Il Coronavirus diventerà un semplice raffreddore: a spiegarlo sono 4 virologi
Secondo l’opinione condivisa da quattro autorevoli virologi italiani – Massimo Ciccozzi, Matteo Bassetti, Roberto Clementi e Giuseppe Gallo – l’evoluzione del Coronavirus sembra seguire una traiettoria ben precisa: trasformarsi progressivamente in un virus stagionale simile all’influenza. A sostegno di questa tesi c’è un dato sempre più evidente: il virus ha perso gran parte della sua aggressività iniziale.
Gli esperti, sulla base dei dati clinici e dell’osservazione delle varianti attualmente in circolazione, confermano che il virus SARS-CoV-2 si sta adattando all’uomo, diventando più trasmissibile ma meno pericoloso. Questa è una dinamica piuttosto comune nel mondo dei virus respiratori: per continuare a diffondersi, devono evitare di uccidere l’ospite o provocare sintomi troppo gravi. Ed è proprio ciò che starebbe accadendo con il Coronavirus.
Ciccozzi, epidemiologo e docente universitario, sottolinea come il comportamento attuale del virus sia molto simile a quello di altri coronavirus già noti, che da decenni circolano tra noi provocando semplici raffreddori. Anche Bassetti, noto infettivologo, ha più volte dichiarato che stiamo assistendo a una “normalizzazione” del virus, con sintomi sempre più blandi nella maggior parte dei casi, soprattutto tra i vaccinati e i soggetti con precedenti infezioni.
Clementi e Gallo, dal canto loro, concordano nel dire che il Covid-19 è destinato a diventare una presenza costante ma meno temibile, destinata a coesistere con l’uomo in maniera simile all’influenza stagionale. Naturalmente, questo non significa che il virus sparirà del tutto, né che si debba abbassare la guardia, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione. Tuttavia, il panorama è decisamente più rassicurante rispetto agli anni dell’emergenza.
In sintesi, sebbene il Coronavirus non sia ancora “scomparso”, la comunità scientifica inizia a intravedere un futuro in cui convivere con il virus non significherà più fare i conti con ospedali pieni e restrizioni, ma affrontare stagionalmente una malattia gestibile, con sintomi lievi e un impatto ridotto sulla vita quotidiana.
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Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha affermato durante un’audizione in Senato: “Stiamo osservando che il virus perde potenza; evolve, ma perde contagiosità e, probabilmente, letalità”.
Dello stesso parere anche Matteo Bassetti, direttore del reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova: “A marzo questo virus era uno tsunami, ora è diventato un’ondina. Forse è perché ha già colpito i soggetti più fragili, facendo una “selezione naturale”, o forse si è depotenziato. È un’iniezione di fiducia per la fase successiva, ma per giudicare se gli italiani si saranno comportati bene ci vorranno 2-3 settimane”.
Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia all’Ospedale San Raffaele di Milano e professore all’Università Vita-Salute San Raffaele, intervistato dal Corriere della Sera afferma che il Covid-19 sta lentamente perdendo potenza: “L’infezione non sfocia più nella fase gravissima, la cosiddetta tempesta citochinica: lo vediamo in ospedale, anche se per ora è solo un’osservazione empirica. In generale sono in forte calo i pazienti che hanno bisogno di ospedalizzazione, l’epidemia c’è ancora ma dal punto di vista clinico si sta svuotando”.
Inoltre buone notizie per l’estate: Come ha giustamente osservato il virologo americano Robert Gallo, la diffusione di Sars-CoV-2 ha dapprima interessato l’emisfero Nord e ora si sta spostando nei Paesi dell’emisfero Sud, dove sta iniziando la stagione invernale.