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Francesca Neri e il dramma della malattia: “Ho pensato al suicidio, troppo dolore, da questa roba non si guarisce”


Molti di voi conosceranno Francesca Neri, attrice e produttrice cinematografica italiana, legata sentimentalmente a Claudio Amendola, con il quale si è sposata l’11 dicembre 2010 a New York. La coppia ha un figlio, Rocco, nato nel 1999. Dal 2016 l’attrice ha lasciato il cinema per motivi di salute ma nessuno conosceva realmente il suo dramma.

A raccontare la malattia in tv e sui giornali è Claudio Amendola, in una prima intervista a Verissimo, affermando che sua moglie è affetta da cistite interstiziale. Presentando il suo libro “Come carne viva”, l’attrice ha dichiarato: “La fase acuta è durata tre anni. Non ne sono fuori, non si guarisce: impari a gestirla e a non provocarla, in modo che non sia invalidante. Ho accarezzato l’idea del suicidio, senza Claudio non ce la farei”.

Io non credo ai social, ma i primi due anni sono stata in una chat di donne che soffrono di questa patologia. Un po’ come gli alcolisti anonimi…“, ha raccontato la Neri in un’intervista al Corriere della Sera. Dopo l’addio al cinema ha invece trovato poca solidarietà tra i colleghi: “Da una parte c’era incredulità, non capivano come avessi fatto a staccare. Altri dicevano che ero talmente drogata che non mi reggevo in piedi”.

Dopo tre anni di calvario, ha proseguito, “ho trovato un equilibrio, che devo difendere. Ho cominciato a privarmi delle cose che potevano scatenare una reazione: aria condizionata, il caldo, certi cibi“. Ma la malattia ha stravolto la sua vita: “Volevo stare sola, anche per proteggere mio figlio Rocco. Di fatto sono stata via tre anni, anche se ero in casa con loro, ed è la cosa più terribile”.

E il libro di fatto “‘ho scritto per lui” perché “il dolore più grande è stato per mio figlio”. La sua condizione ha messo anche alla prova il matrimonio con Amendola: “Claudio è il mio opposto, eppure eccoci ancora qui dopo 25 anni. Se non avessi avuto questa complicità e questo affetto non ce l’avrei fatta”.

Che cos’è la cistite interstiziale?

La cistite interstiziale è una disfunzione cronica a carico delle pareti pelviche che rende difficile e continuo l’urinare. Il dolore è percepito come costante oppure ciclico da più di sei mesi.

Può colpire persone di qualsiasi età e sesso, ma che è più frequente nel sesso femminile. Diversamente dalla cistite comune non è causata da stress, viceversa il dolore continuo può causare disturbi psicologici quali ansia e depressione. L’evoluzione della malattia è lentamente ma progressivamente ingravescente, con deterioramento delle funzioni vescicali e ripercussioni che possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita.

Le cause delle cistite interstiziale non sono ancora del tutto chiarite. Possono contribuire a scatenarla un’infezione delle vie urinarie, un intervento chirurgico, una malattia virale. L’ipotesi più accreditata resta tuttavia quella del progressivo indebolimento del rivestimento delle pareti vescicali, costituito da glicosaminoglicani, con funzioni di sostegno e protezione. L’assottigliamento di questo strato protettivo fa sì che le sostanze irritanti contenute nelle urine aggrediscano le pareti vescicali, innescando un processo infiammatorio.

In circa 1/3 dei casi la sintomatologia è analoga a quella della cistite, cioè è associata a stimolo impellente a urinare e dolore durante la minzione. A differenza della cistite comune, però, si ritiene che la cistite interstiziale non sia causata da batteri, e che per questo non risponda alla terapia convenzionale con antibiotici. Il dolore spesso interferisce con la vita sessuale, che risulta ostacolata da questo disturbo. Gli uomini possono manifestare dolore ai testicoli, allo scroto, al perineo o al pube, e avere eiaculazioni dolorose. Pare inoltre che la cistite interstiziale sia associata ad alcune condizioni croniche e sindromi dolorose come la vestibolite vulvare, le fibromialgie e la sindrome del colon irritabile.


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