Salute

I pediatri lanciano l’allarme: arrivata anche in Italia la Sindrome di Kawasaki che colpisce i bambini e i medici pensano sia connessa al Coronavirus


In questi giorni si è parlato tanto di una strana sindrome che sta colpendo i bambini: a dare un primo allarme sono stati alcuni medici inglesi ma a quanto pare, la malattia si sta allargando a macchia d’olio e anche in Italia stanno aumentando i casi.

Definita sindrome di Kawasaki, è una patologia infiammatoria che molti esperti ipotizzano sia legata al Covid-19 anche se per ora non è stato stabilito alcun nesso certo.

In Italia è stata inviata una lettera di allerta ai pediatri. Casi soprattutto in Lombardia, Piemonte e Liguria.

Nuova preoccupazione in Italia: arriva la sindrome di Kawasaki

Da Bergamo a Genova, da Londra a Lisbona. I pediatri di molte zone d’Europa hanno lanciato l’allerta dopo aver registrato un numero particolarmente elevato di bambini colpiti da una rara sindrome infiammatoria che si teme possa essere legata al nuovo coronavirus.

Già il 21 Marzo scorso, il dottor Matteo Ciuffreda, cardiologo pediatrico all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo ha diagnosticato per la prima volta la “sindrome di Kawasaki” a un bambino arrivato in pronto soccorso.

Ogni giorno i casi stanno aumentando sempre di più e attualmente si contano più di 20 bambini colpiti da questa sindrome molto pericolosa.




«Negli ultimi due mesi – afferma Lucio Verdoni, reumatologo pediatra del Papa Giovanni – ci siamo accorti che giungevano al pronto soccorso pediatrico diversi bambini che presentavano una malattia nota come Malattia di Kawasaki. In un mese il numero dei casi ha eguagliato quelli visti nei tre anni precedenti».

Al Gaslini di Genova il professor Angelo Ravelli, pediatra e segretario del gruppo di studio di Reumatologia della Società italiana di pediatria, sta curando 5 bambini affetti da dalla sindrome di Kawasaki, affermando che i casi stanno aumentando di giorno in giorno.

I sintomi riscontrati nei bambini sono quelli tipici del coronavirus, come febbre alta, tosse forte e gravi problemi respiratori ma anche dolore addominale, sintomi gastrointestinali (tra cui vomito e diarrea) e infiammazione cardiaca.

Il Royal College of Paediatrics and Child Health (RCPCH), per dare supporto a genitori e sistema sanitario, ha stilato una lista di sintomi non comuni da considerare, per i quali è necessario contattare subito il numero di emergenza predisposto: labbra cianotiche, convulsioni, eruzioni cutanee, letargia e dolore ai testicoli. Assolutamente sconsigliato invece portare i bambini in pronto soccorso.

Cerchiamo di capire più nello specifico che cos’è questa sindrome e quando preoccuparsi.



Sindrome di Kawasaki

La malattia di Kawasaki è una vasculite (ovvero un processo infiammatorio a carico dei vasi sanguigni), che a volte interessa le arterie coronariche, che tende a presentarsi in neonati e bambini tra 1 anno e 8 anni. Essa è caratterizzata da febbre prolungata, esantema, congiuntivite, infiammazione mucosa e linfoadenopatie. Possono svilupparsi aneurismi delle arterie coronariche e rompersi o causare infarto del miocardio. La diagnosi è posta sulla base di criteri clinici; una volta che la malattia è diagnosticata, si effettua un’ecocardiografia. Il trattamento consiste in aspirina e immunoglobuline EV. La trombosi coronarica può richiedere fibrinolisi o interventi percutanei.

Sintomi

-Febbre molto elevata (40-41 °C) resistente al trattamento antibiotico e ai farmaci antipiretici, della durata di più di cinque giorni.

-Congiuntivite bilaterale senza secrezione purulenta.

-Manifestazioni a carico delle labbra, che si presentano caratteristicamente secche e arrossate, e della mucosa orale, con lingua di color fragola o addirittura violacea.

-Manifestazioni a carico delle estremità con edema dei piedi e/o delle mani cui fa seguito, durante la seconda settimana di malattia, una caratteristica desquamazione lamellare delle dita delle mani e dei piedi, a partenza dalla regione intorno alle unghie.

-Ingrossamento dei linfonodi del collo, che appaiono di diametro superiore al centimetro e mezzo, di consistenza dura, lievemente dolenti alla palpazione.

-Rossori cutanei che possono avere caratteristiche diverse (simili a quelle del morbillo o della scarlattina o dell’orticaria), con distribuzione sul tronco, sugli arti e nella zona addominale e inguinale.



Trattamento

-Alte dosi di immunoglobuline EV (IgEV)

-Alte dosi di aspirina

I bambini devono essere trattati da o in stretta collaborazione con un cardiologo pediatra esperto, uno specialista in malattie infettive pediatriche o un reumatologo pediatra. Poiché i bambini con malattia di Kawasaki atipica sono ad alto rischio di aneurismi coronarici, il trattamento non deve essere ritardato. La terapia è iniziata il più presto possibile, idealmente entro i primi 10 die di malattia.

Monitoraggio

Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, spiega: «Abbiamo avviato una fase di monitoraggio  e abbiamo cominciato a raccogliere, da qualche settimana, una serie di dati, che indicano la presenza della malattia di Kawasaki in alcune aree del paese, in particolare in Lombardia, Piemonte e Liguria. Al momento però non è dimostrato nessun nesso».

I medici di medicina generale invitano comunque i genitori a non entrare nel panico, ma di rivolgersi alle autorità sanitarie ogni qualvolta i bambini presentassero sintomi propri sia del coronavirus, che di questa nuova sindrome.




Gli esperti precisano che solo una piccola minoranza di bambini infettati da SarsCov2 sviluppa la malattia di Kawasaki, meno dell’1%. Nonostante ciò, avvertono, «in previsione dell’imminente apertura alla Fase 2, è importante tenere presente tutte le conseguenze che questo virus insidioso può causare, sia nella fascia di età adulta che in quella pediatrica».

Intanto si fa strada tra i medici un’altra preoccupazione non trascurabile: non è escluso infatti che questa nuova sindrome possa essere legata a un altro patogeno infettivo, non ancora identificato. Il dottor Michael Griksaitis, pediatra della NHS Foundation dell’University Hospitals di Southampton, ha infatti dichiarato: “Se sia COVID-19 o no è da vedere”.

La redazione di Social Magazine si impegna contro la divulgazione di fake news.

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