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Stop ai voti a scuola: in pagella arrivano le emoticon. Sperimentazione in molte scuole


Modena, stop ai voti a scuola: in pagella arrivano le emoticon. Un’idea che potrebbe rivoluzionare i metodi di valutazione scolastici che ci hanno accompagnato per tutta l’infanzia.

Parte la sperimentazione in molte scuole della pagella senza voti ma costituita da emoticon. Si, proprio così, una pagella il cui voto è rappresentato da un faccina.

I primi ad attuare la sperimentazione, sono gli insegnanti dell’istituto comprensivo Rodari di Modena. I voti del primo quadrimestre saranno sostituti dalle emoticon e saranno i bambini a darsi una valutazione con questo metodo a loro più congeniale. Le loro schede saranno poi confrontate con quelli dei maestri per elaborare il giudizio condiviso.

Emoticon al posto dei voti

Sicuramente gli alunni si sentiranno più felici nel vedere la propria pagella che anzichè numeri, conterrà emoticon ovvero le faccine tanto usate sulla messaggistica dei social.

Saranno i bambini ad autovalutarsi, attraverso un linguaggio che amano, quello delle faccine. Ogni faccina sarà corrispondente ad un ipotetico voto: se si sentono soddisfatti in una materia, utilizzeranno la faccina sorridente, se si sentiranno di essere impreparati, useranno la faccina triste. E dopo che avranno scelto quali emoticon utilizzare le loro schede saranno confrontate con quelle dei loro maestri per arrivare a un giudizio condiviso.

L’obiettivo di questo progetto è responsabilizzare i bambini, incitando loro a comprendere quanto siano preparati.

Ci si chiede se questo metodo sia gradito o meno dai genitori e se concordi, continueranno ad utilizzarlo per i prossimi anni scolastici.

L’istituto comprensivo Rodari di Modena, già da diversi anni,  ha deciso di non far visualizzare i voti sul registro elettronico ai genitori, per favorire gli incontri diretti scuola-famiglia. “Le reazioni dei genitori – spiega alla Gazzetta di Modena il dirigente Daniele Barca – sono state di fiducia e curiosità. Le domande che hanno posto puntavano a comprendere la scheda e il meccanismo di autovalutazione dei bambini. Ho e abbiamo sottolineato l’aspetto raro e prezioso di un momento come questo in cui diventa formativo ascoltare come un bambino, come un figlio, si percepisce”.


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