La lettera di un dodicenne commuove il Papa che lo ha ringraziato telefonicamente: “Grazie, mi hai fatto un bel regalo”
La lettera di Marco, un dodicenne, ha commosso Papa Bergoglio che ha immediatamente colto l’occasione di ringraziare il ragazzo telefonicamente.
La lunga lettera è stata scritta da uno studente appena dodicenne, Marco, non vedente di Torino e le sue parole hanno scosso l’animo di chi questa lettera l’ha letta tutta, cogliendone il vero significato.
“Caro Papa Francesco, mi chiamo Marco Rega ho 12 anni, abito a Torino e frequento la prima alla scuola media Dante Alighieri Kennedy. Sono un bambino prematuro, nato di 27 settimane e di peso di soli 600 grammi. Sono stato in ospedale per 6 mesi prima di poter tornare a casa con mamma e papà. L’ossigeno che mi ha permesso di rimanere in vita, mi ha però provocato il distacco delle retina e nonostante diverse operazioni quando ero ancora in ospedale non ho risolto il mio problema e sono rimasto cieco da entrambi gli occhi. Ogni domenica ascolto il collegamento con piazza San Pietro e ho un grande desiderio, quello di conoscerti di persona”.
La sua lunga lettera prosegue raccontando la sua vita con un handicap importante: la frequentazione dell’oratorio, la scuola, gli amici. E poi specifica quale sia il motore che gli dà la forza di andare avanti: la fede in Dio che gli ha permesso di poter guardare avanti con forza e determinazione. Questo e altro ancora ha scritto il dodicenne a Papa Francesco a gennaio, dopo l’ultimo viaggi in Vaticano.
Dopo alcuni mesi è arrivata la risposta per Marco. Il telefono squilla e dietro la cornetta c’è Papa Francesco. A raccontarlo è Angela, la mamma del dodicenne:«Il telefono è squillato, sul display c’era scritto “anonimo” e per un secondo sono stata tentata di riattaccare. Ma alla fine non ho resistito e ho risposto a quella telefonata. A parlare una voce straniera che, dopo un brevissimo istante, mi ha detto che mi avrebbe passato il Papa. Ho pensato a uno scherzo».
Invece era tutto vero. Dall’altra parte del telefono Papa Francesco ha ringraziato per il bel regalo, citando la lettera. «Ho capito che non era uno scherzo perché mentre parlava con Marco gli faceva i complimenti per come era scritta e ne citava contenuti che solo noi e lui potevamo conoscere. E’ stato emozionante”.
La telefonata è durata una decina di minuti. «Marco era talmente emozionato e su di giri, era così felice e commosso, Papa Francesco ci ha fatto davvero un gran bel regalo».
Ora il desiderio di Marco è di poterlo incontrare: “Ho un’ottima memoria, nel sentirti pregare – ha scritto nella lettera al Papa – ho imparato le preghiere in latino e le recito spesso prima di addormentarmi….Spero che tu possa leggere la mia lettera e che tu possa esaudire questo mio sogno”.
Commento:
È sorprendente come la voce sincera di un bambino possa arrivare così lontano, persino al cuore del Papa. La lettera di un dodicenne, scritta con l’innocenza e la profondità che solo quell’età sa avere, ha superato muri, formalità e distanza, arrivando dritta a chi ha il compito di guidare milioni di fedeli nel mondo. Non si tratta solo di un gesto tenero: è il segno che la semplicità può ancora toccare le coscienze, che un pensiero puro è in grado di smuovere anche le più alte autorità spirituali. Il ringraziamento telefonico di Papa Francesco, con parole piene di umanità — “Grazie, mi hai fatto un bel regalo” — è molto più di una risposta: è un riconoscimento alla forza disarmante dell’empatia, della gratitudine, dell’ascolto. In un mondo che corre e spesso dimentica il valore dell’emozione autentica, questo episodio ci ricorda quanto sia importante fermarsi, leggere con il cuore e dare valore anche alle parole dei più piccoli, che spesso vedono molto più lontano degli adulti.