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Il gioco social Jonathan Galindo che spinge i bambini a suicidarsi: attenzione genitori!


Su tutti i giornali e tv nazionali è emersa la storia agghiacciante del suicidio di un bambino di 11 anni residente a Napoli che, martedì si è lanciato nel vuoto, come suggerito da uno dei personaggi del gioco Jonathan Galindo. Si tratta di una macabra challange online e dietro a questo nome non si cela nessuna persona specifica, ma piuttosto è rappresentata da un’inquietante maschera con le sembianze di Pippo, il celebre personaggio Disney, dalle fattezze macabre e spaventose.

La prima vittima in Italia

Gli inquirenti stanno cercando di fare luce sulla morte del bambino di 11 anni che, martedì notte, si è lanciato dal suo appartamento al decimo piano. Il piccolo pochi istanti prima aveva inviato un messaggio alla madre, scusandosi e parlando di un “uomo nero”: l’ipotesi è che sia stato spinto a suicidarsi da qualcuno che potrebbe averlo manipolato sfruttando una challenge sul web.

Da quanto emerso il bambino aveva una vita apparentemente tranquilla, era integrato con i coetanei e praticava sport. Il piccolo si è ucciso poco dopo la mezzanotte, mentre i genitori dormivano. Ad escludere la caduta accidentale c’è proprio quel messaggio, inviato sul cellulare della madre pochi minuti prima.

Che cos’è il gioco Jonathan Galindo che invita al suicidio?

In realtà, dietro il volto di Jonathan Galindo non c’è una persona reale, ma piuttosto più persone diverse che agiscono con lo scopo di adescare ragazzini, spaventarli e spingerli a compiere terribili gesti di autolesionismo che possono concludersi addirittura con il suicidio.

Il gioco apparentemente è molto semplice: delle persone che si spacciano per il personaggio, inviano una richiesta di amicizia a dei ragazzini tramite Tik Tok, Instagram o Telegram, chiedendo di giocare insieme. A questo punto inizia la spirale della paura e del lavaggio del cervello: queste persone spingono i ragazzini a compiere gesti autolesionisti e talvolta li conducono addirittura al suicidio. Basta infatti un semplice messaggio e una foto inquietante come quella di Galindo, per far credere ad un bambino di essere la vittima di una qualche strana entità, soprattutto se viene aggiunto anche il fattore terrore.


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