Il racconto agghiacciante di Dario e il figlio di 6 anni, vivi per miracolo: «Dovevamo salire ma la cabina della funivia era al completo»
“Dovevamo essere lì”: Dario e il figlio di 6 anni, scampati per caso (o per miracolo) alla tragedia del Mottarone
A volte basta un attimo, un dettaglio banale, una coincidenza che sfugge alla logica, per cambiare il corso del destino. Così è stato per Dario Prezioso e il suo bambino di sei anni, che in una tranquilla giornata di gita si sono ritrovati testimoni, a distanza ravvicinata, di una delle tragedie più gravi degli ultimi anni: il crollo della funivia del Mottarone, avvenuto il 23 maggio 2021, in cui hanno perso la vita 14 persone, tra cui anche bambini.
Erano lì, in fila, pronti a salire su quella stessa cabina che, pochi minuti dopo, si sarebbe staccata precipitando nel vuoto. Doveva essere un momento di svago, una domenica da vivere tra natura e paesaggi mozzafiato, ma il destino ha scritto per loro una pagina diversa. «Quando siamo arrivati, la cabina era quasi piena», racconta Dario, la voce ancora spezzata dall’emozione. «Ci mancava solo un passo per entrare, ma non c’era più posto. Così ci siamo messi da parte, in attesa del turno successivo».
Pochi minuti. Tanto è bastato. Poco dopo, infatti, la cabina su cui avrebbero dovuto viaggiare si è staccata e si è schiantata nel bosco. L’impatto è stato devastante, le immagini hanno fatto il giro del mondo. «Quando ho sentito la notizia, ho provato una sensazione che non si può descrivere», confida Dario. «Un brivido, come se il tempo si fosse fermato. Mi si è gelato il sangue. In quella cabina potevamo esserci io e mio figlio».
Oggi, a distanza di tempo, Dario non riesce a non pensare a quel giorno senza provare una sorta di tremenda gratitudine mista a dolore. Gratitudine per essere vivo, per avere ancora accanto il suo bambino. Dolore per tutte le famiglie che quel giorno hanno perso una persona cara. «Mi sento come se fossi stato protetto da qualcosa più grande. Dio, il destino, non so. Ma qualcosa ci ha tenuti lontani da quella cabina. E questo non smetto mai di ripeterlo».
La testimonianza di Dario si unisce a quella di altri che, per una frazione di secondo o una coincidenza apparentemente insignificante, si sono salvati per un soffio. Racconti come il suo aiutano a comprendere quanto la vita possa essere fragile, quanto ogni scelta, ogni minuto di ritardo, ogni casualità possa cambiare il corso degli eventi.
In un giorno segnato da lutto, in cui quattordici vite si sono spezzate, Dario e suo figlio sono rimasti a terra. E quella che doveva essere una giornata qualsiasi si è trasformata in un momento che li accompagnerà per tutta la vita. «Ogni volta che guardo mio figlio – conclude – sento che ci è stato fatto un dono. Un dono che non dimenticherò mai».
«Avevo deciso di portare il mio bambino ad Alpiland dove c’è una pista di bob ma per una serie di miracolose coincidenze quando siamo arrivati a prendere la funivia, la cabina che si è schiantata era già al completo e quindi non siamo potuti salire ma eravamo i prossimi e quindi ci siamo fermati ad aspettare la cabina successiva che non abbiamo mai preso».
«Le persone che si trovavano sulla cabina caduta le avevamo incontrate in coda per i biglietti e avevano anche scambiato qualche parola – aggiunge – poi mentre, in attesa nella stazione intermedia, stavo spiegando a mio figlio come funziona la funivia ho sentito un colpo e ho visto un cavo cadere mentre la cabina che stava scendendo si è immediatamente bloccata. A quel punto ho pensato che lo stesso fosse accaduto alla cabina che stava salendo, ma purtroppo, ho scoperto poi, così non è stato».
«Subito dopo ci hanno riportato a terra, ci hanno rimborsato il costo del biglietto e io e mio figlio ci siamo allontanati fino a raggiungere una pizzeria sul lago. Mentre andavamo via abbiamo sentito alcune sirene. ‘Un pò stranò ho pensato per un cavo che si è rotto e solo mentre ero in pizzeria ho scoperto cosa era accaduto.In quel momento – ribadisce Dario Prezioso – mi si è gelato il sangue».