Caso Garlasco, il post di Taormina fa discutere: “Sempio era lì con Stasi per…”
Caso Garlasco, Taormina rompe il silenzio: “Qualcuno dica a Sempio di andare in Procura”

Un nuovo capitolo si aggiunge alla lunga e intricata vicenda del delitto di Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto del 2007 e tuttora al centro di ipotesi, sospetti e colpi di scena giudiziari.
A riaccendere il dibattito è stato l’avvocato Carlo Taormina, noto penalista romano, che in un post pubblicato su Facebook ha lanciato un duro attacco alla magistratura e un appello diretto ad Andrea Sempio, amico di Alberto Stasi, tornato sotto i riflettori dopo le recenti indagini.
L’appello di Taormina: “Sempio vada in Procura”
Nel suo lungo intervento, Taormina ha scritto parole destinate a far discutere:
«Qualcuno dica ad Andrea Sempio di andare in Procura coi suoi ottimi avvocati a rendere interrogatorio».
Secondo il legale, la posizione di Sempio starebbe diventando sempre più delicata, tanto da far pensare a un possibile sviluppo imminente:
«Stanno per arrestarlo – scrive Taormina – perché questi magistrati sono dentro un tunnel di condotte investigative patologiche che hanno compiuto e continuano a compiere».
Una dichiarazione pesante, che mette in dubbio non solo le ultime mosse degli inquirenti, ma l’intera gestione del caso da parte della Procura di Pavia.
“Colpi di teatro e patacche”
Nel post, il celebre avvocato ha accusato apertamente i magistrati di aver condotto per anni un’inchiesta «basata su colpi di scena continuamente annunciati e regolarmente rivelatisi delle autentiche patacche».
Taormina parla di un sistema che, a suo dire, starebbe cercando di “accontentare la parte più sanguinaria dell’opinione pubblica”, impegnata a chiedere un colpevole a tutti i costi, anche a prezzo della verità giudiziaria.
Secondo la sua ricostruzione, ci sarebbe il rischio che le autorità tentino un’operazione mediatica e giudiziaria per coprire anni di “folli errori investigativi” e per giustificare ipotesi ormai logorate dal tempo.
“Dica la verità: l’alibi è falso”
Ma è nella parte centrale del messaggio che Taormina si rivolge direttamente ad Andrea Sempio, con toni che oscillano tra l’ironia e l’invito esplicito a collaborare con la giustizia.
«Dica il vero – scrive l’avvocato – e cioè che si è fatto un falso alibi perché non ne poteva più di stare sotto processo da innocente e non da assassino».
Secondo questa versione, Sempio avrebbe inventato un alibi per proteggersi, sostenendo di trovarsi altrove la mattina del delitto, e avrebbe coinvolto altre persone pur di tenersi lontano da sospetti diretti.
Taormina prosegue, alludendo anche a presunti pagamenti o favori:
«Dica che ha corrotto Venditti o ha dato soldi agli avvocati che gli hanno fatto credere che li dovevano dare a Venditti».
Parole ambigue, che non chiariscono se l’intento sia provocatorio o se Taormina stia avanzando accuse concrete.
“Era sul luogo del delitto con Stasi, ma non ha ucciso”
Il penalista non è nuovo a dichiarazioni di questo tipo. Da anni sostiene una sua personale teoria sul caso: secondo lui, Sempio si trovava effettivamente a Garlasco la mattina dell’omicidio, insieme ad Alberto Stasi, ma non avrebbe partecipato materialmente all’uccisione di Chiara Poggi.
Nelle sue parole:
«Sempio era sul luogo del delitto con Stasi, ma non ha ucciso Chiara. Era presente, e quella mattina è successo qualcosa di incontrollabile».
Una versione che contrasta con le conclusioni processuali definitive, secondo cui Alberto Stasi è stato riconosciuto colpevole e condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio.
La nuova ricostruzione: “C’erano tutti e tre”
Nel post, Taormina si spinge oltre e immagina un possibile scenario alternativo:
«Sempio dovrebbe raccontare che quella mattina si trovava a casa con Chiara e Stasi; che entrò nell’abitazione perché sapeva del tradimento di Chiara; e che in quel momento esplosero rabbia e gelosia, provocando l’assassinio di Chiara davanti a lui o subito dopo che se ne andò».
Una ricostruzione che sembra più un racconto ipotetico che una tesi giuridica, e che lo stesso avvocato conclude con una nota ambigua:
«Faccia presto, Sempio, perché altrimenti la prossima settimana non la finisce in libertà. A proposito, si tratta di un mio sogno lovatiano. O no?».
L’allusione al “sogno lovatiano” sembra richiamare il suo ex collega Massimo Lovati, legale che aveva difeso Sempio in passato, noto per le sue teorie “visionarie” sul caso.
Toni provocatori o messaggio velato?
Il post di Taormina ha sollevato un acceso dibattito online. In molti si chiedono se le sue parole vadano interpretate come una provocazione polemica, una critica al sistema giudiziario, oppure se dietro ci sia un messaggio più concreto, magari indirizzato proprio agli inquirenti.
Il riferimento a un possibile arresto di Sempio e l’invito a presentarsi spontaneamente in Procura lasciano intendere che l’avvocato ritenga imminenti sviluppi giudiziari importanti.
Un caso che non smette di far discutere
A oltre diciotto anni dal delitto di Garlasco, il nome di Chiara Poggi continua a suscitare emozioni e divisioni. La condanna definitiva di Alberto Stasi non ha chiuso il dibattito: nuove testimonianze, presunti reperti e alibi contestati hanno riacceso l’attenzione mediatica, portando nuovamente sotto i riflettori anche Andrea Sempio, amico d’infanzia del condannato.
Le parole di Carlo Taormina aggiungono un ulteriore tassello – polemico e controverso – a una delle vicende giudiziarie più complesse e discusse d’Italia.
