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Ecco come la pensa Draghi, incaricato nuovo Ministro, su debiti, tasse, reddito di cittadinanza e Mes? Gli italiani resteranno stupiti!


Dopo la crisi di Governo, sembra finalmente essere arrivati al capolinea, infatti il presidente Mattarella ha conferito l’incarico di neo presidente del Consiglio a Mario Draghi.

Chi è Mario Draghi? Scopriamolo e cerchiamo di capire come la pensa su debiti, tasse, reddito di cittadinanza e Mes? Gli italiani resteranno stupiti

Mario Draghi?

Mario Draghi, 74 anni, è un economista, accademico, banchiere e dirigente pubblico italiano. Formatosi all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e specializzatosi al MIT di Cambridge, già professore universitario, negli anni novanta diventa alto funzionario del Ministero del tesoro.

Dal 2011 al 2019 ha ricoperto la carica di Presidente della Banca centrale europea, durante la crisi del debito sovrano europeo, ambito in cui è diventata nota la sua frase del 2012 Whatever it takes, per indicare che la BCE sarebbe stata pronta a fare tutto il necessario a preservare l’euro.

Il 3 febbraio 2021 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito l’incarico, accettato con riserva, di formare un governo tecnico-istituzionale in seguito alle dimissioni del Governo Conte II.

Debito pubblico

Draghi scrive, scrive che “livelli di debito pubblico molto più elevati diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e andranno di pari passo con misure di cancellazione del debito privato”. Questo perché, spiega Draghi, “Il ruolo dello Stato è proprio quello di usare il bilancio per proteggere i cittadini e l’economia dagli shock di cui il settore privato non è responsabile e che non può assorbire”. Difficile, quindi, che a fronte di queste parole si accompagnino misure per il contenimento della spesa pubblica, come accadde nella stagione del governo guidato da Mario Monti.

Ed è difficile che Draghi decida di aumentare la pressione fiscale, pure: “La situazione è peggiore di quel sembra, specie per le piccole e medie imprese”, ha detto Draghi in un intervento del gruppo del cosiddetto “Gruppo dei 30”, il pensatoio fondato dai Rockfeller che lui stesso co-presiede, lo scorso 14 dicembre, presentando un rapporto in cui si scrive più volte che vanno ridotte le tasse per cittadini e imprese. Difficile farlo oggi, ma è anche difficile che Draghi deciderà di aumentarle. Piuttosto, aspettiamoci grande attenzione per autonomi e partite Iva.

Reddito di cittadinanza

Draghi parla anche di debiti e sussidi sul Financial Times: “La questione fondamentale non è se, ma in che modo lo Stato possa fare buon uso del suo bilancio”, dice. E subito circostanzia questa sua affermazione parlando di reddito di base – quello che noi in Italia chiamiamo reddito di cittadinanza, per ragioni di marketing politico: “La priorità, infatti, non deve essere solo fornire un reddito di base a chi perde il lavoro – spiega Draghi – ma si devono innanzitutto proteggere le persone dal rischio di perdere il lavoro”. Per quanto Matteo Renzi abbia richiesto l’abolizione del reddito di cittadinanza, quindi, Draghi non sembra assolutamente intenzionato a rinunciarvi.

Scuola, ambiente, sanità

Sussidi sì, ma anche soldi da investire su sanità, scuola e ambiente: “Il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani – spiegava al Meeting di Rimini -. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre”.

Soffermandosi sulla scuola: “Se guardiamo alle culture e alle nazioni che meglio hanno gestito l’incertezza e la necessità del cambiamento, hanno tutte assegnato all’educazione il ruolo fondamentale nel preparare i giovani a gestire il cambiamento e l’incertezza nei loro percorsi di vita, con saggezza e indipendenza di giudizio”, spiega.

Il secondo è l’ambiente, “con la riconversione delle nostre industrie e dei nostri stili di vita”. Il terzo è la digitalizzazione, “divenuta necessità” e “destinata a rimanere una caratteristica permanente delle nostre società”. Il quarto è la sanità, “dove l’efficienza si misuri anche nella preparazione alle catastrofi di massa”.

Mes?

Preludio a un utilizzo dei soldi del Mes, come ha chiesto più volte Matteo Renzi a Giuseppe Conte? Non esattamente. Mario Draghi, nei suoi interventi sulla pandemia ha spesso parlato di Next Generation Eu, ma non ha mai parlato del Mes. Un motivo c’è: da presidente della Banca Centrale Europea, Draghi ha sempre osteggiato la crescita di potere e influenza dell’organismo guidato da Klaus Regling. Ad esempio, nel 2012 si oppose a concedere al meccanismo europeo di stabilità una licenza a operare come banca, perché – disse – è contro la legge europea. Avrà cambiato idea anche su questo? Lo scopriremo presto.


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