campo, ha sottovalutato la situazione e la sua gravità in fase iniziale. Vi riportiamo le precise affermazioni pronunciate dalla scienziata prima dello scoppio della pandemia e ora riportate nella diffida:

-“è una follia questa emergenza, si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale” (23 febbraio);

-“non voglio sminuire il coronavirus ma la sua problematica rimane appena superiore all’influenza stagionale” (1 marzo);

-“tra poco il 60-70% della popolazione sarà positivo ma non dobbiamo preoccuparci“(13 marzo);

-“l’epidemia potrebbe esser mutata, sta succedendo qualcosa di strano“(21 marzo).

La diffida legale

Così Pts chiede a Gismondo di “rettificare alcune sue affermazioni che potevano indurre la popolazione a violare i precetti governativi, con nefaste ricadute in termini di salute pubblica, soprattutto perché provenienti da un medico con responsabilità istituzionali nella regione più colpita d’Italia”.

Non è un invito ma una vera e propria diffida legale, formulata in termini perentori: gli scienziati chiedono a Gismondo di “rettificare immediatamente le sue argomentazioni che potrebbero aver indotto ad una minimizzazione del problema coronavirus, nonostante le robuste evidenze della drammaticità della situazione”.

Il Pts richiama anche le conseguenze legali di queste affermazioni: “tutto ciò rischiava di turbare l’ordine pubblico, come previsto dall’articolo 656 del Codice penale (Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico), se non supportate da evidenze scientifiche”.



I motivi della diffida

L’epidemiologo Pier Luigi Lo Palco spiega perchè lui e i suoi colleghi vorrebbero denunciare la collega: “La missione del Patto per la scienza è chiara: difendere il cittadino dalla diffusione di atteggiamenti anti-scientifici e difendere l’onorabilità e la credibilità della comunità scientifica. Chi oggi, in una situazione di emergenza, indossa un camice e gode anche di una ribalta pubblica, deve riporre nelle sue dichiarazioni una estrema cautela“.

Ipotesi personali e ricostruzioni fantasiose non devono inquinare e confondere il dibattito pubblico. Mai come ora è importante che questo dibattito avvenga nell’ambito delle regole della scienza“, ha aggiunto Lo Palco. “Per questo e anche su sollecitazione dell’ambiente medico-scientifico italiano, il Pts ha ritenuto necessario inviare alla professoressa Gismondo, una diffida, chiedendole di rettificare alcune sue affermazioni”.

La reazione dell’interessata

Un botta e risposta da parte di Maria Rita Gismondo, che replica: “Ho la coscienza a posto e chi mi attacca è pietoso. Non torno indietro sulle mie dichiarazioni. Invece di perdere tempo in queste cose, perché non si uniscono al mio appello a lavorare tutti insieme? Diamo spazio alla scienza”.

E allarga il fronte dello scontro: “Se chiedono a me di fare un passo indietro sulle mie dichiarazioni, devono farlo anche per quelle del virologo Pregliasco, di Ilaria Capua e del direttore dell’Oms – aggiunge Gismondo – non devo dimostrare nulla perché quello che ho detto è pubblicato ovunque. La Capua, ad esempio, ha detto che questo virus ‘diventerà come un raffreddore‘. Inoltre non sono mai stata in un tavolo governativo e non posso aver influenzato nessuna decisione – prosegue la Gismondo – ho espresso un mio parere e ho sempre detto quello che si sa sul coronavirus, ovvero che è un virus sconosciuto e potrebbe rivelarsi positivo o negativo a seconda del cammino che farà”.




Queste sue dichiarazioni inadatte e non veritiere, che sono l’esatto contrario di ciò che lei ipotizzava e di ciò che si è verificato, sono state dette all’inizio della pandemia, ma nonostante ciò, non tutto può passare inosservato e impunito, specialmente se si tratta di esperti del settore. Gli italiani si affidano a virologi ed epidemiologi per capire realmente come proseguire la vita convivendo con la pandemia e non vogliono essere presi in giro, vogliono chiarezza, non ipotesi, vogliono che sia garantita la verità, sempre!


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