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15 i morti della tragedia della Funivia Stresa: Intere famiglie, bambini, nonni e giovani coppie di tutt’Italia


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La tragedia della funivia del Mottarone ha lasciato un segno profondo nel cuore dell’Italia. In un giorno di sole, che doveva essere dedicato alla spensieratezza, al relax e alla condivisione in famiglia, il destino ha colpito con una violenza inaspettata, spezzando 14 vite su 15 presenti a bordo della cabina precipitata.

Tra le vittime si contano intere famiglie, giovani coppie e nonni con i nipotini. C’era chi stava celebrando un compleanno, chi aveva deciso di concedersi una domenica diversa, immerso nella natura e lontano dai pensieri della routine. Ogni nome racconta una storia interrotta, un progetto, un sorriso, un sogno. E ogni addio, per quanto silenzioso, è un colpo al cuore dell’intero Paese.

L’unico superstite, un bambino di cinque anni, si trova ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Regina Margherita di Torino. La sua lotta per la vita rappresenta la speranza che resiste anche nei momenti più bui. Rimasto solo, senza più i suoi genitori, il piccolo simbolizza la fragilità dell’esistenza e, al tempo stesso, la tenacia della vita che non vuole arrendersi.

Questa tragedia solleva interrogativi profondi sulla sicurezza e sulla responsabilità, ma soprattutto impone il dovere della memoria: ricordare queste vittime non solo con il dolore, ma anche con la volontà collettiva di impedire che simili eventi si ripetano. Perché dietro quei numeri ci sono persone, famiglie, e un’Italia intera che piange.

Intere famiglie, bambini, nonni e giovani coppie: le vittime della strage 

Giovani coppie, intere famiglie. Bambini. Si fa grande fatica a leggere il bollettino delle vittime della terribile tragedia della funivia di Mottarone.

Le storie delle quattordici vite spezzate insieme al cavo portante della struttura sono tante e molto diverse tra loro, con un bimbo di cinque anni che lotta per la vita nell’ospedale Regina Margherita di Torino. L’elenco dei nomi diramato in questi minuti, rivela la storia di diverse famiglie – della Lombardia, dell’Emilia Romagna e della Calabria – e delle quattordici vittime. Ancora da chiarire le cause che hanno portato il cavo della funivia a cedere, con la cabina che è caduta nel vuoto, rotolando giù per la montagna fino a schiantarsi contro degli alberi.

Tra le vittime ci sono Roberta Pistolato, che aveva compiuto 40 anni proprio oggi, e Angelo Vito Gasparro di 45 anni. Erano sposati e residenti a Piacenza, anche se di origini baresi, in gita per festeggiare il compleanno di lei. Pochi minuti prima della tragedia l’ultimo sms della donna, che lavorava come guardia medica, alla sorella: “Stiamo salendo in funivia“. Silvia Malnati, 27 anni, e Alessandro Merlo, 29 anni, erano due fidanzati di Varese. Lei lavorava al negozio di cosmetica Kiko a Milano, si era laureata appena due mesi fa. Erano appassionati di gite in montagna, partiti insieme per una giornata fuori porta. “Ho sentito le famiglie e fatto loro le condoglianze a nome di tutta la città“, ha dichiarato il sindaco di Varese, Davide Galimberti, all’Ansa. “Non ci sono parole, solo il profondo dolore per tutte le vittime”.

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Un’intera famiglia di origini israeliane, ma residente a Pavia, ha perso la vita nella tragedia. Papà, mamma e un bimbo, mentre l’altro figlio della coppia sarebbe il bambino di circa cinque anni ricoverato all’ospedale di Torino. Amit Biran, 30 anni, e la moglie Tal Peleg, 26 anni, sono morti insieme al piccolo Tom, di 2 anni. Con loro c’erano anche i bisnonni della coppia, Itshak Cohen, 82 anni, e Barbara Cohen Konisky, 70 anni. Erano arrivati pochi giorni fa a Pavia per far visita ai nipoti. L’altro figlio della coppia, che era insieme a loro, dovrebbe essere il bimbo ricoverato e operato a Torino, ricoverato in gravi condizioni.

Tra le vittime ci sono anche Serena Cosentino, 27 anni di Diamante (Calabria), che alcuni mesi fa si era trasferita a Verbania per lavorare come ricercatrice al Cnr, e il fidanzato Mohammadreza Shahaisavandi, iraniano di 23 anni che studiava a Roma. L’aveva raggiunta per una gita. E poi una quinta famiglia, distrutta dall’incidente del Mottarone: Vittorio Zorloni ed Elisabetta Persanini. Il loro bimbo, di cinque anni, è morto dopo essere stato trasportato all’ospedale di Torino.